04/08/2007: No all’accordo
Lo SLAI Cobas aderisce all’iniziativa per il 12 settembre 2007 lanciata con l’appello: “PER UNA MOBILITAZIONE SOCIALE CONTRO L'ACCORDO SUL WELFARE”.
Noi riteniamo necessario che si arrivi allo sviluppo di un fronte più ampio e unitario possibile, a prescindere dalle sigle sindacali e politiche di appartenenza dei partecipanti, che getti le basi di un’opposizione sociale anticoncertativa e anticonsociativa alla politica “neoliberista” del governo Prodi, a partire dai nodi centrali del salario, del lavoro stabile per tutti e dei diritti nei posti di lavoro esigibili direttamente dai lavoratori stessi.
La “marcia in più” che proprio occorre per cominciare a divenire un’opposizione sociale credibile, pensiamo che richieda anche un confronto collettivo, aperto e a 360° sugli obiettivi e sulle modalità di mobilitazione, rompendo tutti gli steccati di autoprotezione del proprio “orticello” che troppo spesso hanno segnato i movimenti e le realtà di opposizione negli ultimi anni. Occorre compiere uno sforzo verso mobilitazioni e iniziative comuni, che durino nel tempo, che siano condotte unitariamente nei posti di lavoro e sul territorio.
Dobbiamo, insomma, fare quello sforzo unitario che non siamo riusciti a realizzare nel corso della campagna contro lo scippo del TFR.
Non pensiamo che si possa attendere ancora per intraprendere una strada che favorisca la costruzione di un’opposizione sociale e di massa, aperta e unitaria, chiaramente anticoncertativa e contro la guerra, che denunci e contrasti la politica del governo Prodi senza sottomissioni o tatticismi di alcun genere, finalizzati a sostenere irrealistiche ipotesi di “modifica” delle scelte “neoliberiste” dello schieramento di centro sinistra. Centro sinistra che con l’accordo del 20/7 e col DPEF, dopo i “regali” già elargiti con la Finanziaria, “sta pagando” l’appoggio elettorale avuto da Confindustria.
Attendere ancora vorrebbe dire o permanere nelle secche di un’opposizione rituale e minoritaria, che si autocompiace del proprio essere “contro”, oppure servire da puntello alle manovre per ridefinire gli equilibri all’interno del centro sinistra. Dobbiamo invece cercare di praticare tutte quelle iniziative che possano favorire lo svilupparsi un’opposizione sociale di massa anticoncertativa e indipendente, contrapposta a entrambi gli schieramenti di centro destra e centro sinistra, che pur con modalità differenti difendono gli interessi del capitalismo italiano.
Oltre ai punti posti alla discussione con l’appello ci sembra necessario aggiungere:
- il problema della rappresentatività nei posti di lavoro, non solo con il permanere del 33% garantito ai sindacati scelti dal padronato nelle RSU, ma con le limitazioni sempre più pesanti per le stesse RSU – specialmente per i delegati avversi alla concertazione – e l’assenza di diritti sindacali certi ed esigibili direttamente dai lavoratori (assemblea, ecc). In particolare la questione è urgente per i precari che, fermo restando l’obiettivo primario dell’eliminazione del lavoro precario nelle sue varie forme, sono privati di qualsiasi diritto, al punto di non poter essere addirittura ne’ elettori, ne’ eleggibili, nelle RSU.
- il lancio di obiettivi per ottenere la stabilizzazione dei lavoratori pecari nel pubblico e nel privato con condizioni e diritti pari a quelle dei lavoratori a tempo indeterminato, quale rivendicazione per la difesa di tutti i lavoratori. Il permanere di condizioni differenziate normativamente e del precariato è infatti uno strumento per l’abbassamento dei salari, per il peggioramento delle condizioni lavorative e per la limitazione dei diritti di tutti i lavoratori.
- l’opposizione alla repressione padronale, sempre più pesante nelle fabbriche e in particolare contro gli operai, il cui ultimo atto è stato il recente licenziamento del nostro delegato alla Fiat di Termoli Luigi Cravero. Opposizione alla repressione contro cui non basta la solidarietà, ma che va ribaltata in un’iniziativa a partire da tutti i posti di lavoro, rilanciando la lotta e la mobilitazione contro i contratti concertativi e precarizzanti siglati da confederali e autonomi e le condizioni di lavoro sempre più pesanti. Iniziativa che vogliamo portare avanti a partire dal settore dei metalmeccanici e intendiamo far ripartire subito dopo le ferie con un’assemblea aperta che si terrà sabato 29 settembre nell’aula consiliare di Termoli. Assemblea che, partendo dalla mobilitazione per riportare Luigi in fabbrica, rilanci una mobilitazione anticoncertativa a livello nazionale, a partire dai posti di lavoro.
Milano, 3/8/2007
l’Esecutivo Nazionale dello Slai Cobas
http://www.autprol.org/