24/08/2007: Sgombero Dazdramir


OLTRE LE MURA
Lo Spazio Occupato ed Autogestito DAZDRAMIR non esiste più. Da circa un anno e mezzo; da quando, cioè, ha cessato di portare il suo attacco al cuore della società mercantil-capitalista per ripiegare su se stesso e divenire luogo senza prospettiva, dalle mura senza più vitalità vibranti.
Il luogo fisico che lo ha ospitato in tutti questi anni, in via Alfonso d'Este 13 a Ferrara, è invece stato sgomberato e murato nella mattina del 25 luglio 2007 dagli scagnozzi del Comune, che ne rientra in possesso dopo una serie di tentativi falliti in passato, giacché il Dazdramir è sempre stato refrattario a farsi legalizzare.
Ostinato e fiero nella propria posizione autonoma da qualsivoglia associazione o partito, il Dazdramir è stato l'unico esempio a Ferrara di reale autogestione dal basso e riappropriazione senza compromessi degli spazi urbani. Il variegato mondo che lo componeva comprendeva rivoluzionari, anarchici, comunisti, dadaisti, musicanti, clandestini, emarginati, irregolari, vegetariani, muratori fai da te, antifascisti incazzati, punx, lavoratori della notte, adepti del dio Shiva, strimpellatori, urlatori, liberi pensatori, imbianchini, idraulici, senzatetto, studenti, poeti sovversivi, ribelli sociali, saltimbanchi, degustatori del buon vino, amici, compagni.
Queste stesse individualità vagano e continuano nella loro opera di messa in discussione e disgregazione della società opprimente in cui vivono, in cui viviamo.

È in atto la ristrutturazione dell'intera città, cominciata con la svendita degli immobili pubblici e con gli sgomberi e le demolizioni. Ferrara cambia faccia, la costruzione di nuove Nocività industriali e la riorganizzazione degli spazi urbani in ottica mercantile vanno di pari passo con la politica della "tolleranza zero" voluta dall'autorità istituzionale nei confronti delle situazioni che potrebbero rallentare gli investimenti ed i conseguenti profitti di imprenditori e commercianti.
La chiusura dello stabile occupato di via Alfonso d'Este e la consegna di metà del luogo ad un'associazione che lo gestirà ossequiosamente in nome del Comune, assecondandone la volontà di riconquista e riassetto delle zone "scoperte", è solamente un tassello della Ferrara che verrà: configurata come un grande centro commerciale dove anche il divertimento avrà il suo giusto prezzo.
A chi costruisce e fa costruire muri un futuro da urbanista o da secondino assicurato, a noi, invece, un'esistenza oltre le mura, perché la nostra lotta varca e supera sia quelle materiali dietro cui i cultori della Proprietà amano trincerarsi, delimitando i loro reclusori e illudendosi che tengano all'urto delle insurrezioni future, che quelle mentali che, non meno spesse, sono le peggiori delle gabbie.
Contro la lobbie del Mattone: disseminazione! Infestazione! Rivoluzione! Non è finito un bel niente finché non si è morti e noi siamo ancora vivi, oltre le mura del Dazdramir.

APRIRE VERTENZE... NON COSTRUIRE MURI
Lo spazio dove per 13 anni è stato presente il Centro Sociale Occupato Dazdramir è ritornato nelle mani del Comune di Ferrara nella mattinata del 25 luglio 2007 ed è stato prontamente murato, senza nessun preavviso.
Come compagne e compagni del Collettivo che autogestiva il Dazdramir esprimiamo un giudizio di assoluta indifferenza rispetto alla vicenda, poiché il nome Dazdramir aveva terminato la sua lotta da qualche tempo nonostante qualcuno abbia tentato di far sua un'esperienza che non gli apparteneva.
Le persone che ultimamente vi dormivano (o che vi subentreranno grazie alle buone spinte istituzionali) non avevano, non hanno e mai avranno nessuna continuità politica e sociale con il nostro percorso di lotte e con il nostro collettivo che aveva abbandonato lo spazio da circa 2 anni.
In ogni caso non rinneghiamo nulla del nostro percorso e della nostra storia.
A tutt'oggi il divario tra la condizione di vita degli sfruttati e la ricchezza di pochi eletti, tra l'oppressione del controllo sociale e la qualità dei comportamenti autonomi di lotta, si è approfondito ed esteso in maniera irreversibile.
Lo dimostrano semplicemente le buste paga degli operai e le pensioni da un lato ed i continui sgomberi di spazi occupati ed arresti dei militanti che si oppongono a questo Stato di cose dall'altro.
Proprio per questo continuiamo a credere che seppur terminata quest'esperienza, le pratiche di autorganizzazione e riappropriazione degli spazi siano ancor oggi un valido strumento di attacco. Restiamo consapevoli che l'autogestione dal basso rimane l'unico metodo di reale partecipazione diretta degli individui all'amministrazione della loro vita che supera i concetti della delega e della meritocrazia imposti dai partiti istituzionali.
Occorre che la ribellione sociale, già consolidatasi in alcuni settori, si arricchisca di strumenti organizzativi diversi, compatibilmente con le contraddizioni territoriali presenti.
A Ferrara bisogna ancora perseguire nella lotta contro la costruzione della Turbogas, il triplicamento dell'inceneritore di Cassana e Contro Ogni Nocività; mobilitarsi al fine di contrastare la precarizzazione del lavoro e della vita; sostenere chi in questi anni sta cercando di far giustizia per l'assassinio di Federico Aldrovandi; combattere con ogni mezzo i fascisti della X-Mas perché non sfilino più nella nostra provincia; opporsi alla criminalizzazione e alla repressione sempre più esasperata degli immigrati che giornalmente vengono additati come unici responsabili di un degrado sociale che è invece il prodotto dello stesso Sistema capitalista.
Questa ribellione, tuttavia, non deve restare isolata dall'analisi che queste dinamiche sono sempre inserite nel contesto sociale ed economico della società in cui viviamo e controllate dal potere politico del capitalismo, sotto il cui Dominio crescono enormi disuguaglianze. Una per tutte: il fenomeno dei flussi migratori, già storicamente inarrestabili e accelerati da un complesso disegno neo-colonialista-liberista che perpetua situazioni di guerra globale e disastri ambientali.

Le nostre lotte continuano, continueranno, come sono continuate, anche senza quello spazio fisico.

http://www.autprol.org/