04/06/2007: Pubblico impiego: l’ennesimo pasticcio sindacale
Cgil Cisl Uil cantano vittoria per aver firmato il 29 maggio un accordo che di fatto prevede in termini economici quanto già era stato ottenuto in accordi firmati solo qualche settimana prima e sui quali già Cgil Cisl Uil avevano cantato vittoria.
Il fatto è però che per ottenere quanto già ottenuto si è infine accettato l’ennesimo pasticcio, cioè quello dell’allungamento della contrattazione da biennale a triennale, che non è cosa da poco.
Già questo basterebbe a descrivere l’inconsistenza delle segreterie nazionali trattanti (categoriali e confederali), pronti ad accettare qualsiasi peggioramento sia in corsa che a traguardo raggiunto, ma c’è ben altro.
I vertici sindacali (sopratutto quelli Confederali) non possono pensare di prendere in giro qualcuno spacciando come marginale il cedimento sulla triennalizzazione della contrattazione (dicono infatti che è solo sperimentale e che non vale per le altre categorie). I nostri vertici sindacali sanno benissimo (o non lo sanno ?... ed allora è ancor più grave) che proprio in questi giorni stanno seduti ad un tavolo concertativo con Governo e Confindustria dove tra le altre cose la posta in gioco è proprio la struttura della contrattazione. Da scavati ed esperti funzionari sindacali (almeno un poco di esperienza ce l’avranno... speriamo) dovrebbero immaginare come e quanto peserà su quel tavolo la concessione da loro data al Governo amico. Già c’è da immaginarsi cosa dirà Federmeccanica. Chiederà che anche all’industria privata vengano concessi gli stessi cedimenti che tanto graziosamente le segreterie sindacali hanno concesso al padrone pubblico.
Le segreterie categoriali e confederali che hanno firmato l’accordo per la triennalizzazione della contrattazione si sono quindi assunti la responsabilità di aver ormai compromesso sia il tavolo concertativo su contrattazione e produttività, sia i tavoli contrattuali che si stanno aprendo in questi giorni (meccanici).
Grave è poi, che come è costume di una burocrazia che ormai ama autocelebrarsi e farsi i complimenti da sola, un passaggio così grave sia stato deciso senza neppure sentire i lavoratori, ai quali solo poche settimane fa era stato detto (esibendolo) che il contratto era stato firmato e senza concessioni, ed ai quali solo fino a pochi giorni fa, la Cgil dichiarava che mai avrebbe accettato l’allungamento al periodo triennale della contrattazione.
La debolezza dell’argomentazione sindacale (non sia mai che dicano esplicitamente che questo cedimento su un accordo già firmato e quindi esigibile, è stato concesso per sostenere il Governo amico) sta tutta nelle dichiarazioni immediatamente dopo l’accordo.
Epifani ha dichiarato : "Ci dispiace che questo accordo sia stato fatto solo ora. Si poteva fare molto prima". Sulla sperimentazione della triennalità del contratto ha osservato che si tratta di "un’unicità".
Sull’unicità di questo accordo Epifani pende in giro se stesso oltre che tutti noi (a meno che sia solo da un mese che fa il sindacalista... ma non ci sembra), ma la perla vera è la sua rimostranza di come questo accordo poteva essere firmato già da prima. Ma come??... non era stato già firmato prima un accordo che prevedeva i 101 euro lo scorso 6 aprile 2007?... o ci hanno preso in giro?!
Angeletti riesce anche ad arrampicarsi sui vetri svolgendo una sua strana logica che conclude come il triennio sia meglio del biennio. Infatti ha detto "...sarà un miglioramento: avremo finalmente rinnovi per tre anni pagati per tre anni, e non rinnovi per tre anni pagati per due, come succedeva adesso..". Una cima si sapienza.
Ad Angeletti non viene neppure in mente che se gli ultimi bienni sono durati tre anni invece che due non è certo perchè la cosa risultava da un oggettivo ed inevitabile calcolo aritmetico o da una strana interferenza astrale, quanto invece dalla scarsa determinazione sindacale a chiedere il rispetto, ed a lottare per ottenerlo, del diritto all’effettiva copertura della contrattazione biennale. Guardando all’esperienza precedente ed alla debole determinazione ed autonomia sindacale, guardando alla scarsità di democrazia e di strumenti di controllo dei lavoratori nei confronti dei tavoli contrattuali e degli accordi c’è da credere che se prima il biennio durava tre anni, da domani il nuovo triennio (che tanto ha colpito l’immaginazione di Angeletti) durerà come minimo 4 anni.
Bonanni, che già aveva venduto il triennio giorni prima dell’accordo, ha difeso questa scelta con argomenti ancora più bizzarri. "...sulla triennalità nessuno è preoccupato, anzi. È più agevole per la finanza pubblica e noi avremo la possibilità di confrontare inflazione reale e salario. E avere più produttività per avere più salari...". L’avessimo saputo prima...
Bonanni fa un ragionamento semplice. Più è lunga la distanza tra un contratto e l’altro e meglio ci riesce a fare i conti sull’inflazione così riusciremo a portare più soldi a casa. A questo punto tanto vale fare una contrattazione decennale così, quando presenteremo la piattaforma, potremo chiedere una vagonata di soldi.
Se queste sono le alte argomentazioni che portano i nostri vertici sindacali a giustificare e motivare l’accordo firmato... stiamo freschi. Diciamo pure, senza ritegno, che da persone che si presumono sindacalisti ci si aspetterebbe di più.
In realtà l’accordo firmato il 29 maggio è proprio un gran bel pasticcio, l’ennesimo cedimento sindacale alla real politik e la fine, oltremodo tragica, della concertazione come l’abbiamo conosciuta dal 1990 ad oggi... ma al peggio non c’è rimedio. Ricordiamoci che sono ancora aperti i tavoli sulle pensioni e sui modelli contrattuali.
A questo punto è urgente e necessario che tutto l’impianto sindacale venga oggi sottoposto a verifica. Una cosa democratica che si faceva nel sindacato fino a qualche anno fa.
Con quali richieste e paletti si va al confronto su pensioni e modello contrattuale? Sappiamo che le segreterie ne hanno discusso ma nessuno nei luoghi di lavoro ne sa nulla.
Ma siamo sicuri che l’accordo del pubblico impiego, sopratutto sulla triennalità contrattuale, rappresenti la volontà dei lavoratori?
Cgil Cisl Uil, invece di parlare alla televisione, di lasciare interviste pompose sui giornali, abbiano il coraggio (almeno quello professionale) di sospendere ogni trattativa (su pensioni e modello contrattuale) per andare a sentire cosa vogliono i lavoratori, ed abbiano il coraggio (professionale) di sottoporre a referendum l’accordo sul pubblico impiego.
Se non lo fanno (se manca a loro il coraggio professionale) di verificare con quelli che loro dicono di rappresentare (lavoratori) la loro strategia e gli accordi che firmano vuole dire che non è i lavoratori che rappresentano ma qualche cosa d’altro, tipo un governo amico, un percorso politico o progetti di alleanza con altre sovrastrutture autoreferenziali come orami sono diventati loro.
E questo vorrebbe dire solo una cosa... il disastro sindacale.
COORDINAMENTO RSU
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