29/04/2007: Sulla ristrutturazione alla Telekom


Da Telecom a Telekom, dalla legge-Biagi alle leggi Hartz, il capitalismo, lo stato tedesco e italiano seppur lentamente rendono comuni nei rispettivi paesi lo sfruttamento e il saccheggio capitalisti. L'unità della lotta proletaria, oltre ad essere sempre più urgente, diviene inevitabilmente possibile. Una cronaca su questi punti.

Lettera minatoria di un tecnico Telekom
L'espulsione pianificata di parecchie decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici da Telekom Germania e il drastico peggioramento delle condizioni di lavoro hanno spinto all'azione un tecnico della sede berlinese della stessa Telekom. Per "scaricare la frustazione", seduta stante ha scritto una lettera e-mail al consiglio d'amministrazione (cda) di Telekom. Tale lettera nelle ultime settimane ha sollevato onde alte.
All'inizio di marzo Telekom aveva dato conoscenza di aver dato vita ad una nuova società di servizi, cioè di aver assunto essa stessa nuova veste. Sulla base di questa ridefinizione ben 55.000 fra lavoratori e lavoratrici dovranno essere licenziati. Il cda persegue in questa maniera l'obiettivo di abbattere i costi di ogni ora di lavoro. E' stato pianificato di portare le attuali 35 ore di lavoro settimanali a 40 addirittura a 40,5 mentre la paga mensile dovrà restare "costante", quella che è oggi.
Per informazione il tecnico aveva inviato l'e-mail anche ad alcun* collegh* di lavoro e ad altre imprese. Come in un tipo di lettere a catena il testo ha continuato a circolare. Intanto quella e-mail è entrata nei siti di diversi quotidiani e sull'online dello Spiegel [settimanale tipo l'Espresso, ndt].
Ogni giorno il tecnico riceve ora lettere dai colleghi da quasi tutti i rami e dalle regioni in cui è attiva Telekom, in esse lui viene approvato. tant* si congratulano per il suo coraggio. Anche in assemblee sul lavoro di altre imprese vengono citati pezzi della sua lettera e se ne discute nella pausa di mezzogiorno. Non c'è dubbio che la lettera abbia trovato le parole giuste e parlato al cuore delle migliaia di lavoratrici e lavoratori di Telekom e ad altr* colpit*.
Mai, fino ad oggi, in una grande impresa tedesca era accaduta una cosa del genere, tanto che il capo di Telekom, René Obermann, si è visto obbligato a pubblicare una risposta all'intero personale Telekom. Lui conferma i piani del cda, considerandoli la sola possibilità di condurre Telekom fuori dalla crisi. Lui lamenta che nella lettera del tecnico i confini dell'insulto sarebbero stati superati più volte, e sollecita "Fairness" (...).
Sulla ristrutturazione pianificata, la settimana scorsa sono iniziate le prime trattative fra il consiglio d'amministrazione Telekom e il sindacato Ver.Di. [iniziali in tedesco del sindacato dei servizi, ndt], subito aggiornate all'inizio di aprile.
La vita professionale dell'autore della lettera è iniziata circa 30 anni fa alla posta, successivamente è stato assunto in Telekom. Nelle prime parti della lettera fa riferimento alle numerose lettere del cda Telekom al personale. In quelle lettere il discorso ritornava sempre sulla necessità di migliorare il "legame dei collaboratori all'impresa", una retorica adoperata volentieri dai manager per vendere al personale i duri concetti del risanamento.
"Posso soltanto replicare loro che io, e la gran parte dei miei colleghi conosciamo a menadito la storia del legame all'impresa, più dell'intera squadra della direzione presa assieme", replica il tecnico. "L'ho visto quando ero alla posta e purtroppo ora anche in Telekom, come viene creata un'impresa in cui ognun* pensa soltanto a sé; dove ogni parte dell'impresa cerca soltanto di tenere puliti i propri paraggi e di acciuffare dalle altri parti, anche se là vengono lasciati grandi vuoti che mai verranno colmati. Ho fatto in tempo a vedere come viene considerato il capitale umano e come noi tutti ormai siamo visti soltanto come fattori di costo, dai quali c'è la volontà precisa di separasi - e il più rapidamente possibile. I manager nel cda vanno e vengono. Di legame all'impresa, riferito a loro, non se ne può proprio parlare".
Il tecnico accusa il consiglio d'amministrazione di essere responsabile della cattiva situazione in cui versa Telekom. "Essi arrivano per ristrutturare, agiscono con arroganza e autoritarismo, senza ascoltare avvertimenti i quali indicano che coi nuovi metodi la qualità e l'affidabilità non possono essere mantenute, ancor meno migliorate. Nessuno si interessa delle conseguenze delle loro decisioni. Portano con sé borse ricolme, lasciando dietro sé un mucchio di cocci che diventa sempre più grande".
