27/05/2007: Lettera dal carcere di San Vittore (MI)


Care compagne e compagni,
mi mancate tutti tantissimo e non potete immaginare quanto vorrei essere con voi in due giornate, il 25 aprile e il I maggio, che fanno parte del nostro patrimonio di comunisti.
Giornate in cui dobbiamo far sventolare la bandiera rossa con rinnovato amore pensando ai tanti compagni, partigiani, antifascisti e lavoratori che sono caduti lottando per una società migliore.
Tanti pennivendoli hanno provato in questi anni a infangare il nome di chi ha dato la vita per liberare la nostra terra dalle catene del fascismo.
Non è un caso che tanta energia venga impegnata per dare voce al revisionismo storico che vuole da un lato negare la forza e il coraggio della Resistenza e dall'altro vuole far passare da liberatore l'esercito americano.
Tutto questo è funzionale per legittimare la guerra imperialista in Iraq e in Afghanistan e per rendere più accettabile l'occupazione USA in Italia che si concretizza con quasi 200 basi militari (tra USA e NATO). Basi che il governo dello zio Sam non ha nessuna intenzione di abbandonare dopo 60 anni, ma anzi vuole potenziare (basta pensare a Vicenza).
Ma c'è un altro importante obbiettivo: creare un clima di desolidarizzazione con tutti quei popoli che oggi, quotidianamente, resistono alle bombe, alle aggressioni, alle umiliazioni che le truppe "democratiche", NATO o USA che siano, compiono nei paesi finiti nel mirino dell'imperialismo occidentale. Ma la borghesia imperialista mostra il suo volto fascista anche in politica interna. Basta pensare ai CPT, alle lotte soffocate da sindacati sempre più legati ai padroni invece che ai lavoratori, alla legittimazione sempre più eclatante di movimenti e partiti che inneggiando al duce, tra il silenzio complice delle istituzioni, si stanno macchiando sempre più spesso di aggressioni, pestaggi e assassini conditi da una vergognosa propaganda reazionaria.
Per non parlare, cari compagni e compagne, della repressione feroce che la borghesia riserva a chi si oppone a tutto questo, a chi ha il coraggio di gridare, lo dimostra il numero di comunisti, anarchici e antimperialisti rinchiusi nelle carceri e il trattamento che a noi viene riservato.
Non è questa la società che vogliamo consegnare ai nostri figli. Per questo non possiamo che unirci al grido degli sfruttati, il futuro è nelle nostre mani.
Gli ideali di libertà che hanno guidato tanti partigiani e partigiane non devono cadere nel fango di un fascismo cammuffato.

Con infinito amore
A pugno chiuso

Amarilli

P.S. ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!

15/04/07

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