13/06/2007: AGGIORNAMENTO ESSID SAMI BEN KHEMAIS
Come avrete sentito dai mass media Sami non è stato liberato domenica 3 giugno, come invece avrebbe dovuto essere perché ha finito di scontare la pena.
Avremmo voluto aggiornarvi prima, ma la situazione è talmente anomala che abbiamo voluto esserne certi prima di scrivere.
Valutate voi.
Noi vi chiediamo la massima diffusione e la massima attenzione per una situazione sempre più assurda e sempre più grave.
Venerdì 2 giugno gli è stato notificato in carcere un altro mandato d'arresto, il 3°.
Quattro paginette stilate in fretta, in fretta giusto per non farlo uscire.
Poi, la settimana scorsa con più calma, gli inquirenti costruiscono meglio l'accusa e spiccano un altro mandato d'arresto (il 4°) motivandolo con 40 pagine.
"Brillante Operazione anti-terrorismo della Guardia di Finanza di Milano" titolano i giornali.
Però che vigore che ha ultimamente la G. di F. di Milano... chissà perché ?!?
Gli inquirenti parlano, ancora una volta, di un nuovo pentito dalle rivelazioni clamorose.
Ma questo pentito non ha nulla nè di nuovo né di clamoroso se non la sua maniera piuttosto ributtante di salvarsi la vita.
Jihad Tlili Lazar parla ininterrottamente dal 2003 sia in Italia che in Francia aggiornando man mano che gli sbirri ne hanno bisogno.
Il pentito è già stato, più volte, dichiarato inattendibile dalla stessa corte d'assise di Milano e quindi le sue dichiarazioni sono inutilizzabili perchè ha il vizietto di pentirsi a ripetizione, ma poi si rifiuta regolarmente di confermare le accuse in dibattimento e spesso non va neppure in tribunale.
Anzi una volta in Francia, pare non siano riusciti neanche a farlo uscire dalla sua cella... La sua attendibilità è uguale a zero.
I reati ipotizzati, questa volta, nelle 9 ordinanze di custodia sono: associazione a delinquere con finalità di terrorismo, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falsificazione di documenti, furto di auto e, quest'ultima novità, traffico di stupefacenti.
Il tutto sarebbe successo nel 1999 per terrorismo; nel 1999 quando ancora in Italia manco si parlava di terrorismo islamico.
L'accusa di favoreggiamento, già pagata, viene arricchita da un nome: Sami avrebbe fatto entrare illegalmente in Italia il fratello... grosso reato terroristico!????
L'avv. Clementi ha già chiesto la nullità per insussistenza di indizi di colpevolezza e per "Ne Bis in idem" letteralmente "non 2 volte la medesima".
Sami infatti, a parte questa nuova stupidaggine della droga, ha già scontato tutti i reati che gli sono contestati.
Ma, c'è un'altra particolarità di questi processi sull'islamismo. L'ordinanza riguarda 9 persone ma nei fatti sono 4: 1 è a Guantanamo, 1 è in Inghilterra e altri 2 (compreso Sami) in Italia.
Gli altri 5 non si sa se siano vivi o morti in varie parti del mondo tra il 2003 e il 2007.
I giornali dicono in Tunisia, Algeria, Iraq e chi più ne ha più ne metta.
Non si capisce se c'è un morto per ogni paese o se sono tutti morti contemporaneamente in tutti quei paesi. Non ci sarebbe molto di cui ridere ma sembra quasi una barzelletta.
C'è questa strana perversione di continuare, da anni, ad indagare e processare islamici morti e\o dispersi pur di riempire di nomi gli atti giudiziari in cui poi infilare di straforo un disgraziato da eliminare dalla circolazione.
Quelli che non può arrestare o non può espellere, lo stato italiano di ieri e di oggi, che nulla è cambiato, li tiene sempre sul filo del rasoio non rinnovandogli né il permesso di soggiorno né i documenti quindi in balia di qualunque fermo.
In un'intervista rilasciata al Corriere il ministro degli interni Amato si lamentava:
"Perché l'alt alle espulsioni intimato dalla Corte europea per i diritti dell'uomo non è un ordine tassativo, vale come una raccomandazione, ma far finta di niente non si può. Del resto l'allontanamento obbligatorio o avviene verso il Paese d'origine o non avviene…
Finora l'espulsione è stato un rimedio per mandare via i sospettati di terrorismo che non si riesce ad incastrare in tribunale e non si possono tenere in galera, e già per alcuni di loro i giudici di Strasburgo s' erano messi di traverso: in patria rischiano maltrattamenti o addirittura la vita, non si devono far partire.
Adesso il problema si pone con un terrorista per così dire «accertato», nel senso che Sami Essid Ben Khemais è stato condannato ed è giunto alla fine della pena. I responsabili della sicurezza lo rispedirebbero volentieri nel suo Paese..."
Amato, illustrando la situazione, ha messo in evidenza il fatto che tra i motivi per cui da Strasburgo hanno recentemente bloccato un allontanamento verso la Tunisia, c'è anche un rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sulla situazione in quel Paese, oltre a quelli provenienti da organismi come la Croce rossa internazionale o Amnesty international...
Una delle soluzioni ipotizzate nella riunione veneziana sarebbe quella di "costruire una sorta di «ombrello diplomatico» a protezione delle persone allontanate, attraverso delle garanzie fornite dai governi dei Paesi d'origine sul trattamento degli espulsi".
Bella lingua l'Italiano, ricca di termini che si arricchiscono per aggiornarsi al cambiamento dei tempi, ed ecco qua: la persecuzione in Italia, ora, si chiama «ombrello diplomatico».
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