01/03/2007: Difendiamo la solidarietà di classe!


Un clima di vera e propria caccia alla streghe è calato sul nostro paese a partire dallo scorso 12 febbraio. In questa data, circa 500 sbirri, incappucciati e in assetto da guerra, hanno arrestato 15 persone, fra cui giovani militanti, operai sindacalizzati e attivisti comunisti, e effettuato un centinaio di perquisizioni in abitazioni, sedi politiche, centri sociali e luoghi di aggregazione proletaria, compreso il domicilio di una compagna svizzera, a Zurigo. Sono state colpite così diverse realtà del movimento di classe e individualità politiche, in nome, ancora una volta, di capi d’imputazione quali l’associazione sovversiva a scopo terroristico (270 bis c.p.) e la banda armata (306 c.p.).
Successivamente a questa operazione, chiaramente finalizzata a eliminare la presenza organizzata dei comunisti nel tessuto sociale, è iniziata una pesantissima criminalizzazione della solidarietà di classe espressa ai compagni sequestrati. Gli episodi in questo senso si stanno susseguendo.
Il 13 febbraio, quattro compagni che stavano affiggendo dei manifesti di appoggio agli arrestati vengono arrestati, dapprima con l’imputazione di “propaganda sovversiva” (272 c.p.), poi mutata, mentre erano ancora reclusi, in “istigazione a delinquere” (art. 414). Verranno scarcerati solo dopo 5 giorni!
Il 17 febbraio, politicanti della desta e della sinistra borghese chiedono pubblicamente la persecuzione giudiziaria del migliaio di manifestanti che, durante il corteo contro la costruzione della nuova base Usa di Vicenza, marciano dietro gli striscioni in solidarietà agli arrestati del 12.
Tutto ciò mentre si continua pressoché quotidianamente, sui mass media di regime, a urlare all’ “emergenza terrorismo” per semplici scritte murali di sostegno ai prigionieri, per ogni iniziativa pubblica che voglia combattere l’atmosfera maccartista, per i numerosissimi comunicati e attestati di condanna della repressione messa in atto.
Evidentemente desta paura, nelle file dei padroni e dei loro addentellati politici, che a livello di massa vi siano state numerose prove di appoggio ai compagni. Lo stesso ministro degli interni, il boia Amato, ha dovuto ammettere che “questi militanti non sono isolati”.
Nel mirino, finora prevalentemente mediatico, della classe dominante vi è, sempre più esplicitamente, l’attività dei compagni che, in Italia e in vari paesi europei, stanno costruendo e organizzando la rinascita del Soccorso Rosso. Questo organismo vuole riprendere l’esperienza degli attivisti e dei lavoratori che, sfidando e tenendo testa alla repressione degli stati borghesi negli anni venti secolo scorso, misero in piedi una capillare rete di solidarietà politica ai perseguitati e ai prigionieri antifascisti e comunisti. Un progetto dalla profonda valenza di classe, ripreso peraltro già negli anni settanta e ottanta, e sempre più necessario per stringersi attorno a chi subisce, in prima persona, le angherie degli sfruttatori e dei guerrafondai al potere.
La borghesia compie ogni sforzo per creare un clima di isolamento e annientamento, politico e umano, dei rivoluzionari prigionieri e di tutti coloro che, opponendosi a questo sistema, incappano nei suoi cani da guardia. E’ fondamentale, dunque, continuare a rivendicare l’arma della solidarietà di classe, collocandola nel contesto di una società che, putrefacendosi in contraddizioni sempre più insuperabili, risulta capace di produrre solo miseria, guerra e repressione.

Resistere alla controrivoluzione preventiva!
Terrorista è lo stato borghese,
stringersi attorno ai compagni e alle compagne arrestati il 12 febbraio!
Nessun passo indietro nella solidarietà di classe!

25/2/2007
Compagni e Compagne per la Costruzione del Soccorso Rosso in Italia

cccpsri@libero.it

http://www.autprol.org/