12/03/2007: Resoconto della prima riunione del gruppo di lavoro sulla repressione a livello internazionale, svolta al CPA Firenze Sud domenica 4 gennaio 2007


Viene presentata brevemente la proposta dei compagni di Firenze circolata in lista nelle scorse settimane.
Il ragionamento parte dal fatto che la Campagna 270 è conclusa, e il nostro lavoro adesso è da reimpostare, individuando qual'è la spendibilità dello stesso, senza peraltro aspettarsi di trovare automaticamente altrettanta spendibilità che con la Campagna.
Chiaramente bisogna far tesoro anche per il futuro del metodo di lavoro utilizzato nella campagna, che è alla base della possibilità di conseguire gli obiettivi che ci si porrà.
Come già analizzato nei mesi scorsi, si ribadisce l'importanza dell'approccio internazionale nella lettura delle strategie della repressione.
L'idea sarebbe quella di andare a sviscerare quanto succede a livello repressivo nei vari paesi, prevalentemente europei per consentirci di lavorare su un terreno su cui siamo effettivamente e abbiamo possibilità reali e concrete di interazione con realtà internazionali.
Sviscerare quanto succede, facendo un quadro che non sia solo per addetti ai lavori e coinvolgendo chi viene toccato dalle questioni che solleviamo e chi sta già lavorando su questioni attigue, per svolgere un lavoro che sia immediatamente fruibile e reinvestibile.
In concreto questo significherebbe produrre un materiale su come è cambiata la legislazione nei paesi che prenderemo in considerazione, sulle esperienze che hanno subìto la reprressione, e sulle forme di resistenza che ne sono scaturite.
All'interno di ciò ponendo l'attenzione anche e in particolare a come si è modificato il panorama carcerario.
Al riguardo i problemi da porsi sono di due ordini: primo come socializzare la proposta di questo lavoro che andremo a iniziare; secondo, come produrre praticamente questo materiale.
Ciò significa decidere se si andà a fare un materiale comparativo questione per questione, o un'analisi paese per paese con una traccia-guida comune; se e come coinvolgere compagni di altri paesi, eccetera.
A partire da questa base di proposta, si dovrebbe definire meglio cosa intendiamo per "questione internazionale". Il nostro lavoro dovrebbe in particolare centrarsi sulla legislazione internazionale.

Per quanto riguarda il carcere, sarà opportuno riferirci al lavoro che in questi mesi già altri compagni stanno svolgendo in Italia.
Un'attività utile sarà l'analisi di come si è modificato il carcere in Europa.
Dobbiamo sempre porci il problema di tradurre in un lavoro concreto le nostre proposte. Individuando ove possibile altre situazioni internazionali che abbiano una tensione a un lavoro analogo. Come per esempio abbiamo verificato coi compagni baschi, o ragionando sulle situazioni con cui abbiamo preso o rafforzato i rapporti durante il symposium di Atene.
Con quest'ottica possiamo andare a produrre un materiale analogo al Manuale di Autodifesa, e pensare anche a farne una traduzione in varie lingue.
Concretizzando il come con incontri con altre situazioni e compagni internazionali, o interfacciandosi con scambi di materiali e quanto possibile.
Possiamo anche ragionare sulla possibilità di coinvolgere in parti del lavoro alcuni avvocati che già hanno dimostrato di poter fornire contributi molto validi.
Ma soprattutto ragioniamo alla luce dell'impegno e attività che abbiamo sostenuto fin'ora a livello internazionale.

Inoltre, se dalla chiusura della campagna si sono riproposti questi gruppi di lavoro, possiamo prevedere delle riunioni congiunte per discutere assieme su come procede il lavoro, e anche per rendere possibile la riedizione del manuale.
Su questo ci sono delle perplessità.
I gruppi di lavoro sono stati proposti proprio una volta sancita e assodata la conclusione della campagna.
La continuità del lavoro della stessa si vedrà nello spirito con cui lavoreranno i gruppi, non sul fatto che il circuito si sovrapponga e rimanga lo stesso.
Il punto è che la campagna è effettivamente conclusa, e questo è un dato che va assunto. Potranno, se avrà una funzione, esserci momenti di contatto fra i gruppi, ma dipendentemente dal lavoro che verrà sviluppato dagli stessi, non perchè proveniamo dalla campagna.
Perche il lavoro dei gruppi abbia un'utilità reale, questi dovranno trovare altri riferimenti, se no ci confrontiamo fra di noi e inevitabilmente non riusciremo ad andare più in la di quanto detto col bilancio di chiusura della Campagna.
Fatto salvo il lavoro di riedizione del Manuale, chiaramente. Questo è un impegno che ci siamo presi e va soddisfatto. Ma sarà un gruppo di lavoro specifico che dovrà assumersi questo compito, che consisterà anche nel fare una nuova premessa, adeguata alla pubblicazione post Campagna, eccetera.

