05/04/2007: Lettera dal carcere di Opera - Milano
Care/i compagne/i, cari amici e parenti
Ho saputo della costituzione dell’”Associazione parenti e amici degli arrestati del 12-02-2007”. Una gran bella iniziativa. Ho letto il comunicato e l’opuscolo che raccoglie i messaggi di solidarietà. Bellissimi. Molti mi sono arrivati anche qui. Il lavoro che state facendo è preziosissimo. Non solo perché fa bene al morale, ma soprattutto perché mantiene viva la nostra identità e perché tramite voi possiamo avere voce, cosa che a noi risulta più difficile nella situazione di isolamento in cui siamo. Non vi nascondo che la rabbia per l’impossibilità di non potermi difendere in prima persona dalle accuse infamanti è grande. Ma a questo ci state pensando voi e, per quel che gli è dato fare, i miei compagni di lavoro con cui ho condiviso tante lotte e tante battaglie e che ben sanno che razza di “infiltrato” io sia tra di loro.
Hanno fatto di tutto per sbattere il mostro in prima pagina tentando di mistificare con mille falsità le nostre esistenze e la nostra identità. Ma non sono riusciti a nascondere la solidarietà di tanti compagni proletari, tanto che perfino un giornale borghese come il Corriere della Sera ha dovuto dare notizia dell’appoggio che abbiamo ricevuto da ogni parte del paese. Anche se da qui non ho la precisa percezione di quello che succede fuori si vede chiaramente un gran lavoro e un forte sostegno. Non posso che ringraziare a cuore aperto tutti quelli che ci stanno sostenendo e che magari non ci conoscono. Non è una cosa banale, è il sintomo che il movimento rivoluzionario nel nostro paese esiste e che risponde agli attacchi della borghesia. Ho scoperto leggendo un articolo su Repubblica di avere ben tre vite. Incredibile. Ho sempre cercato di essere determinato, ma addirittura al livello di sopportare tre vite!!! Scherzi a parte, è il solito sistema che serve loro per dare l’idea che i comunisti sono gente strana, complicata, dei mostri, dei doppiogiochisti. Vogliono inculcare tra i proletari l’idea che non si può unire lotta per i diritti, per i lavoratori, per l’ambiente, quella che in gergo si chiama lotta economica, con la lotta per conquistare una società più giusta, egualitaria, senza guerre, barbarie e sfruttamento, per conquistare il comunismo. Il solo sognare questo è sintomo di terrorismo. Puah! Proprio loro che stanno sterminando tramite veri e propri genocidi milioni di persone nelle loro guerre di rapina. Ma dicano pure quello che vogliono. Facendo l’operaio in fabbrica per tanti anni, a turni, a 1200 euro solo quando si lavora per metà del mese solo di notte, morendo di caldo con l’alluminio che sgorga dalla pressa a 450 gradi, lottando a più non posso per sindacalizzare la fabbrica, per conquistare un ambiente dignitoso, contratti che siano veri e non i bidoni che ci rifilano sempre, per difenderci dagli attacchi dei padroni che ci piovono da tutte le parti mentre si vedono tutti i partiti della cosiddetta “sinistra” istituzionale che uno dopo l’altro si vendono all’imperialismo, viene così naturale e spontaneo porsi il problema di ricostruire un partito, un qualcosa di organizzato, che dia una prospettiva politica a tanti lavoratori e proletari in modo che le loro lotte non siano vane e non vadano continuamente a finire ad ingoiare rospi. Che permetta a tutti di sognare e perseguire l’obiettivo di un sistema sociale diverso. Ma quali doppie e triple vite!!! La vita di un compagno è un’unica vita spesa per la riscossa dei proletari, dei giovani, dei lavoratori e delle donne contro questo marcio sistema. Non abbiamo paura delle loro galere, sappiamo che in ogni battaglia sono sempre le prime file a cadere (ammesso e non concesso che siamo caduti). Ma sono già pronte le seconde, le terze, le quarte. Si perché finché ci saranno padroni e capitalismo, ci saranno sempre anche proletari e comunismo. Potranno potenziare finché vogliono i loro strumenti di controrivoluzione preventiva, ma non potranno mai sottrarsi a questa legge. Comunque in questo frangente vediamo ben chiaro ciò che è stato detto tante volte e cioè che la democrazia borghese del fascismo non è tornata indietro. Appena vede qualcosa di rosso muoversi, scarica una valanga di nero. Dal linciaggio mediatico che emette sentenze ancor prima dei giudici, all’utilizzo puntuale del codice fascista Rocco, alle centinaia di sbirri sguinzagliati per mezza Italia alla caccia dei comunisti. Non è la paura del terrorismo che li fa muovere, perché loro sanno chi sono i terroristi, visto che sanno usare il terrore. E’ del rosso del comunismo, che hanno paura. Come è stato nel biennio rosso, nella Resistenza, negli anni ’70.
Ho saputo che la Cgil si dichiarerà parte lesa al processo (è vero?), una bella buffonata. In questa società sono i lavoratori ad essere la vera parte lesa. Da mille accordi bidone, dalla consegna del TFR al capitale finanziario, dal continuo e incessante attacco alle pensioni, ai diritti e alle conquiste storiche del movimento operaio. Il tutto “democraticamente” svolto senza alcuna consultazione tra i lavoratori. E poi accusano noi di essere degli infiltrati. Proprio loro, i vertici sindacali, che la fabbrica l’hanno vista solo da lontano, e quelli che l’hanno vista da vicino se en sono dimenticati in fretta e furia per potersi incollare comodamente alla poltrona. Non voglio banalizzare tutto. Nel sindacato ci sono tane brave persone che lavorano, militanti seri e onesti che hanno veramente a cuore gli interessi dei lavoratori e che si fanno il culo. Ne ho conosciuti tanti e con loro ho condiviso l’entusiasmo di tante lotte. Ma i criteri “democratici” di selezione dei dirigenti fanno sì che i vertici siano composti da burocrati che conoscono le condizioni dei lavoratori solo per sentito dire.
Beh, ora basta, è ora di salutarvi tutti. Io sto benone, le giornate sono lunghe ma passano. Spero di uscire presto da questo cazzo di isolamento. Mi sto allenando e faccio lunghe dormite ininterrotte come non facevo da anni a causa dei turni. Il morale è buono e non sono certo queste quattro sbarre a fiaccarmelo. Mi raccomando, speditemi tutto il materiale che circola, che mi permette di avere maggior percezione di quello che avviene fuori. E’ una gran gioia scoprire la solidarietà che ci circonda e, devo ammetterlo, a volte mi commuovo. A presto e nel frattempo buon lavoro.
Noi siamo comunisti loro sono i terroristi.
Hasta siempre la victoria.
Con forza e amore
Bortolato Davide
Opera, 10 - 03 - 2007
http://www.autprol.org/