15/03/2007: Perquisizioni e minacce a Spoleto
Comunico che questa notte, tra il 13 e il 14 Marzo, alle ore 01.40 ho avuto a casa l'indesiderata visita dei Carabinieri M.C. Biagioli Alvaro, Brig. C Venanzi Giuseppe e Asp. Mariucci Roberto; la perquisizione si è conclusa portando in caserma le tre persone che in quel momento si trovavano a casa, rilasciandole solo alle 3 del mattino.
Ufficialmente a giustificare la perquisa era l'articolo 103/3 sulla droga, ovvero il solo articolo che permette l'intrusione a casa senza mandato del magistrato. Naturalmente non sono state trovate sostanze stupefacenti ed è stata ben presto evidente la reale ragione della perquisizione. Io in particolare ho assistito ad un interrogatorio dove la parola e il concetto di droga non sono stati minimamente presenti. Appena mi sono trovato chiuso nella stanza con i 3 l'unico tema su cui si è svolto l'interrogatorio, o meglio il monologo del Maresciallo Biagioli, è stata la politica e l'unico l'inguaggio usato quello degli insulti e delle minacce.
Biagioli ha immediatamente cominciare a parlare di anarchia, dicendo che quelli come me che non rispettano le istituzioni meritano di essere massacrati di botte per strada senza le forze dell'ordine che intervengano, dato che di esse non abbiamo bisogno, aggiungendo che mi avrebbe spaccato la faccia lui se avesse potuto. Più volte mi sono state messe le mani in faccia e la pressione delle dita sul petto, il Mareciallo Biagioli con il palmo della mano ha più volte fatto pressione sul mio volte dicendo che me lo avrebbe spaccato in 2.
Hanno ricordato che se mai ci sarà un altro incidente con la macchina loro non verranno a salvarmi questa volta, una promessa che assume evidentemente il tono della minaccia. Quando ho provato a chiedere cosa c'entrassero le loro cazzate con l'art. 103/3 Biagioli mi ha risposto che se provavo a movermi o a dire qualcosa mi avrebbe preso a pugni, mentre Mariucci si rallegrava del fatto che ora non avevo più lo sguardo di sfida di pochi minuti prima a casa e continuava a minacciare. L'invito ripetuto continuamente è stato quello di lasciar perdere (non è chiaro cosa).
Nel complesso l'interrogatorio mi è sembrato psicologicamente molto preparato, iniziato con una seria di "stronzo" e "pezzo di merda" e conclusosi con le formalità e con educazione, come nel voler recuperare e separare i due momenti nel mio ricordo. Le altre persone interrogate, per fortuna, non hanno subito le stesse mie pressioni, anche se ufficialmente la perquisizioni in principio, quando si sono presentati a casa, era indirizzata contro uno di loro e io sarei stato condotto in caserma solo perché a nome mio era intestato l'affitto, mentre alla fine nel verbale il mio nome è il primo dei 3 a comparire.
Tutto questo testimonia le motivazioni politiche degli sbirri, le stesse minacce di stare attento che se qualcuno sarebbe venuto a spaccarmi la faccia non lo avrebbero fermato le considero molto significative e invito i/le compagni/e e gli/le amici/che a rifletterci su se dovesse capitare qualcosa del genere.
Michele
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