29/04/2007: Argentina: pesante repressione. Assassinio
Dall'inizio di marzo vengono represse in Argentina le proteste degli insegnanti, diffuse a livello nazionale, per salari più giusti. La repressione è stata particolarmente grave nella provincia di Neuquen. Ieri la situazione è precipitata con l'assassinio dell'insegnante Carlos Fuente Alba. E' stato annunciato lo sciopero nazionale: "Questo sciopero sarà l'inizio di un piano di lotta nazionale. Questa è la richiesta di migliaia d'insegnanti in lotta". (Oaxaca è ovunque)...
GLI INSEGNANTI ARGENTINI CHIAMANO ALLO SCIOPERO NAZIONALE
Gli scioperi degli insegnanti argentini per salari più alti si sono estesi a tutto il paese. Sono già iniziati a Neuquen, Salta, e Santa Cruz, Catamarca, La Rioja e Corrientes come anche nella provincia di Buenos Aires.
Il 4 aprile, nel corso delle brutali azioni repressive contro gli insegnanti, iniziate ormai da tempo, l'insegnante Carlos Fuentealba, che si trovava all'interno di una casa, è stato colpito in viso da una granata lanciata da un ufficiale della sicurezza distante da lui pochi metri. Nel frattempo Fuentealba, dopo parecchie ore di lotta contro la morte, è rimasto ucciso dalle ferite e dalla "morte cerebrale". La granata che ha colpito il quarantunenne era stata lanciata da un poliziotto della provincia, nel quadro della "lotta all'insurrezione" ordinata dal governatore di Neuquen Jorge Sobisch. L'insegnante di geografia Gabriel Pillado, che si trovava dietro la persona che ha portato fuori Carlos Fuentealba dall'edificio, ha dato un resoconto drammatico dei fatti accaduti nella strada 22: "Il proiettile è stato lanciato da due metri di distanza, è esploso in un luogo chiuso e ha provocato attacchi di asfissia e la fuoriuscita della massa cerebrale di Fuentealba. La sua condizione era già critica quando lo abbiamo portato fuori dal retro. Abbiamo rotto i vetri mentre la polizia continuava a sparare".
La brutale repressione contro gli insegnanti di Neuquen ha causato anche 20 feriti gravi. Anche nella provincia de Salta ci sono stati violenze poliziesche. Per questo tutti i sindacati degli insegnanti e dell'istruzione indicono uno sciopero nazionale per lunedì prossimo.
A Buonos Aires la polizia ha accerchiato i militanti di diverse organizzazioni, che prendevano parte ad una protesta pubblica contro il locale di Jorge Sobisch nel microcentro della città. All'interno dell'edificio nella strada Cochabamba si erano date appuntamento oltre 100 persone.
Secondo il quotidiano Clarin circa 50 manifestanti con il viso coperto da passamontagna hanno protestato di fronte alla sede del governo federale nella capitale, contro la brutale repressione avvenuta a Neuquen.
La delegata di ATEN (uno dei tanti sindacati degli insegnanti) Angelica Laguna informa: "il 5 marzo abbiamo iniziato lo sciopero: noi insegnanti portiamo avanti un conflitto duro con il governo Sobisch. Questi si è posto come candidato nelle elezioni presidenziali proponendosi l'obiettivo di ridefinire il fondo dell'indennità [in sostanza il TFR; come si vede quanto avviene in Italia fa scuola, ndt] di tutti gli impiegati dell'amministrazione pubblica e di tutti gli insegnanti. Sobisch si propone di non aumentare gli stipendi, ma, anzi, di togliere, dopo le ferie estive, tutte le garanzie sul proseguimento del rapporto di lavoro. Il governatore da tempo ha intrapreso la strada dei tagli, tanto che nella provincia oltre un centinaio di scuole non sono più nella condizione di funzionare.
In 5.000 lavoratrici-lavoratori siamo scesi in strada mettendoci in marcia verso la città di Zapala, che dista 180 km dalla capitale: lungo il percorso si sono unite altre persone, così sotto i palazzi del governo ci siamo trovati in oltre 10.000.
La proposta del governo è apparsa come una provocazione poiché riduce la scala degli stipendi degli insegnanti al punto che insegnanti riceveranno uno stipendio di 1.140 dollari, tenuto conto dell'aumento di 194 dollari, e che i docenti con 10-20 anni di servizio, riceveranno un aumento di soli 150 dollari. Una vergogna! Mediamente agli insegnati vengono assegnate ulteriori 18 ore di lavoro ma senza una corrispondente maggiorazione della paga; e agli insegnanti ausiliari viene dato un importo fisso di 120 dollari. Questa proposta è insufficiente e perciò inaccettabile, in quanto la scala degli stipendi viene pressata [contratta, ndt] e le persone in pensione restano completamente trascurate.
La richiesta di aumenti salariali si estende.
Gli scioperi hanno avuto luogo su un piano ancora provinciale perché sotto il menemismo [da Menem, presidente del paese dalla metà degli anni 80 fino all'esplosione, nel 2001, del debito pubblico, alla conseguente rivolta contro l'esosità dei prestatori internazionali, ecc. ndt], le scuole vennero decentralizzate e poste sotto le province. Questo vuol dire che non è possibile nessun appello sul piano nazionale. Ciononostante la direzione nazionale degli insegnanti, il CTERA e altri organi, si sono assunti la responsabilità di centralizzare l'organizzazione di questa lotta, per questo la richieste della base ovunque sono simili. Gli stipendi stagnano. Il piano economico nazionale del governo Kirchner è un "successo" per l'alta borghesia, per quel che riguarda l'estinzione del debito e per i grandi proprietari; lavoratrici e lavoratori in ogni caso devono tener gli occhi aperti perché l'inflazione distrugge i salari. Il governo ha concordato con la burocrazia sindacale una "copertura degli stipendi" pari al 15% e ha licenziato la direzione tecnica dell'INDEC; vale a dire dell'organismo che pondera gli aumenti del costo della vita in modo da falsare l'inflazione reale. Ma la popolazione che fa le compere nei supermercati non si lascia imbrogliare dalle argomentazioni del governo. La gran maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori guadagna la metà, o ancor meno, di quel che le necessita per i propri bisogni; per poter acquistare il tanto noto "cesto famigliare" oggi sono necessari 2.400 pesos.
Né la direzione del maggiore sindacato, la CGT, né il sindacato degli insegnanti, CTA, hanno mosso un dito a sostegno della lotta degli insegnanti e ancor meno hanno fatto a favore della centralizzazione dei conflitti sociali per rivolgere almeno un duro reclamo nazionale al governo. Anche la direzione degli insegnanti sotto Hugo Yasky del CTERA non ha combinato nulla. Questi capi sostengono il governo Kirchner.. Ma la situazione si surriscalda. I sindacati combattivi come la SUTEBA a Lomas di Zamora esigono lo sciopero nazionale. Il 28 marzo, una settimana prima della repressione brutale, Juan Carlos Maceiras diceva: "IL CTERA deve dire che essa fa appello ad uno sciopero nazionale. Questo lo diciamo noi del SUTEBA pronti alla lotta, che deve essere accompagnata da manifestazioni di solidarietà".
La repressione costringe le direzioni nazionali a fare appello allo sciopero nazionale. Questo sciopero sarà l'inizio di un piano di lotta nazionale. Questa è la volontà di migliaia di insegnanti.
da Indymedia, 6 aprile 2007
http://www.autprol.org/