27/11/2006: Niente di nuovo sotto il sole (a proposito che fine hanno fatto i1 freddo e la pioggia?); volantino distribuito alla manifestazione di Roma del 18/11


Da poco il Libano, è stato raso al suolo cosi come ieri l'lraq, ieri l'altro l'Afghanistan e da sempre la Palestina (va da sé che l'elenco potrebbe sfiorare l'infinito nell'indifferenza generale).
Donne, bambini, uomini, ponti, autostrade, centrali elettriche, dighe, campi, installazioni industriali... sono i principali obbiettivi dell'apparato bellico occidentale a qualunque latitudine dispensi i suoi servigi.
Il muro che attraversa la Palestina è lo stesso che corre lungo il confine tra Messico e Stati Uniti, identico a quello innalzato attorno, alle enclave spagnole in terra marocchina, verrebbe da chiedersi in cosa differisca da quello montato in fretta e furia a Padova e, per chi lo volesse vedere, lo si può trovare poco lontano dalle nostre porte di casa a cingere i moderni lager che, ipocritamente, chiamiamo Centri di Permanenza Temporanea.
In Palestina hanno sperimentato nuove armi, in Libano pure e in Iraq idem (Genova 2001?).
Nelle regioni "normalizzate" i contadini arano miseria, seminano uranio impoverito, raccolgono bombe a grappolo... e tutti mastichiamo impotenza.
La democrazia esportata con le armi; quella che rinnega se stessa abbattendo ogni governo non confacente, anche se "legittimanente" eletto; quella che – da ogni video, su tutti i giornali, attraverso trasmissioni radio, appelli, raccolte fondi, messaggi pubblicitari, comitati etici e quant'altro – dispensa terrore a piene mani; quella che per la tua "sicurezza"... è uno stato di polizia sempre più pervasivo; la democrazia è insomma, solo la foglia di fico ormai secca del pensiero unico, globalmente all'opera.
Tutto ciò, e a guardarsi attorno, molto altro ancora, è l'incamazione nuda e cruda dell'essenza – assolutamente non virtuale – di una visione del mondo che in 200 anni è riuscita a fagocitare l'intera biosfera.
Sottrarci a questa spettacolare ma stitica visione – gettando uno sguardo radicalmente altro sul mondo, e cercandone percorsi conseguenti – è quindi l'unica scelta dignitosa che ci resta per non essere definitivamente sopraffatti dall'ignobile indifferenza che ammutolisce i nostri cuori, oscura i nostri sensi e annulla le nostre menti.
Ogni guerra è la continuazione dell’economia con altri mezzi e come ogni altro processo di produzione può essere disertata.

Con tutte le compagne e i compagni che lottano.
Solidarietà a tutti coloro che si trovano a dover sostenere il confronto con il lato più
brutale del sistema dominante.

I FUORILUOGO

http://www.autprol.org/