20/02/2007: Stato di polizia, moderno fascismo, revisionismo e razzismo sono gli ingredienti delle moderne "democrazie" occidentali...


...il tutto condito da abbondante disinformazione mediatica che conferisce alla pietanza un disgustoso senso di insicurezza e vulnerabilità, che in nome del profitto e del potere borghese, rende insostenibile la dieta infinita dei proletari.

Questo gioco di parole è sicuramente più sensato delle farneticanti falsificazioni, giornalistiche e istituzionali, sullo scenario di lotte che si sta aprendo in questo inizio anno facendo tremare le gambe al potere. Un potere così svuotato del sostegno della propria base elettorale, che la condanna all’invisibilità se la sua lotta non si offre alla spettacolarizzazione. Un potere in crisi, che ha bisogno di evocare ciclicamente lo spettro del terrorismo per la sua stabilità, criminalizzando preventivamente le lotte sociali e territoriali per evitare che si saldino tra loro e si costruisca una mobilitazione estesa e dal basso contro le scellerate politiche del neoliberismo:
- costruzione di nuove basi di guerra, supporti CIA ai rapimenti e alla tortura delle carceri segrete e campi di addestramento per le stragi di Stato
- “grandi opere” e scempio ambientale, militarizzazione del territorio e usurpazione di beni e servizi comuni
- finanziaria di guerra, precarizzazione, taglio alle spese sociali e smantellamento di diritti fondamentali acquisiti dai lavoratori e dai proletari (rapina del TFR, allungamento dell’età lavorativa, insicurezza sul lavoro, sfruttamento, ecc…)
- campi di concentramento per immigrati e riduzione in schiavitù del proletariato mondiale
- oscurantismo e omofobia di uno Stato bigotto
- revisionismo, fascistizzazione e razzismo ideologico e militare dello Stato, con la riabilitazione del fascismo e dei “patrioti” repubblichini, la criminalizzazione degli antifascisti, dei comunisti e dei proletari rivoluzionari e la legittimazione dello Stato negazionista, revanscista, filosionista, razzista e imperialista italiano e delle stragi fasciste/di Stato.

