13/04/2007: Stralci di lettere dal carcere di Bollate - Milano
Cari compagni,
io sono in isolamento, i primi 2 giorni ero in una cella in un reparto solo per me, li sono riuscito a fare addirittura mezz’ora d’aria in un cortile poi basta. Adesso invece sono sempre in cella singola, in un reparto con 20 celle di cui 4 sono occupate, non posso parlare con gli altri detenuti e loro non possono vedermi (quando, per andare in doccia passo davanti le loro celle gli chiudono la porta).
...mi hanno portato in ospedale a fare un elettroencefalogramma di controllo, con una megascorta con tanto di mitra e giubbotti antiproiettile, c’erano le vecchiette che scappavano per l’ospedale, sembrava fosse arrivato un serial killer!
...sono sereno, mi sono abituato all’idea che per un po’ starò qui dentro, mi sono abituato allo stile di vita della galera. Ricevo e rispondo a moltissime lettere e telegrammi, da queste e sento che ho tante persone che mi sostengono e mi stanno vicino, è importante...
...ci hanno imprigionati perché comunisti. Perché in un periodo ci crisi generale il governo è in difficoltà, e non può tollerare chi condanna i suoi piani di guerra imperialista, chi lotta contro i suoi attacchi alle condizioni di vita di operai, studenti, masse popolari, chi dà voce a lotte come quella contro la base di Vicenza o per il diritto alla casa. Siamo gente che gli apre troppe contraddizioni, siamo pericolosi perché le masse non ci cascano più ai giochetti di sindacati e rifondaroli ormai sputtanati; perché diciamo che la gente deve alzare la testa e organizzarsi autonomamente per difendere i propri diritti conquistati col sangue e dure lotte. Siamo pericolosi perché dopo gli arresti la gente che ci appoggia è aumentata e gli operai delle nostre fabbriche minacciano di strappare le tessere se, quando tutto sarà finito, il sindacato non vorrà reintegrarci... per questo in questi momenti di repressione non dobbiamo abbatterci ma stringerci ancora più forte con ancora più coraggio e determinazione! Per andare avanti, per non dargliela vinta, per noi prigionieri e per voi li fuori; per i proletari che ogni giorno non sanno come tirà a campà!
2 aprile 2007
...si sa che fanno leva sulle nostre debolezze, quando si è in carcere più uno è debole o si mostra indeciso più è trapassato da angherie varie, non ti mollano per farti crollare. Penso che sia anche questo un motivo dei diversi trattamenti tra arrestati, chi ha l’aria collettiva e chi no, chi ha la cella aperta e chi no, a chi la posta arriva subito e a chi addirittura non arriva proprio, a chi i colloqui li concedono senza problemi e chi invece trova sempre intoppi. Tutto ciò condito dalle scarse notizie dal mondo esterno, i pochi rapporti umani, anche solo con altri detenuti, da qualche battutina esilarante di solerti secondini, contribuisce a rendere l’isolamento ancora più duro. Per fortuna però ci sono i compagni che non ci fanno sentire soli, ogni giorno mi arrivano lettere dall’Italia e non, questo ci dà la forza di andare avanti...
...IO VIVO DI QUELLE PICCOLE ONDE CHE MI ARRIVANO DAI SASSI CHE LANCIATE VOI FUORI... dalle notizie che mi arrivano vivo di come va il centro, le iniziative, di come stanno le persone a cui tengo... tutti i più piccoli sassolini che lanciano le persone a cui tengo smuovono la monotonia, la calma piatta della galera e mi tengono vivo, attivo. Se tutto si fermasse fuori si fermerebbe anche qui dentro e sarebbe un vero peccato.
Max
http://www.autprol.org/