Ma di per se stessa la campagna è finita, dobbiamo rimetterci in gioco da zero.
E la proposta su cui stiamo ragionando quì non è di poco impegno; negli anni passati vari di noi hanno già partecipato alla costruzione di lavori, materiali, relazioni, a livello internazionale, che partivano da analoghe esigenze, e che non hanno raggiunto l'obiettivo.
Le difficoltà di lavoro su scala internazionale si moltiplicano per cento rispetto a quelle con cui ci confrontiamo normalmente.
Per cui è importante elaborare una proposta che possa coinvolgere gente che ha già contatti, esperienze, possibilità in questo senso.
Partiamo individuando un obiettivo del nostro lavoro: non la costruzione di una struttura di collegamento a livello internazionale, ma per esempio un materiale spendibile, appunto; e su questo decidiamo quali sono gli aspetti più interessanti da affrontare. Ad esempio decidiamo se ci occupiamo dei reati associativi negli altri stati, o se lavoriamo con una logica più tipo manuale.
In questo lavoro sarà opportuno poi partire ragionando su alcuni esempi di repressione internazionale che ci troviamo evidenti proprio quì in Italia.
E dall'altra parte andare a definire obiettivi e priorità di medio e lungo termine.
Sarà poi opportuno sviluppare un ragionamento dettagliato su come andiamo a muoverci a livello internazionale, in maniera da calibrare le proposte che faremo centrando alcuni piccoli obiettivi e rendendo possibile una risposta adeguata da parte dei compagni e realtà internazionali a cui ci riferiremo.
E dovremo quindi ragionare bene su quale possa essere un livello di impegno che pensiamo di poter realmente sostenere con continuità e su cui basare questo lavoro.

Dobbiamo definire bene che ambiti e questioni ci interessa approfondire, e con quali referenti.
I reati associativi; o l'immigrazione come fronte interno, la legislazione come superamento delle garanzie di asilo che erano presenti nei decenni passati; o ancora, come si è sviluppata la repressione da Genova in poi; la rivolta delle Banlieues in Francia, eccetera, come esempi pratici di come si sviluppa un paradigma che vogliamo analizzare.

Però può essere utile un passo indietro, ragionando sul nostro obiettivo prima che sugli ambiti che sono più interessanti da prendere in considerazione; a seconda della griglia di lavoro che scegliamo lavoriamo su una tesi e su un obiettivo differenti, proviamo a ragionare su quale può essere la più efficace;
- una possibile griglia di lavoro è quella sull'UE e avrebbe l'obiettivo di evidenziare come l'UE ha sviluppato un processo di ristrutturazione ed esecutivizzazione omogeneo.
- Un'altra griglia può essere quella dell'UE rispetto all'immigrazione.
- Un'altra quella della guerra: come l'impegno in guerra dei differenti paesi determina processi di trasformazione interna funzionali. Questa tesi raggiunge l'obiettivo ad esempio di mettere in discussione l'impostazione antiamericanista, o anche quella riformista.
Insomma, ognuna di queste cornici presuppone un differente obiettivo politico, una tesi e strumenti per socializzarla.
Allora il passaggio primario da stabilire è questo; cosa siamo in grado di fare su uno di questi obiettivi.
Poi ci saranno problemi concreti da affrontare, ad esempio mettere su una squadra di traduttori.
Obiettivo quindi sarà un materiale, avendo il Manuale un po' come riferimento, ma non un manuale europeo, su cui avremmo enormi difficoltà ad esempio a decidere a cosa circoscriverlo, se ai reati associativi, all'immigrazione, alla guerra, ecc....
Su tutto ciò dovremo sempre porci il problema di quali sono le nostre capacità di affrontare le questioni anche da un punto di vista "tecnico".

