16/02/2007: SIAMO COMUNISTI NON SIAMO TERRORISTI


Mercoledì 14 febbraio, sul quotidiano locale “l’Attaco” è comparso un articolo dal titolo: “Compagno tra lotta dura e entrismo” che da una parte, senza nessun fondamento e con un abuso indecente di nomi, descrive il centro di documentazione Filorosso di Foggia come un covo di terroristi emarginato dalla società; dall’altra prima di ogni altro giudice condanna il compagno e amico fraterno Massimo Gaeta.
E pensare che il firmatario dell’articolo, non molti anni orsono, si serviva dei posti che ora infanga per fare concerti e diffondere dischi prodotti col suo gruppo; facendo finta, evidentemente, di appoggiarne l’autofinanziamento. È troppo facile sputare nel piatto dove si è mangiato per chi, una volta fallita la carriera di musicista, ora senza talento ed attributi necessari, aspira a quella del giornalista sulla pelle dei compagni.
È scomodo per questa gente descrivere la realtà su studenti attivi nella lotta contro i tagli all’istruzione pubblica, su lavoratori e disoccupati che sbarcano il lunario per campare e che, per questo, sono sempre in prima fila nel difendere i diritti del proprio ceto sociale.
Massimo, come tutti gli altri arrestati, è riconosciuto da tutti come compagno e amico leale, sempre disposto a dare una mano a chi ne ha bisogno, e questo è dimostrato dall’enorme solidarietà che sta ricevendo e che rende palese che non c’è nessuna frattura nel movimento antifascista e anticapitalista foggiano.
Parenti, amici, compagni e chiunque lo conosce si sono da subito compattati intorno alla parola d’ordine: MASSIMO E TUTTI I COMPAGNI ARRESTATI LIBERI SUBITO.
Da studente, il nostro compagno non si è mai tirato indietro e non ha mai mancato di rispetto al compito affidatogli dai suoi compagni di scuola di portavoce nelle lotte contro le riforme che calpestano il diritto allo studio. Da disoccupato e precario non si è mai sottratto ad ogni tipo di lavoro, ai più umili e sottopagati.
Una volta costretto ad emigrare, come tanti figli della nostra terra, si è fatto subito apprezzare per la sua generosità e sincerità tanto che, in pochi mesi, i colleghi lo hanno eletto rappresentante sindacale.
Ma, lo scribacchino da quattro soldi dell’articolo sopraccitato non ha fatto altro che accodarsi alla campagna repressiva e mass-mediatica in stile “sbatti il mostro in prima pagina”, ergendosi a giudice sopra ogni processo. Tutti i compagni arrestati stanno ricevendo una grandiosa solidarietà che nessuno può cancellare perché sono lavoratori e studenti che da anni non demordono e lottano in difesa di diritti sacrosanti che i vari governi stanno via via negando.
Posti come il CPO Gramigna e lo stesso Filorosso rispondono all’esigenza delle masse di avere spazi popolari.
Per capire, infatti, cos’è il centro di documentazione Filorosso basta leggere i tanti manifesti per la città e soprattutto chiedere ai numerosi frequentatori, molto più di cinque, che con il cuore danno l’anima per le attività che si svolgono al suo interno.
Situato in un quartiere popolare da dieci anni, il Filorosso si pone come luogo d’aggregazione principalmente giovanile svolge attività come cineforum, gruppi di studio e dibattito sull’attualità, cene sociali, bruschettate per il quartiere, feste per i bambini, ecc. Tutti contro la logica della mercificazione e di alienazione che questo sistema impone, atti a strappare i giovani dall’arrivismo, dalla droga, dall’inattività e dalla rassegnazione.
Le iniziative d’aggregazione sono accompagnate dalla denuncia dei soprusi della classe dominante e dei suoi governi; oltre dalla solidarietà senza riserve con le lotte dei lavoratori, dei precari, degli studenti e dei popoli che resistono alle guerre imperialiste e al fascismo mascherato da democrazia sia dalla destra che dalla sinistra istituzionale.
Questo clima di caccia alle streghe ha l’unico scopo di criminalizzare qualsiasi coro di dissenso che esce fuori delle dinamiche conciliatrici imposte dalla falsa sinistra che si erge a difensore degli interessi dei lavoratori, ma che in realtà non fa altro che portare avanti la politica guerrafondaia e antipopolare del governo Prodi.
Non è un caso che gli arresti siano stati fatti alla vigilia della manifestazione di Vicenza. Vogliono far diventare reato il dissenso alla guerra imperialista e l’appoggio alle resistenze dei popoli per procedere nei loro piani criminali.
Non è un caso che siano stati fatti durante il semestre del silenzio assenso per il trasferimento del TFR ai Fondi Pensione Integrativi. Le avanguardie di lotta, come i compagni arrestati o i molti operai CGIL indagati, che tra i lavoratori si mobilitano come possono contro questa manovra infame, sono un ostacolo troppo forte per i sindacati che si apprestano a riempire le loro casse con il bottino di questa ennesima rapina, e sono già d’accordo con il governo e Confindustria per alzare l’età pensionabile e diminuire le pensioni.
Non in ultimo, con l’arresto dei quattro compagni di Milano il 14 febbraio, “rei” di aver affisso un manifesto dal titolo “Terrorista è chi ci affama e fa le guerre, non chi lotta al fianco dei popoli!!!”, cercano di fermare la solidarietà di classe presentandola come un crimine. Un salto repressivo in pieno stile fascista.
Denunciamo infine la funzione di tutti i mezzi “d’informazione” di regime che, lontani dal perseguire il loro compito di relatori dei fatti, particolarmente in questa vicenda, costringono i cittadini a sorbirsi solo le notizie imposte dai potenti di questa società.
I COMPAGNI LIBERI SUBITO!

Centro di documentazione Filorosso

http://www.autprol.org/