18/06/2007: Lettera dal carcere di Opera - Milano
CARI COMPAGNI/E
Vi scrivo oggi in un momento di rabbia fortissimo.
Ho da poco appreso l'ultimo delirio di digos, magistratura e stampa forcaiola secondo il quale saremmo una pista per l'assassinio della compagna Josè.
Fra tutti, credo che questo sia il più grave tentativo di denigrazione nei nostri confronti.
Non ho modo di esprimere quanto il sangue mi ribolle e come i nervi si siano tesi.
Ho conosciuto Josè. Una compagna splendida, solare, combattiva e che ha pagato con il licenziamento la sua capacità di ribellarsi. E sempre col sorriso in bocca non si è mai rassegnata ma ha sempre continuato a non darsi per vinta con l'orgoglio e la fierezza che deriva dall'essere proletari che non hanno altri mezzi se non la lotta per difendere la propria dignità.
Come operaio, come proletario, come delegato sindacale e come comunista mi sento molto vicino alla sua vita che è la vita di tanti lavoratori che smettono di subire, che decidono di agire, che diventano volenti o nolenti, avanguardie perchè creano esempi positivi per tutti gli altri lavoratori.
Josè fa parte del mio/nostro stesso campo, siamo dalla stessa parte della barricata.
Nessuno può anche solamente pensare di cercare gli artefici del suo barbaro assassinio tra chi, come lei, ha dato molto nella propria vita nella difesa dei lavoratori e dei proletari.
Chi fa questo e chi gli dà credito sono degli sporchi e vigliacchi spargizizzania.
L'unico pensiero che mi conforta un poco è l'idea che più ci denigrano con questioni assurde più si rende evidente tutta la loro opera menzognera e che se devono ricorrere a simili congetture vuol dire che avvertono pesantemente la loro debolezza e la loro inconsistenza.
Ma è un conforto di ben poco peso di fronte alla rabbia che provo e l'impossibilità di potermi contrapporre alle loro calunnie dovuto alla galera, provoca un senso di frustrazione troppo forte.
Per fortuna c'è chi darà voce a questa rabbia.
Beh! Dopo questo sfogo vi comunico che per il resto è tutto ok e che il morale, nonostante queste nefandezze è sempre bello alto.
Continuano a ondate di 5 - 10 - 15, le lettere che mi arrivano da tutte le parti e che fanno sì che le giornate si riempiano con i piacevoli doveri delle risposte.
I miei compagni di lavoro mi scrivono spesso e dovrò adesso trovare un modo nuovo per contribuire alle lotte che si preparano: pensioni, CCNL, rinnovo contratto interno.
Per tutto il resto, e cioè la solidarietà espressa il 25/4 e il 1/5, le varie iniziative di cui mi sono arrivate notizie, non ho parole. C'è un lavoro veramente enorme lì fuori che, vi garantisco, riempie ogni centimetro cubo di questa miserabile cella. Di fronte al lavoro di tanti compagni, qui mi sento un po' un fancazzista in ferie a fare niente. Solo leggere e scrivere, scrivere e leggere. Beh! Almeno questo si può fare.
Con tanto affetto, buon lavoro e saluti comunisti
A pugno chiuso
OPERA 16/05/07
Bortolo
http://www.autprol.org/