18/07/2007: Comunicato "Collettivo per la liberazione Georges Ibrahim Abdallah"


Georges Ibrahim AbdalIah prigioniero politico incarcerato in Francia dal 1984, è liberabile dal 1999. Ma di mezzo c’è l’accanimento dello Stato, che rifiuta di liberarlo, usano tutti gli artifici possibili per negarli giustizia. Così, nel 2003 una giurisdizione della città di Pau (in provincia della quale Georges si trova incarcerato) aveva autorizzato la sua liberazione.
Georges depose una nuova domanda di libertà condizionale, il 6.2.2007.
Doveva essere esaminata oggi, martedì 26.6.07 alle ore 15.30, cioè quasi al limite massimo dei 6 mesi previsti dalla legge.
Per “ragioni tecniche” quest’esame è stato riportato al 4 settembre ’07!
Due mesi di attesa supplementari per Georges, allorquando ha già scontato più di 23 anni di reclusione.
Rammentiamo che oggi in Francia la giustizia d’eccezione si effettua tramite videoconferenza. L’imputato è solo, o con il suo avvocato, di fronte a delle telecamere, in carcere, circondato da guardie. Giudici, avvocati delle parti civili, procuratore sedendo confortevolmente a Parigi nelle aule del Palazzo di Giustizia.
Per di più, stranamente, c’è stato incidente tecnico. Nessuno sapeva far funzionare le telecamere! L’esame della domanda è stato così rinviato a dopo le vacanze giudiziarie. I magistrati devono riposarsi.
Che importa se Georges ha già passato più di 23 anni in carcere?
Può aspettare ancora.

“Non esiste la giustizia di classe” voi dite?
Di più, considerando il dossier preparato da DST (servizi segreti francesi) e omologhi statunitensi, è ben probabile che a settembre i giudici del tribunale d’eccezione, una volta ancora, si pieghino alle pressioni politiche interne ed esterne e che rifiutino la domanda di liberazione.

“Non ci sono prigionieri politici in Francia?” avete detto?
Georges Abdallah è incarcerato dal 1984!
23 anni durante i quali l’amministrazione penitenziaria ha tenuto sotto pressione Georges. Ultimamente, ricoverato in ospedale d’urgenza per gravi motivi, è stato sottoposto a condizioni simili a quelle delle “sezioni d’alta sicurezza”. Le guardie volevano persino lasciarlo ammanettato durante un’esame di scanner.

Ma Georges è un resistente. Fa fronte ad ogni aggressione e resta in piedi.
Georges Abdallah ha finito di scontare la parte “incompressibile” della pena, nel ’99 (vale a dire la parte di pena da scontare sicuramente senza poter accedere a “benifici”, nel suo caso erano 15 anni).
Da quella data è liberabile! 8 anni in cui la giustizia gioca con lui come il gatto con il topo. Ma Georges è un rivoluzionario che non cede. Fedele alla propria militanza, resiste e combatte sempre, dal fondo della sua cella, imperialisti e sionisti. Ed è ciò che lo Stato, i sionisti e gli statunitensi gli rimproverano.
È comunista, rivoluzionario, combattente per la causa palestinese, e lo rivendica.
Il trattamento inflitto a Georges è intollerabile, tanto quanto l’attitudine di coloro che tacciono!
Il muro del silenzio è duro da rompere, ma noi continueremo a sostenere Georges e a lottare per la sua liberazione.
“La Vittoria o la Vittoria”

26.06.07

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