E non è esagerato o fuori tema parlare oggi e qui di moderno fascismo e razzismo. Basti guardare alle recenti conclusioni giudiziarie su Ustica, ai vergognosi fatti di Opera, alle dichiarazioni di Napolitano sulla “necessità” dei CPT (un’altra sua creatura), sulla giornata della memoria e quella del ricordo. Persino Kossiga, in quest’ultima occasione, ha criticato da sinistra il Presidente della Repubblica!
E non c’è da stupirsi ma solo da indignarsi se una storica, come la compagna Alessandra Kersevan, viene oggi censurata e tacciata di essere “negazionista” dai veri negazionisti di AN e del centro sinistra della provincia di Rimini, per il suo libro sul campo di concentramento fascista di Gonars.
I veri negazionisti, sono oggi al governo e all’opposizione e continuano a reprimere, come due ali di uno stesso uccello, la potenzialità delle lotte di classe e la verità storica su uno dei tanti crimini di guerra impuniti, commessi dall'esercito italiano in Jugoslavia tra il 1940 e il 1943, quando morirono 7000 sloveni, croati, montenegrini, intere famiglie rastrellate dall’esercito italiano in quelle terre occupate e annesse.
Non c’è da stupirsi ma solo da indignarsi se il governo Prodi tira dritto, in linea con quello precedente, con la sua politica di guerra, di devastazione ambientale, di indifferenza nei confronti dei bisogni delle masse proletarie, a compiacere gli interessi del capitale. Qualcuno può forse dire che qualcosa stia cambiando in meglio? Che non ci sia più bisogno di rivoluzione?
E’ forse di questo bisogno di rivoluzione che si stupisce la miopia di coloro che l’affamano e la nutrono allo stesso tempo?
E perché stupirsi se questo sistema pseudo-bipolare non offre neanche più sponde per derive elettorali?
Il sistema capitalistico entra in crisi e assistiamo alla svolta autoritaria delle sue forme di governo, col passaggio da uno stato di diritto a uno stato di polizia:
- Lo stillicidio giudiziario per i fatti del G8 a Genova
- Gli omicidi fascisti e polizieschi impuniti (Dax, Carlo, Federico Aldrovandi e Renato tra gli ultimi e tante altre vite spezzate senza nome perché immigrate e/o addirittura clandestine – come un rumeno qui a Perugia, sparato alla nuca per non aver rispettato un posto di blocco di carabinieri, lo stesso giorno in cui Raciti cadde a Catania come martire-eroe. Chiaramente i due morti non hanno avuto la stessa eco mediatica e lo stesso funerale!)
- L’applicazione del pacchetto Pisanu dopo i fatti di Catania, col pretesto di contrastare la violenza negli stadi, usati in realtà come palestra dalle forze dell’ordine e neo-nazifasciste per gli scontri sociali e di piazza e il conseguente restringimento di spazi di libertà e aggregazione del proletariato intorno allo sport più popolare d’Italia
- La strategia della tensione, già applicata molto tempo fa, riciclata sotto varie forme e ripresa ultimamente dalle cicale mediatiche in occasione della cosiddetta “operazione tramonto”, che ha portato all’arresto di 15 compagni e a un’ottantina di perquisizioni e indagini a danno di diverse realtà politiche dell’antagonismo proletario, alla vigilia di un’ampia mobilitazione popolare contro la base di Vicenza, la politica economica di guerra e l’ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori
- L’inquisizione e l’imputazione del “reato" di solidarietà, ad altri 4 compagni, trattenuti per 3 giorni in custodia cautelare per aver espresso le proprie idee e la propria solidarietà ai compagni in galera, con slogan come: “Ustica, Piazza Fontana, lo Stato si assolve e dà il carcere a chi lotta” oppure: “Terrorista è chi ci affama e fa le guerre, non chi lotta a fianco dei popoli”
- La minaccia, non troppo sottile, nei confronti di chi ha manifestato a Vicenza, di essere inquisito a sua volta perché al fianco di compagni colpevoli di essere “comunisti e non terroristi”

Tutti questi elementi sono il chiaro segnale di una nuova caccia alle streghe antiproletaria e anticomunista, di una repressione preventiva e ideologica delle espressioni di dissenso e conflitto sociale.
Ma l’operazione dividi et impera, con la strategia della tensione, a Vicenza non è riuscita. Il c.p.o. Gramigna, tra i più criminalizzati, non ha fatto alcun blitz nel corteo, ma ha portato il suo striscione a testa alta e viso scoperto per tutto il percorso della manifestazione, seguito da un foltissimo spezzone di compagni solidali che hanno scandito forte e chiaro slogan contro le basi di morte e la repressione, contro la guerra, il fascismo e in solidarietà ai compagni criminalizzati. Questo dovrebbero dire TV e giornali! E l’intelligenza politica del popolo di Vicenza, che ha marciato al loro fianco, dimostra che uniti si può vincere e che il vero nemico è chi cerca di confondere le acque, i veri infiltrati sono partiti e sindacati che sostengono la politica di guerra e sacrifici.

Sosteniamo e generalizziamo i comitati territoriali contro le basi usa/nato e le grandi opere
Sosteniamo e generalizziamo le lotte per il lavoro e il tfr contro le morti bianche e la precarietà

autorganizzazione, sciopero generale e azione diretta
costruiamo e pratichiamo antifascismo militante

CONTRO LA GUERRA E LO STATO DI POLIZIA
LOTTA DI CLASSE, RESISTENZA
SOLIDARIETà AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE

liberi/e tutti liberi/e subito
 

Rete Antifascista Perugina

 

http://www.autprol.org/