Lui accusa l'attuale cda e il suo predecessore, di aver distrutto nel corso degli anni un'impresa funzionante. A questo proposito descrive come in passato tecnici esperti e personale di servizio siano stati espulsi in massa e sostituiti con forze esterne poco formate e ancor meno pagate. Questa a suo parere è la causa principale del cattivo servizio di Telekom e della grande perdita di clienti. "Adesso, con la nuova Società di servizio, vogliono ridurre massicciamente la nostra sezione e in questo modo castrare la clientela; anche qui ridurranno di molto il personale mentre vogliono motivare chi resta a migliorare il servizio con paghe più basse e tempi di lavoro più lunghi".
Lo rende furente il fatto che adesso i lavoratori vengano addirittura insultati, per essere incapaci, troppo cari, non motivati, fannulloni e improduttivi: "... poi, se questa sfacciataggine si ingrandisce, in noi sorge una collera dai molti aspetti. Però se a loro non è sufficiente oltraggiarci in questo modo, gettano tutto in pasto al pubblico per recare un danno immenso alla considerazione che si ha di noi e, naturalmente, anche al corso delle azioni dell'impresa. Insudiciano senza riguardo il proprio nido per poter realizzare nel più breve tempo possibile i loro piani di abbattimento e espulsione e per separare dagli errori chi li ha preceduti. Questa è un'indecenza senza pari ed un abuso imperdonabile della fiducia".
Da tutta la lettera echeggia grande preoccupazione, ma anche enorme affetto per Telekom. "Noi collaboratori siamo l'impresa! Ma non siamo nella condizione di rispondere dell'impresa".
Lo scrivente della lettera ripete l'appello alla coscienza sociale del cda, invitandolo a mostrarsi conciliante e a collaborare con il personale. "Parlate con noi... noi sappiamo dove la barca fa acqua!... riporteremo Telekom, oggi piuttosto che domani, al vertice... noi sappiamo come funziona l'impresa... adoperate le nostre idee, il nostro impegno, la nostra disponibilità per i cambiamenti e la nostra flessibilità!"
Subito dopo però torna a mostrare disperazione, in particolare quando scrive: "Voi ascoltate più volentieri esperti esterni come l'agenzia McKinsey, la quale verso Telekom non ha alcun interesse e ripiegano allo stesso mix dello spezzettamento dell'impresa e dell'abbattimento del personale, lasciando dietro sé lavoratori frustrati e disoccupati"... "Ma non si meravigliano se, dopo aver abbandonato la nave di Telekom, che sta inabissandosi, si ricompensano come i loro predecessori con una lauta liquidazione, se colgono nello specchio una cavalletta".
La spietatezza di consulenti quali Mc Kinsey e i gruppi di investimento internazionali meglio noti come "cavallette", oggi gli operai la avvertono sulla propria pelle. Scopo prioritario di simili gruppi è penetrare in un'impresa per spremerla a sangue, e, in seguito, per stagnarla e frantumarla.
L'anno scorso il gruppo di investimento Blackstone ha acquistato una quota importante del capitale Telekom ed è così entrato nel consiglio di vigilanza dell'impresa. Il ministro delle finanze Peer Steinbrueck [SPD, partito socialdemocratico, ndt], ha salutato tutto questo con euforia. Da allora Blackstone spinge avanti con forza la ristrutturazione ed ha voluto che René Obermann venisse posto a capo del cda.
Il tecnico di Telekom nella sua lettera ha messo in mostra e espresso, nella sua collera fondata, alcune verità, cose, del resto, pensate da tant* suoi e sue collegh*. Lui si mostra sorpreso di aver destato tanto clamore. "L'onda mi ha travolto". A dire il vero lui non avrebbe voluto scrivere nessuna lettera aperta. Crede che Telekom possa e debba risolvere da sé i propri problemi. Cda e personale, dice, dovrebbero lavorare assieme a questo scopo.
Quest'ultima sicuramente è un'illusione. Gli interessi di imprese agenti sul piano internazionale, che si trovano sotto la pressione dei mercati finanziari e azionari, non consentono di conciliare quegli interessi a quelli di lavoratrici e lavoratori. I problemi che gli operai si trovano di fronte sono espressione della crisi del sistema della società capitalistica. Soltanto la classe operaia, andando oltre i confini dell'impresa e dei paesi, può difendere e raggiungere le conquiste del processo tecnologico e sociale dalle quali possono trarre vantaggio tutti gli esseri umani.
La gran parte degli operai non lo ha ancora compreso. Ma la velocità con la quale si estende una protesta via e-mail, nella quale siano espresse alcune verità, dimostra che essi iniziano a cercare nuove risposte.

di Brigitte Fehlau 28 marzo 2007, World Socialist Web Site

http://www.autprol.org/