29/04/2007: Solidarietà e complicità ai detenuti anarchici, ai rivoluzionari, ai ribelli sociali


Negli ultimi anni la repressione si è scagliata su molte realtà di antagonismo radicale o anche solo potenzialmente tale. I reati di terrorismo, di associazione sovversiva o di finalità eversiva vengono prescritti, ormai, come i farmaci ai bambini; come una prassi consueta ed esasperata. Anche solamente attaccare un manifesto od esprimere la propria visione critica su di un dato argomento, oggigiorno, può significare entrare a far parte dell'enorme schiera degli indagati. Gli Anarchici, come sempre, rimangono un bersaglio privilegiato. Le montature e le operazioni contro gli anarchici sono state innumerevoli (operazioni Cervantes, Nottetempo, Fraria, Crocenera, C.O.R. tanto per ricordarne le principali) ed ancora alcuni compagni si trovano in carcere o ai domiciliari o costretti a subire misure restrittive della loro libertà.
Ma non solo. Sono svariati gli spazi occupati oggetto di perquisizioni e sgomberi, ed anche in questo caso quelli di area radicale sono risultati fra i più colpiti. A questo vanno aggiunte le provocazioni fasciste, che rappresentano nient'altro che un diverso mezzo per schiacciare ogni fermento rivoluzionario da parte del dominio. Chi ha cercato di difendersi da questi attacchi od ha incominciato a contrattaccare si è visto arrestare ed incriminare a sua volta. Abbiamo imparato - Certo, forse non ve n'era bisogno - che il reato di apologia di Fascismo, se mai è stato punito, non esiste più... l'antifascismo è il nuovo reato!
Gli Anarchici non sono i soli a godere di queste particolari attenzioni non richieste, ma il carattere per nulla incline ai comodi moderatismi ci rende facilmente attaccabili, soprattutto in tempi di guerra come quelli attuali.
Noi non abbiamo deputati e consiglieri a difenderci quando qualche ribelle finisce nelle maglie della repressione, né ne abbiamo mai richiesta la protezione interessata.
Queste operazioni di intimidazione, in ultima analisi, si traducono in mesi od anni di galera, spese processuali e difficoltà, anche economiche, per i detenuti, che si ritrovano sprovvisti di quelle possibilità e di quelle cose che fuori, comunemente, vengono vissute come acquisite. La solidarietà, in questo caso, deve necessariamente comprendere anche l'aiuto economico a quanti si ritrovano denunciati, inquisiti o incarcerati. Ma sarebbe fuorviante pensare che la solidarietà si riduca a ciò. Per chi si ritrova incarcerato od impossibilitato all'azione la maggior gioia è sapere che altri continuano la lotta. È in questa consapevolezza che la solidarietà tra ribelli si traduce in complicità e che le lotte assumono una diffusione capillare difficilmente arrestabile dai garanti dell'ordine costituito.
Solidarietà e complicità sono legate indissolubilmente e sono l'arma nelle mani dei ribelli, fuori e dentro le mura di un carcere.

ANARCHICI

"La cassa di solidarietà, per i detenuti rivoluzionari e non solo, è volta prima di tutto a creare una rete di contatti tra l'interno e l'esterno del carcere, per spezzare l'isolamento in cui viene costretto un detenuto e per svilupparsi come riferimento, non solo economico ma anche controinformativo e di lotta. La cassa vuole essere un supporto di solidarietà contro tutte le carceri, con i compagni anarchici, rivoluzionari in genere, ribelli sociali e con tutte quelle individualità sequestrate nei lager di stato, che, pur non avendo particolari caratterizzazioni politiche, maturino proposte e si facciano partecipi della prospettiva di sviluppare insieme, nella varietà che caratterizza ognuno/a, percorsi di lotta comuni".

CASSA ANARCHICA DI SOLIDARIETA' ANTICARCERARIA:
via dei Messapi 51, 04100 Latina

Concerto benefit il 1 giugno 2007

agitazione@hotmail.com

http://www.autprol.org/