04/06/2007: Nuoro: resoconto udienza 28/05/2007
Il 28 maggio 2007 si è tenuta presso il tribunale di Nuoro la seconda udienza del processo ai compagni Antonella Lai, Ivano Fadda e Paolo Anela. L’udienza è stata abbastanza breve (è durata si e no 1 ora e mezza) e sono stati nominati due nuovi periti mentre un altro, già incaricato precedentemente, ha accettato la nomina, per la nuova perizia sull'ordigno che inizierà il 5 giugno (il giudice gli ha dato 30 giorni di tempo) per le intercettazioni telefoniche e, per i tracciati del Gps, 45 giorni di tempo a partire dal 7 giugno.
La prossima udienza è il 4 giugno, giorno in cui il p.m. potrà nominare fino a 5 testimoni ma, essendo le accuse basate esclusivamente sulle intercettazioni e sui rilievi Gps, pensiamo che al massimo nominerà l’onorevole Bruno Murgia, il candidato di AN presso la cui sede elettorale era stato trovato l'ordigno.
All’udienza erano presenti 2(!) giornalisti e pochissimi elementi delle forze dell’ordine, sia perché “hanno” liberato “Titti” Pinna, che per il fatto che questa farsa non deve avere un risvolto mediatico troppo evidente visto il fallimento del primo atto due settimane fa.
Molti i compagni, gli amici e i parenti: per quanto riguarda i prigionieri li abbiamo visti e salutati e sembravano abbastanza tonici, anche se Ivano continua a rimanere in isolamento a Cagliari e l’ordine di trasferimento del giudice è stato disatteso.
Il D.A.P. (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), interrogato in merito, ha risposto con un'ordinanza in cui si parla del suo mancato trasferimento a Nuoro a causa del sovraffollamento del penitenziario di Badu’e Carros dovuto a lavori strutturali…
Ovviamente non si spiega l'isolamento a cui è tuttora sottoposto e il suo avvocato (eccelso esponente del Foro di Nuoro, pare…) non ha fatto alcun cenno di tutto questo neanche all'udienza.
Che si stia cercando di piegarlo o quantomeno di torturarlo il più possibile con i mezzi legali a disposizione è stato chiaro a tutti anche dal clima di terrorismo psicologico adottato in aula: diversamente dalla prima udienza infatti, questa volta le guardie si sono strette attorno ai compagni per evitare che comunicassero "liberamente" e Ivano inizialmente l'hanno rinchiuso nella gabbia più lontana dal pubblico.
Poi, come prevede la “Legge”, lo hanno fatto sedere vicino al suo avvocato e dopo l’udienza tutti e tre hanno potuto vedere i familiari per addirittura 2 minuti e mezzo.
Meno male che, anche all’interno D.A.P., noto covo di fascisti, approfittatori e sfaticati, ci sono persone che sanno ancora trasgredire agli ordini...
Comitato permanente contro la repressione
http://www.autprol.org/