30/05/2007: Contratto 2007. Una piattaforma ...contratta...


Si apre al 30 giugno questa nuova tornata contrattuale e a differenza di quella precedente si tratta anche la partenormativa.
Si apre tra i festeggiamenti dei dirigenti FIM FIOM UILM soddisfatti della ritrovata unità sindacale.
Unità costruita a prescindere dal pensiero dei lavoratori su un accordo come al solito al ribasso da un punto di vista salariale e che in quasi ognuno dei suoi punti va incontro alle necessità delle aziende metalmeccaniche e dei loro profitti.
Il primo problema che poniamo su questa piattaforma è di metodo: ancora una volta, le "rivendicazioni" dei lavoratori si costruiscono nei piani alti delle segreterie federali senza nemmeno abbozzare un minimo di consultazione fra chi è poi sfruttato quotidianamente nelle fabbriche. Pensiamo che le piattaforme di rivendicazione debbano essere il risultato della discussione nelle assemblee di fabbrica e non il frutto di una trattativa tra le segreterie delle federazioni che traggono le loro informazioni dai dati forniti dal governo e dalle associazioni datoriali, e che alla fine non rappresentano mai gli interessi reali dei lavoratori.
L'altra questione importante invece sta nelle ragioni delle "rivendicazioni": le stesse organizzazioni che le hanno partorite non hanno nessuna vergogna ad affermare che la piattaforma dei metalmeccanici è in perfetta linea con la politica dei redditi e degli accordi del '93, regole che sono servite solo a far perdere potere d'acquisto a lsalario e a ridurre i diritti dei lavoratori di tutte le categorie. Se si considerano le linee scritte nei documenti congressuali della FIOM, questa piattaforma sembra dettata da FIM e UILM. Chel’irrequieta e disobbediente FIOM stia cedendo al ricatto della CGIL? O al ricatto di un nuovo accordo separato? Eppure è il sindacato maggiormente rappresentativo… Entrando tecnicamente nel merito delle richieste, ovviamente, abbiamo moltissimo da ridire. La legge Biagi, contro la quale alcuni degli scrittori dell’ipotesi di piattaforma millantavano una grande battaglia per l'abrogazione, continua a essere recepita. Infatti, si stabilisce il tetto del 15% per i contratti di lavoro atipico nelle aziende escludendo da questa percentuale i contratti di inserimento e quelli d'apprendistato, che ovviamente sono molto più convenienti e funzionali del lavoro somministrato, lasciando, di fatto, alle aziende ampio margine di ricatto e sfruttamento. Noi pensiamo invece che il contratto nazionale debba imporre che il contratto a tempo indeterminato debba essere l'unica tipologia di rapporto di lavoro.
Un altro aspetto molto negativo è l'incentivazione dell'orario plurisettimanale. Ce l’hanno fatto inghiottire nella scorsa tornata, dicendoci che tanto era solo sperimentale, e che stavolta l'avremmo cancellato. Non ci sorprendiamo, ma ci arrabbiamo ancora di più, nel trovarlo ribadito in questa piattaforma ulteriormente incentivato in termini economici. Un altro pugno nello stomaco è la proposta di inquadramento unico, buttata nel calderone senza che esistano ancora le declaratorie che stabiliscono mansioni e percorsi. Nel modo in cui si presenta ci rendiamo conto che questo inquadramento unico è un pericoloso strumento che, in assenza di chiarezza, può favorire una gestione dei rapporti ancor più clientelare e discriminatoria da parte dell’azienda.
La richiesta salariale, ovviamente, non tiene conto né di tutto quello che abbiamo perso nei rinnovi precedenti né della reale perdita salariale che avremo nei prossimi anni: 117 euro al quinto livello, che per il terzo significano 101 euro lordi, sono davvero una richiesta ridicola rispetto alle esigenze dei lavoratori. Pensiamo che la richiesta di aumento si dovrebbe attestare attorno alle 200 euro uguali per tutti. Il criterio dei parametri non tiene conto del fatto che davanti alla cassa di un supermercato siamo tutti uguali.
In base a queste considerazioni pensiamo che sarebbe doveroso per i metalmeccanici far sentire la propria voce di dissenso anche nei confronti delle segreterie sindacali, affermando il proprio NO a questa ulteriore piattaforma lacrime e sangue. Non possiamo andare avanti con la concertazione, gli stipendi sono ridotti all'osso. Tutte le piattaforme rivendicative devono essere espressione della reale volontà e dei bisogni dei lavoratori. La lotta per il rinnovo del contratto non può prescindere dai gravi attacchi al salario rappresentati dal furto del TFR e dalla futura riforma pensionistica.

Al referendum votiamo NO
E rivendiachiamo la costruzione della piattafoma a partire dalle assemblee di fabbrica!

25/05/2007
Coordinamento metalmeccanici Nord Ovest(Piemonte e Lombardia)

http://www.autprol.org/