15/05/2007: Informazioni attorno e contro il vertice G8 2007-05-07
UNA QUESTIONE DEI MOVIMENTI STESSI
Prima o poi doveva accadere. Senza che ce ne fosse bisogno alcune esternazioni di funzionari di Attac hanno spezzato il reale, seppur non armonico, rispetto reciproco di cui è permeato il mondo organizzato di coloro che lottano contro il G8: in un'intervista ai giornali sono state ben sottolineate le distanze dalla violenza (come sempre: dalla violenza dal basso, cioè da quella della sinistra). Così, da adesso, anche la mobilitazione-antiG8 ha il "dibattito sulla violenza", perché..., per davvero, perché? C'è una sinistra combattiva armata, c'è la militanza che agisce nella lotta di strada, da qualche parte viene preparato l'assalto al Kempinski (l'edificio in cui si svolgono i lavori del G8)? Le affermazioni di Attac non rendono comprensibile la comparsa di un simile evento. E tuttavia la trovata doveva essere formulata in modo manifesto. Lo stesso vale per alcune risposte e lettere aperte rese manifeste dallo spettro della sinistra radicale. Naturalmente: né il codice penale borghese né la morale ipocrita dei criminali statali stabiliscono quel che è definibile come resistenza e in quale forma si debba esprimere la protesta. Questa è una questione che riguarda i movimenti stessi - e non riguarda soltanto un aspetto dell'oggettività politica, ma bensì anche la soggettività ribelle. Le prese di distanza, ma anche alcuni scambi, non hanno come riferimento l'auspicato processo del movimento, ma soltanto il proprio ristretto ambiente - e sono servite innanzitutto all'autoassicurazione.
Sia chiaro, noi non poniamo la questione della protesta e delle forme di resistenza come considerazione secondaria. Al contrario: noi agiamo contro la politica del G8 con azioni ampie, molteplici e sovversive, perciò anche in modo evidentemente forzoso. La sinistra che agisce, sin dall'inizio ha detto di voler collaborare alla creazione di un Forum per un'intesa comune; un'alleanza che assuma questo nome in quanto si impegna, nel pieno rispetto delle diverse posizioni, in una causa comune. Un'alleanza temporanea, tuttavia pronta e aperta ad organizzare questo scopo comune. Per investire in essa fiducia e forza, per acquisire risorse e capacità ed anche, più esattamente, per integrare i diversi punti di vista e le differenti impostazioni, relativamente alle forme di resistenza e alle tradizioni di protesta.
Dal nostro punto di vista l'alleanza non è soltanto una necessità per una protesta effettiva, ampia e violenta al vertice, ma anche essenzialmente come esperienza pratica per tutto quello che verrà intrapreso dopo il giugno 2007. Una simile alleanza non potrà ad ogni modo essere messa in piedi. In troppi pochi erano pronti e nella condizione necessaria. certo, oggi esiste un coordinamento, ma nessun appello comune, nessuna cassa comune e nessuna tribuna stampa comune. Si è voluto che fosse così, non da parte nostra. La conseguenza è che ciascuno va avanti come prima. Qualcosa possiamo ancora modificarlo e dovremo assolutamente farlo. Questo dipende dal togliere di mezzo la diffamazione verso gli altri approcci all'azione.
da G8 TRA n. 4 primavera 2007, giornale per una sinistra capace di agire
Informazioni attorno e contro il vertice G8 2007-05-07
http://www.autprol.org/