10/04/2007: Carnevale contro Democrazia. Lettera dal campo di concetramento di Aachen


Mi trovavo a guardare in televisione la cavalcata del Carnevale e quanto piú pensavo a quello che vedevo piú mi venivano in mente le cosí denominate "social-democrazie"...
"Il popolo" assorto e immerso nello "spettacolo" che sfila davanti ai propri occhi e i pagliacci (come i politici-giornalisti) che tirano dalle loro carrozze caramelle...
Nel carnevale i pagliacci si possono permettere di farsi burla dei potenti (sempre che la satira non sia di eccessivo mal gusto) e anche di ridere di se stessi...
Peró lo spettacolo deve essere ordinato-disciplinato-consentito e delegato a "esperti" e altri tecnici. Resta proibito che sia spontaneo e originale.
Nelle social-democrazie assistiamo giorno per giorno attraverso i Mass-Media allo spettacolo della vita in tutti i suoi aspetti... Non importa che la immensa maggioranza del popolo sia alieno ai giochetti dei pagilacci (politici-gionalisti) di turno, perché é giá da molti anni che la denominata "opinione pubblica" é stata sostituita dalla "opinione pubblicata" e sia i giornali che i canali televisivi si sono trasformati in istituzioni dello Stato che rappresentano gli interessi delle grandi multinazionali del Capitalismo selvaggio...
Tutti i partiti politici senza eccezione si vendono come le prostitute per un poco di potere... l´importante é "stare nella cavalcata" e dall'alto tirare caramelle agli "spettatori del popolo" che, non sanno quel che sono o che sono come suggerisce il copione: delle volte "stimati cittadini", altre, "stimati elettori", e per la maggior parte delle volte "stimati consumatori" e quando conviene: "cari connazionali"...
Alcuni intellettuali ci dicono che "la lotta di classe é morta" e per tanto "suona male" dire "proletari" e/o borghesi peró io ho il sospetto che gli intellettuali sono stati i primi interessati ad uccidere (per lo meno con la parola) il precedentemente tanto importante "soggetto rivoluzionario" che tanti grattacapi dava ai governatori di uno o dell'altro colore...
E se anche non saró io quello che difende i "soggetti rivoluzionari" penso che per non esistere classi, sia strano constatare come i ricchi sono sempre piú ricchi e i poveri piú poveri...
Il fatto per il quale mi mostro restio a denominare la classe lavoratrice come "soggetto rivoluzionario" sta nel fatto (anche "storico") per esempio, che nelle Germania del Nazional-Socialismo é stata la "classe lavoratrice" quella che concesse il potere (attraverso la "democrazia": non lo dimenticamo) ai Fascisti e altrettanto successe nell'Italia di Benito Mussolini.
No, non credo che esiste un "soggetto rivoluzionario" e meno che questo provenga dalla "classe lavoratrice", pero sí credo che se un giorno possa nascere una rivoluzione questa sará del proletariato: ossia, la maggioranza sfruttata cosciente della REALTÁ e della STORIA....
Né dittatura né democrazia (rappresentativa o delegata) bensí autogestione assemblearia, orizzontale e diretta, comunismo libertario o collettivismo questo lo potrá decidere, arrivato il momento, ogni comunitá...
Intanto godiamo del carnevale e i suoi pagliacci perché stiamo molto lontani da una rivoluzione del genere.

Dal campo di concetramento di Aachen, 18 febbraio 2007
Gabriel Pombo da Silva

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