Realisticamente non possiamo a livello internazionale pensare di riuscire a fare un lavoro analogo a quello che abbiamo fatto col Manuale. Ripensando alle esperienze con gli altri compagni a livello internazionale, c'è la possibilità di ottenere dei contributi e mandare a buon fine delle collaborazioni se si circoscrive molto chiaramente e precisamente di cosa ci si occupa e quali sono le richieste che si fanno.
Quindi noi dobbiamo ragionare sulla produzione di un materiale che possa essere sostenuta da noi, e all'interno del quale potremo verificare la possibilità di collocare dei contributi specifici, ma che non necessitino dell'adesione dei compagni internazionali al progetto complessivo.
In altre parole cercare come nostra priorità di dar vita a questa collaborazione internazionale, ma senza pensare che questa possa essere già in partenza anche la priorità dei compagni a cui ci riferiamo.
Poi quando avremo in mano un lavoro finito potremo ragionare ulteriormente su come valorizzarlo anche a livello internazionale, ragionando su una continuità di lavoro.
Questo significa che dobbiamo pensare a qualcosa di abbastanza diverso dal manuale, dal punto di vista della struttura, un materiale senz'altro più politico e meno "tecnico", cercando di arrivare a un risultato che abbia però simili caratteristiche di spendibilità nelle attività di ognuno.

Al riguardo delle possibili griglie di lavoro, il punto è che queste si intersecano fra loro; per esempio la questione immigrazione è un capitolo centrale della questione guerra ed è difficile slegarla dall'inasprimento del controllo per il proletariato anche nelle manifestazioni di malessere più sociale e "meno politico". O dalla questione della violenza di strada, pensiamo al Paese Basco o alle Banlieues parigine; o dalla questione del diritto a manifestare.
Si pùo utilizzare un argomento per parlare di tutti gli altri.
Il punto è che noi nel discorso dobbiamo valorizzare gli aspetti dell'attacco repressivo e della resistenza a questo attacco. E forse su questa questione è particolarmente "facile" richiedere dei contributi anche dagli altri paesi. Ed è più possibile stabilire delle relazioni stabili con altre situazioni.
Una griglia valida può essere quella dello sviluppo del piano della repressione, ma con al centro l'elemento della guerra.
Infatti i piani non sono slegati. E anche la legislazione li lega fra loro, si pensi solo alla legge pisanu.
Individuiamo alcuni punti:
- forse il piano comune ai vari aspetti sollevati è quello delle leggi
antiterrorismo. Questo taglio mette insieme le questioni e affronta i piani necessari.
- In campo internazionale è interessante anche vedere il riutilizzo e la riattualizzazione di vecchie leggi (vedi Paese Basco).
- Altra questione da porsi è quella delle liste nere.
Poi ci occuperemo di questioni particolari, quali i reati associativi così come di tanta carne al fuoco. E valutiamo la possibilità di occuparci anche di legislazione negli USA per esempio, dove troviamo varie leggi "interessanti" dal nostro punto di vista.

Facciamo un ragionamento di metodo: la Campagna ha rappresentato contemporaneamente un terreno praticamente utile su cui lavorare; un terreno su cui abbiamo visto dei risultati e aperto un dibattito che tuttora esiste e un terreno parallelo meno "tecnico" di apertura di una discussione più generale.
Parimenti dovremmo ora individuare un oggetto di lavoro circoscritto per avere un approccio concreto e che funzioni da volano di una discussione più ampia.
Dobbiamo trovare un assetto di lavoro che non si sovrapponga ad altri lavori già in atto. Quale può essere il nostro contributo? Che aspetto approfondire?
Di grande interesse è il ragionamento sulla trasformazione del fronte interno dei paesi in guerra.
Su questo però dovremmo ragionare di produrre materiali più dinamici di quel che è stato il Manuale. Anche materiali slegati fra loro, mostre, e via dicendo.
Con la tensione a evidenziare da un lato gli strumenti comuni delle politiche repressive dall'altro le politiche più d'avanguardia, vedendo situazione per situazione quali sono gli aspetti più siginficativi; ad esempio la questione immigrazione è più interessante se si parla di Francia che di Paese Basco, dove invece sono particolarmente significative le politiche carcerarie...
Dev'essere un lavoro dinamico, una proposta da buttare in rete; senza sovrapporsi alle realtà già esistenti che si occupano di guerra, imperialismo, solidarietà con la resistenza, ecc. Il nostro contributo può essere quello di evidenziare il legame frà questi aspetti e le trasformazioni del fronte interno, ed è un lavoro che nessuno sta facendo.

Non è poi solo l'UE a essere imperialista. La questione del rapporto fronte interno-fronte esterno è a 360°. E ogni paese è allineato, ovunque nel mondo le leggi su queste questioni originano da basi comuni ai paesi imperialisti.
Anche le liste nere sono una sovrastruttura, in cui ogni paese ha potuto piazzare i propri nemici interni, in un meccanismo di do ut des coi paesi più forti e che dettano la politica a livello internazionale.
In ciò si colloca il nostro lavoro. Però dobbiamo circoscriverlo anche in base da un lato ai contatti che abbiamo, dall'altro al fatto che concretamente viviamo in UE, e i materiali sull'UE sono per noi quelli più immediatamente riinvestibili.
Quindi pensiamo a un materiale non esaustivo, che però abbia un valore d'uso rispetto alla costruzione di iniziative, per altri come per noi, indipendentemente dal fatto di organizzarle assieme o meno.

