05/04/2007: Iniziativa a Madrid
Un gruppo di persone ha fatto irruzione ieri [20 marzo 2007 N.d.R.] nel Centro di Cultura Italiano di Madrid durante un atto che si stava realizzando con Nanni Balestrini.
Alle 19.45 circa, un gruppo di persone ha steso 2 manifesti, nei quali si poteva leggere "1977-2007: la lotta continua, libertà per i detenuti" e "Ancora lo vogliamo tutto", durante la presentazione che l'autore stava facendo di alcuni suoi libri nell'ambito delle giornate "Italia: 1968-1977. La grande ondata rivoluzionaria, creativa ed esistenziale".
Si sono distribuiti volantini assieme al libro "Lo vogliamo tutto" dello stesso Nanni Balestrini e si sono gridate frasi per la libertà dei detenuti anarchici così come si è sottolineata l'importanza di non trasformare la lotta in cliches estetici di uso commerciale.
El panfleto:
"[...]abbiamo fatto i buchi in tutte le reti e poi abbiamo fatto le fiaccole le fiaccole si facevano con pezzi di lenzuoli legati stretti e poi imbevuti d'olio e allora anche lì all'ora stabilita nel mezzo della notte tutti accendevano l'olio delle fiaccole e infilavano questi fuochi nei buchi delle grate ma anche li non c'era nessuno che li vedeva le fiaccole bruciavano a lungo doveva essere un bello spettacolo da fuori tutti quei fuochi tremolanti sul muro nero del carcere in mezzo a quella distesa sconfinata ma gli unici che potevano vedere la fiaccolata erano i pochi automobilisti che sfrecciavano piccoli lontanissimi sul nastro nero dell'autostrada a qualche chilometro dal carcere o forse un aeroplano che passa su in alto ma quelli volano altissimi lassù nel cielo nero silenzioso e non vedono niente"
Oggigiorno molti compagni anarchici continuano a soffrire sulla loro pelle la repressione che lo stato italiano ha sempre saputo applicare così bene ai rivoluzionari. Nelle carceri, nella latitanza, nella clandestinità o ai domiciliari Non sono gli unici. Circa 50 persone sono ancora in carcere per la loro partecipazione al movimento del 77 o in alcune organizzazioni armate dell'epoca. Sono coloro che lo stato chiama "irriducibili", compagni che non si sono mai pentiti.
Oggigiorno le razzie continuano, il terrorismo continua ad essere il pretesto per la caccia al dissidente, il pretesto per l'imposizione del controllo sociale. Il "caso Marini", gli omicidi di Sole e Baleno, il "caso Silvestre-COR", "l'operazione Cervantes" e il più recente caso di Juan Sorroche ne sono chiari esempi[1].
Oggigiorno, insomma, lo stato italiano applica ancora tutte le tecniche che sviluppò e mise in pratica per prima volta per distruggere i movimenti politici degli anni 60 e 70. E' per questo che non riusciamo a capire come si possa commemorare il ricordo di queste lotte nel Centro di Cultura italiana, un'ambasciata dello stato che con tanta efficacia seppe sterminarle allora e che con tanta crudeltà colpisce oggi i compagni anarchici.
Siamo in molti ad essere cresciuti politicamente con "gli invisibili", ad aver provato piacere, ad aver sofferto, ad esserci identificati e ad aver imparato con la sua lettura come i potenti colpiscono e come noi, gli sfruttati, possiamo colpire. Magari è proprio questo che rende quest'affronto più cocente. Magari è questo ciò che realmente ci ha portato qui. O magari semplicemente non permetteremo che nessuno prostituisca la memoria delle lotte passate, non possiamo permettere che nessuno pisci sopra i compagni assassinati dalla polizia, dall'eroina, dal carcere, dalla
disperazione, dalla sconfitta...
Le lotte autonome del presente devono conoscere ed imparare da quelle del passato per vincere nel futuro, però è un'esercizio di irresponsabilità e un gravissimo errore permettere che coloro che hanno distrutto fisicamente il movimento del 77 si autoproclamino eredi e gestori della sua memoria e del suo ricordo.
Noi riteniamo che lo studio del passato debba sempre restare unito al desiderio di trasformare il presente, la nostra storia non può mai essere convertita in merce culturale oggetto di consumo. Teoria e prassi vanno mano nella mano, per questo leggi questo libro e usalo come miccia.
Siamo ancora nelle strade.
generalizzare l'offensiva significa radicalizzare l'insubordinazione a qualsivoglia gerarchia esercitare la nostra creatività distruttiva contro la società dello spettacolo sabotare le macchine e la merce che sabotano la nostra vita promuovere scioperi generali selvaggi a tempo indeterminato riunirsi sempre in assemblea in tutte le fabbriche della separazione eleggere delegati sempre revocabili dalla base collegare costantemente tutti i luoghi di lotta non trascurare tutti i mezzi tecnici utili alla comunicazione liberata dare un valore d'uso diretto a tutto ciò che ha un valore di scambio occupare in permanenza le fabbriche e gli edifici pubblici organizzare l'autodifesa dei territori conquistati e avanti musica
- [1] Nel "caso Marini" furono coinvolte 68 persone, furono imputate 51 e 11 incarcerate. Tra loro Jean Weir, Pontolillo, Bonanno, Tesseri, Portu, Garagin, Lo Vecchio, Campo.
- L'omicidio di Sole e Baleno: compagni accusati di azioni contro il Treno ad Alta Velocità che si suicidarono/"furono suicidati" nelle loro celle.
- Nel caso "Il Silvestre - COR" 11 persone legate alla pubblicazione anarcoecologista "Terra Selvaggia" sono state accusate di appartenere alle COR, cellule di offensiva rivoluzionaria, per aver pubblicato una rivendicazione del gruppo. Uno degli imputati, Francesco Gioia, riuscì a fuggire e successivamente è stato arrestato e rimpatriato dalla polizia spagnola. Ad oggi 3 di loro (Costantino, Betta e Francesco) sono incarcerati, mentre altri sono sottoposti agli arresti domiciliari o ad altre misure restrittive della libertà.
- Nella "Operazione Cervantes" quattro persone furono detenute con l'accusa di aver collocato un ordigno esplosivo nell'Istituto Cervantes in solidarietà con i detenuti FIES. Azione rivendicata dalle "Cellule contro il Capitale, le Carceri, i Carcerieri e le loro Celle".
- Juan Sorroche è stato arrestato in Italia, accusato di associazione sovversiva con fini terroristi per l'incendio di due furgoni di "Trenitalia", impresa responsabile delle deportazioni nei centri di sterminio di detenzione dello stato italiano contro gli immigranti. Dopo aver passato quattro mesi in carcere gli hanno dato gli arresti domiciliari ed è fuggito. E' stato arrestato a Girona ed estraditato in Italia il mese scorso, attualmente è in carcere.
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