18/06/2007: Appello per i fatti dell'11 marzo a Milano
Venerdì 15 giugno si è svolta la prima udienza del processo di appello contro la condanna nei confronti dei compagni e delle compagne scesi in piazza l’11 marzo 2006 con altre centinaia di antifascisti, nel tentativo di impedire che Milano, città medaglia d’oro per la Resistenza, fosse attraversata dalla parata fascista di Fiamma Tricolore. La marcia fascista fu autorizzata dal prefetto, dal sindaco, dalla questura e non osteggiata dai dirigenti dell’ANPI e dai partiti della sinistra borghese, che in questo modo hanno lavorato per svuotare l’antifascismo dai suoi contenuti attivi e di lotta.
Questi 18 compagni e compagne furono accusati e processati (tra l’altro senza alcuna prova, a dimostrazione dell’evidente carattere persecutorio) per “devastazione e saccheggio” e “concorso morale” e condannati nella sentenza di primo grado a quattro anni di reclusione.
Nonostante gli imputati siano rimasti fuori dal tribunale in solidarietà con due dei 18 ai quali non era stata recapitata in termini di legge la convocazione di comparizione e che quindi, non avrebbero potuto presenziare in aula, alcune decine di persone sono entrate a certificare, con la loro presenza, la ripresa della mobilitazione in solidarietà con gli antifascisti. All’esterno erano presenti un centinaio di compagni e compagne di varie organizzazioni, collettivi e di realtà organizzate, e numerosi singoli che, dall’inizio dell’udienza fino alla conclusione, hanno presidiato e manifestato davanti al tribunale.
Il partito dei CARC è stato presente con una propria delegazione al presidio manifestando con un banchetto informativo ed un volantinaggio invitando le persone che erano all’esterno ad affollare l’aula dove si svolgeva l’udienza.
La mobilitazione contro la sentenza di primo grado del “moderno tribunale speciale” milanese, deve diventare la più vasta possibile, e svilupparsi allo stesso modo dentro e fuori le aule del tribunale. E’ necessario che il processo di appello diventi lo strumento per mezzo del quale si riaffermi con forza la difesa dell’agibilità politica degli antifascisti e la legittimità delle pratiche che essi mettono in campo per difendere i valori della Resistenza e contrastare i rigurgiti del fascismo denunciando e smascherando i suoi apologeti e fiancheggiatori.
Le aule in cui viene celebrato l’appello devono essere trasformate in luoghi di accusa contro coloro che, espressamente o celandosi dietro la facciata di difensori della legalità e della democrazia, si macchiano dell’infamante (quello si) reato di apologia del fascismo.
Difendere i valori della Resistenza!
Libertà per gli antifascisti!
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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