28/11/2006: Perché usciamo dal PdCI; uscita di 58 compagne e compagni dalla federazione di Bologna del PdCI
Il PdCI, da anno a questa parte, ha vissuto una crescita sensibile in città, grazie all'entrata di nuovi compagni provenienti da esperienze politiche diverse e di nuovi compagni alla loro prima esperienza politica.
Il partito prima di questa entrata di fatto non aveva nessun intervento, se non quelle meramente istituzionale, e anche in questo caso subordinato ai DS e al “sindaco sceriffo”.
Le ultime vicende, dalla posizione del centro-sinistra sul Libano, all'attuale finanziaria (e la scomunica ricevuta per l'adesione allo sciopero generale del 17 novembre promosso dal sindacalismo di base) fino alla degenerazione clientelare dentro il partito, ci hanno portato a ritenere che la nostra collocazione dentro il PdCI sia un ostacolo per la nostra azione e progettualità. Ostacola quel lavoro di radicamento che oggi stiamo portando avanti in diverse organizzazioni sociali e culturali, dall'azione dentro i sindacati di base, ai comitati no war, dalle tematiche legate all'immigrazione, al movimento studentesco e femminista.
In sintesi la nostra uscita dal partito oggi è dovuta a svariati motivi, per comodità li vogliamo sintetizzare in tre punti:
- Internazionale
Il PdCI era ed è un partito che promuove in modo acritito l'Unione Europea, letta in funzione anti USA, non prendendo in considerazione il ruolo imperialistico che svolge già oggi la UE. Segnaliamo come in Europa i due più grandi partiti comunisti presenti (greco e portoghese) siano assolutamente lontani da questa ipotesi. La visione geopolitica del PdCI è dettata dalla sottovalutazione dell'elemento popolare. Fenomeni come la resistenza popolare antimperialista che si è manifestata nei paesi del tricontinente viene di fatto sottostimata in nome di una realpolitik che non coglie l'incisività dell'azione della masse.
- Nazionale
C'è una completa mancanza di analisi rispetto alla forma statale e istituzionale. Si considerano lo Stato e i suoi organismi indipendenti dalla lotta di classe. Questo porta ad una accettazione passiva del bipolarismo. Oggi i comunisti presenti nei diversi partiti portano a giustificazione del loro “codismo” lo spauracchio delle destre estreme, in quanto la linea programmatica dell'attuale governo in materia economica e legislativa non si discosta da quella precedente. Di fronte ad un attacco allo stato sociale e all'erosione delle garanzie della classe lavoratrice si accetta il determinismo economico e non si investe sulla capacità della classe lavoratrice di mutare direzione al corso degli eventi. Si finisce così per fare opera di mera testimonianza dentro il quadro istituzionale, fino ad essere vero e proprio freno per movimenti e organizzazioni sociali che si pongono il piano dell'indipendenza e della lotta di classe.
- Partito
Vi è una incapacità di porsi in modo dialettico di fronte alla mutata composizione di classe e allo scenario internazionale. Nella nostra regione si prende per buona la posizione del PCI negli anni 50 sui cosiddetti ceti medi, non accorgendosi delle modificazioni strutturali in atto.
In sintesi non si è avviato una seria riflessione sul comunismo novecentesco, e si vive fossilizzati in un passato ormai non riproducibile. I partiti comunisti che oggi parlano di partito di massa, egemonia di sinistra, di democrazia progressiva, utilizzano un piano ideologico inservibile, e si riducono a mera testimonianza del “popolo comunista” sempre più residuale e anziano. Noi pensiamo che i comunisti oggi debbano proiettare la loro azione dentro i movimenti sociali e nelle organizzazioni di classe, ripartendo da lì per ridare corpo ad una nuova progettualità comunista. Il piano della rappresentanza politica si costruisce avendo un'internità reale dentro la classe.
Noi non rifiutiamo la formula del centralismo democratico, ma le formule organizzative se non rispecchiano queste mutate condizioni sono solo formule vuote, o alla peggio servono per legittimare all'infinito il gruppo dirigente.
Per concludere
Oggi esce un gruppo di compagne e compagni dal PdCI (tra cui il coordinatore cittadino Diego Negri, la tesoreria della federazione di Bologna Lidia Triossi, il coordinatore provinciale della FGCI Carlos Venturi e la segretaria della Sezione P.Impastato Marcella Masperi) con noi ci sono altri compagni che hanno condiviso la nostra scelta di uscire dal partito.
Usciamo per provare a lavorare, assieme ad altri compagni e compagne non provenienti dal nostro ex-partito per avviare la costituzione di una associazione che si ponga il problema del coordinamento tra comuniste/i, impegnati e attivi nei movimenti e organizzazioni popolari. Pensiamo che esistano le condizioni affinché nasca una associazione che si ponga il problema della teoria e della prassi di tutti quei compagni/e che stanno ponendosi in modo critico nei confronti dei dettami del comunismo novencentesco. Questo non tanto per proporre nuove teorie moderniste, che durano meno di una stagione politica, ma per trasformare in modo dialettico il portato dell'elaborazione marxista nel presente. I tempi dell'organizzazione politica dei comunisti sono da legarsi allo sviluppo della teoria e della prassi coniugata nel presente. Oggi il problema non è fondare un nuova organizzazione comunista, ma avviarne la costruzione.
Chi non rispetta questo o fa del vuoto attivismo o della mera rappresentazione ideologica, sia essa sul piano sociale o istituzionale.
Lidia Triossi, Carlos Venturi, Giuseppina Gubello, Afschin Seighalam, Federico Orlandini, Marcella Masperi, Diego Negri, Patrizia Critti, Mario Michelini
La lista delle compagne e compagni che lasciano che riconsegnano la tessera
Alessia Spatato, Camilla Spataro, Rossella Sica, Afschin Seighalam, David Scodari, Luigi Sallustio, Axel Roversi, Agostin Rafael, Matteo Pugliese, Fabiano Pomata, Sandro Piromallo, Lisa Pigozzi, Gabriella Pierro, Federico Parigi, Pamela Noce, Santo Nicoletti, Diego Negri, Amerigo Musi, Francesco Muratori, Lidia Triossi, Daniele Montanari, Mario Michelini, Carlo Mazzini, Marcella Masperi, Elisa Marino, Carlo Marinelli, Gianluca
Maranghello, Marta Lucaioli, Cristian Guidoboni, Giuseppina Gubello, Fabio Grosso, Luca Gobbi, Dario Giovetti, Elia Giansante, Ian Friga, Maurizio Franculacci, Salvatore Franculacci, David Farris, Rossana Fancello, Letizia Dondi, Tiago Domicoli, Patrizia Critti, Vincenza Ciriello, Simona Capacchione, Gabriella Calandri, Andrea Burzi, Renato Bufetto, Sara Borelli, Maurizio Biso, Elena Antoniani, Carlos Venturi, Fedrico Orlandini, Barbara Di baggio, Pietro Di bari, Lorenzo Petrarulo, Braga Alessandro, Marco Urso, Rita Regoli
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