26/06/2007: Lettera dal carcere di San Vittore (MI)


Cari compagni,
vi saluto e vi ringrazio per le iniziative a nostro sostegno ma anche di tutti i prigionieri politici e contro l'art. 41 bis.
La solidarietà attiva è utile ed importante, e sono conscio che questa vi attira le poco gradite attenzioni della controrivoluzione, già esercitatesi nei nostri confronti.
Vorrei parlarvi anche per gli altri compagni, che peraltro non conosco personalmente ma dopo più di cinque mesi di questa operazione "Tramonto", ci troviamo ancora in isolamento con il divieto d'incontro tra di noi e pure con tutti gli imputati di "306" (banda armata). Questo è un po' strano, anche per la mia esperienza pregressa, dato che sembrava tutto acclarato e nitido fin dai primi momenti. Probabilmente la necessità di cogliere un determinato momento politico e d'incidere su d'esso ha portato un po' a scambiare i desideri per la realtà. Noto, senza entrare nel merito, che diversi compagni, tuttora in carcere, hanno imputazioni simili o anche giuridicamente più lievi di quelle di una compagna svizzera che non è mai stata arrestata.
Non che la Svizzera sia la patria del buon diritto, come si è visto per Marco Camenish. Il problema è che la rappresentazione del diritto borghese è una farsa che non fa ridere, ma si rapporta direttamente alle esigenze del potere di controllo e repressione.
L'ultima novità è stata il prelievo forzato del DNA che se ha dubbi fini investigativi, finirà nell'apposita banca dati Euro-americana.
Sottolineo il mio sostegno per le iniziative contro il 41 bis. Questo strumento è il vertice di una piramide che a scendere arriva a una base così larga da penetrare nel quotidiano di ognuno in nome della sicurezza. La sicurezza del potere oligopolista della borghesia a danno del proletariato e da questi sentito sempre più come iniquo e ingiustificato. Quindi superfluo.
Al tramonto segue l'alba e tante albe rosse si potranno vedere.

Saluti comunisti

Bruno

http://www.autprol.org/