Riguardo alla questione dell'immigrazione: il lavoro di sostegno alla resistenza ha dimostrato dei limiti, trovando difficoltà perchè non si riesce a collocare come parte del movimento contro la guerra chi subisce la repressione.
I collegamenti fra immigrazione, contraddizioni, resistenza, vengono vissuti come questioni lontane.
Per il nostro lavoro dunque non andiamo a produrre altri manuali sulle realtà che analizziamo, ci pensano eventualmente già i compagni nelle varie situazioni. Ma produciamo materiali che individuino gli elementi strutturali delle vicende repressive. Per esempio su Genova un ragionamento su come quello fosse un passaggio deciso indipendentemente dalla presenza di black block; andiamo a individuare il valore d'uso che alcuni passaggi hanno per la repressione.
Descrivere la situazione paese per paese ha un senso perchè ti consente di rendere visibili le analogie della repressione, da un lato. E dall'altro col materiale specifico su un paese posso dar vita a iniziative precise su quella situazione, invitando i compagni con cui si hanno contatti. Questo è il valore d'uso, e a questo spaccato diamo un contributo.

Bene, quindi abbiamo individuato un obiettivo, una tesi, la legislazione standard in tutta l'UE, ivi compreso il riutilizzo di leggi "d'epoca" o le leggi di guerra, ecc. Ora la parte dimostrativa di questa tesi va strutturata in maniera che funzioni, e che sia sufficentemente snella.
E i compagni a livello internazionale ci diranno su ciò in base alle esperienze che si vivono.
Ora potremmo definire in che modo proviamo a rivederci con un passaggio in più la prossima volta. Ad esempio potremmo dividerci le "parti" di UE che vogliamo prendere in considerazione.
Si può strutturare una scaletta che quadri con quanto detto; per esempio differenti capitoli di approfondimento su vari paesi dell'Europa Ovest, e un capitolo anche sui paesi di "nuova entrata" nell'UE.
Teniamo come obiettivo la costruzione di un materiale, ragioniamo sul referente sul quale andiamo a intervenire, e facciamo girare via mail una griglia più espansa. Poi convochiamo una seconda riunione per discuterla.
I compagni di firenze si incaricano di approntare questa griglia.
Nel frattempo tutti i compagni facciano mente locale sui contatti, collegamenti, ecc che si possono provare a utilizzare; pensiamo alle altre situazioni che hanno portato avanti lavori attinenti, proviamo a fare qualche lista di realtà da provare a coinvolgere su qualche aspetto del lavoro.
E parallelamente facciamo mente locale su tutte le possibili persone che potrebbero costituire un gruppo di traduzione.
Una volta approvata la griglia, cominciamo a usarla come base per espandere la proposta all'esterno, sia dal punto di vista più tecnico, traduzioni ecc, sia da quello dei rapporti internazionali, inviando la griglia con una richiesta di farla circuitare.
I compagni di Bologna si incaricano del resoconto della riunione.
Riguardo alla questione del carcere, teniamo anche questo aspetto come interno al nostro ragionamento. E' una questione interna alla fase, ed è per forza un aspetto su cui si ragionerà nel lavoro del gruppo.
Nel giro di un paio di settimane sarà pronta la griglia, nell'ottica di convocare una seconda riunione per metà marzo.

Durante la riunione sono stati dati aggiornamenti su alcune realtà quali l'assemblea di Bologna sulla questione CPT, la presenza in Italia di alcuni prigionieri di differenti nazionalità con particolari situazioni, e poi sulla situazione dei compagni turchi Zeinep Kilic e Avni ER. I due compagni, che sono recentemente stati condannati in primo grado, hanno l'espulsione dall'Italia a fine pena, che comporterebbe il rinvio in Turchia. Zeinep inoltre ha una richiesta d'estradizione verso la Germania (con alle spalle la Turchia), e chiede aiuto per evitare che quest'estradizione avvenga.
Sono stati dati aggiornamenti sullo sciopero fino alla morte contro l'isolamento in Turchia: lo sciopero è stato sospeso in seguito a una circolare del ministero che attenua le misure d'isolamento permettendo fra l'altro alcune ore di socialità a gruppi. La situazione rimane comunque pesante.

tratto da: reati_associativi mailing list
reati_associativi@inventati.org
https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/reati_associativi

http://www.autprol.org/