27/12/2006: 7 e 5 anni di carcere per Avni e Zeynep
Il 20 dicembre scorso si è concluso a Perugia il processo di primo grado contro i compagni turchi del DHKP-C Avni Er e Zeynep Kilic da due anni e 8 mesi in carcere preventivo.
I due comunisti rifugiati politici in Italia furono incarcerati il 1 aprile 2004 durante un’operazione repressiva di dimensioni internazionali organizzata dalle autorità turche in collaborazione con le autorità di vari stati europei, Italia in testa. Il giudice perugino che ha sostanzialmente accolto le tesi del Pubblico Ministero che accusa il compagno e la compagna di appartenere ad una organizzazione terroristica, ha condannato Avni e Zeynep rispettivamente a 7 e 5 anni di carcere. Con queste aberranti condanne si è conclusa, per il momento, una delle tante vicende di persecuzione politica contro i comunisti in Italia.
Con la condanna dei due comunisti turchi, i giudici del tribunale di Perugia hanno di fatto eseguito una chiara direttiva politica ricevuta prima dal governo della banda Berlusconi, notoriamente “allergico” ai comunisti, e successivamente dall’attuale governo Prodi-D’Alema-Bertinotti. Ambedue questi governi hanno praticamente condiviso una scelta politica di stretta collaborazione con il fascista e sanguinario governo turco di Erdogan con cui scambiano affari (armi, chimica, tessile ed altro) per oltre 12 miliardi di euro all’anno. Una scelta politica questa di persecuzione contro i comunisti e contro tutti gli oppositori anticapitalisti e antimperialisti, in perfetta linea con la bestiale “guerra al terrorismo” inaugurata dagli imperialisti USA guidati dalla banda criminale Bush dopo l’11 settembre 2001.
In particolare contro i due compagni turchi questa linea persecutoria si è ulteriormente consolidata con la visita ad Istanbul del capo del Vaticano, l’integralista Ratzinger. In quella visita il capo degli sciamani della chiesa cattolica, che blatera di pace in giro, non ha speso una parola sui diritti umani violati e la pratica della tortura in uso alle autorità turche contro gli oppositori. Il Vaticano, in quanto ad anticomunismo, ha effettivamente e storicamente enormi responsabilità nella politica italiana, che si lega più che bene all’attacco contro le conquiste economiche e sociali dei lavoratori e delle masse popolari in questi ultimi trent’anni.
La borghesia italiana e internazionale dedicano immense risorse per cacciare e colpire i comunisti, gli oppositori e in generale per stroncare la ribellione delle masse ai soprusi della borghesia e la nuova ondata rivoluzionaria che si intravede all’orizzonte. La prova di ciò, senza andare lontano nel tempo, sta nelle numerose inchieste giudiziarie e operazioni repressive che hanno visto incarcerare e sottoporre a processi centinaia di persone appartenenti a vari organismi politici: i comunisti sardi di A Manca Pro s’Indipendentzia, del Campo Antimperialista, del (n) PCI, dei CARC, e poi gli anarchici di Pisa, quelli pugliesi, gli anarchici sardi, gli antifascisti dei fatti dell’11 marzo a Milano, vari gruppi di arabi e islamici, ecc..
La condanna di Avni e Zeynep è una conferma di questa persecuzione. Essa si sintonizza, per restare nell’ambito della questione turca, con le condanne che sono state comminate dal tribunale belga di Gand, ad altri comunisti turchi della stessa area politica, tra cui vi è il più noto attivista Bahar Kimyongur condannato a sette anni di carcere, perché svolgeva con i suoi compagni dell’ufficio di informazione del DHKC-P in Belgio, opera di contro informazione sulla politica fascista e criminale dello Stato turco.
Ora più che mai occorre condannare pubblicamente il tribunale speciale di Perugia che ha emesso la sentenza contro i due compagni per le loro idee comuniste, per le idee di giustizia e di libertà contro gli oppressori, reati questi evidentemente gravissimi per la borghesia imperialista, che in tutti i modi cerca di arginare la ribellione delle masse. Questa sentenza ha violato platealmente lo stesso codice di procedura penale borghese che vorrebbe che un giudice condannasse in base a prove concrete di reato e non sulla base di dichiarazioni astratte, in questo caso fatte dagli sbirri turchi.
Ancora una volta abbiamo la prova che in Italia esistono di fatto i tribunali speciali . Ora più di prima è necessario assumere maggiori responsabilità per condurre una battaglia politica per la liberazione di questi comunisti ingiustamente condannati ad anni di galera nel nostro paese.
Ora più che mai è necessario che esprimiamo solidarietà con i compagni Avni e Zeynep inviando loro messaggi di vicinanza fraterna e di sostegno alla loro resistenza in carcere.
Gli indirizzi a cui inviare i messaggi di solidarietà:
Avni Er
via Badu e Carros 1 – 08100 Nuoro (ITALIA)
Zeynep Kilic
via Bartolo Longo 92 - 00156 Roma (ITALIA)
24-12-2006
Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
CP 380, 80133 Napoli – Italia
a-solid-prol@libero.it
http://www.autprol.org/