22/11/2006: QUI CI TORTURANO denunce dal cpt di Bologna
I muri sono fatti per dividere, segregare, nascondere.
Oltre il muro del cpt di Bologna sono nascoste, e volutamente dimenticate,oltre 110 persone.
I Centri di Permanenza Temporanea contrariamente alla loro falsa ed ipocrita definizione sono lugubri prigioni in cui vengono rinchiusi/e quei/quelle migranti la cui unica colpa è l’essere trovati senza permesso di soggiorno.
Affacciandoci oltre il filo spinato siamo riusciti a parlare direttamente con i ragazzi e le ragazze detenuti/e, raccogliendo i racconti delle loro esperienze.
In solidarietà e appoggio alle lotte che stanno portando avanti all’interno del Centro, riportiamo qui di seguito le loro denunce e le loro accuse, sia verso la Misericordia (ente che gestisce questo lucroso e sanguinario buisiness d’accoglienza) e suoi collaboratori sia verso la diffusa indifferenza sociale.
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“QUI CI TORTURANO”
Urlano con rabbia che chi gestisce il Centro guadagna un sacco di soldi su ogni detenuto (la capienza teoricamente è di 100 posti, a 72 euro a persona).
Secondo la legge non poterebbero prolungare la detenzione dopo i sessanta giorni, ma oltre ad esserci in questo momento ragazzi da più di settanta giorni, quello che spesso accade è che vengano rilasciati per un breve periodo per poi venire riportati dentro... e ricominciare da capo il conteggio. Quattro ragazzi la settimana scorsa hanno protestato contro questa loro detenzione prolungata. Un ragazzo è stato ripreso e portato dentro, anche se la sua compagna è incinta.
Le celle misurano 5 metri per 3 e in ognuna ci sono 5 o 6 persone che dormono senza materasso, e dividendo ogni coperta in due.
Possono tenere pochissimi vestiti, che devono lavare senza sapone ne’ detersivo. Un ragazzo ci ha mostrato le ciabatte infradito, le uniche “calzature” concesse in dotazione.
Il cibo, insistono, non è solo pessimo ma marcio; molti hanno paura di mangiare perché vengono poi colti da una sonnolenza strana e fastidiosa, causata in tutta probabilità da psicofarmaci dati, ovviamente senza avvertire, nel cibo.
Non riescono mai a vedere il medico: l’unico farmaco che viene prescritto è l’Aulin.
In questo momento 7 ragazzi avrebbero bisogno di sostegno medico perché tossicodipendenti ma il Sert non viene contattato.
Abbiamo parlato con una ragazza incinta da pochi mesi che non ha visto il dottore che una sola volta e non è stata rilasciata come invece accade, se il reato non è grave, persino in carcere.
I ragazzi arrivano a gravi atti di autolesionismo, pur di essere mandati in ospedale: un ragazzo ha mangiato vetro, ed è poi scappato dal pronto soccorso. Ad un altro invece, che aveva ingoiato due pile, hanno prescritto un Aulin. Ai medici, come all’Ispettore, non importa nulla delle proteste dei detenuti, e nemmeno che sia internata una donna di 75 anni.
Per evitare rivolte, gli immigrati vengono prelevati dai loro letti in piena notte per l’espulsione coatta. Ogni tentativo di ribellione è duramente represso da parte della polizia: dicono infatti che i pestaggi sono continui, che sono quelli in divisa che li prendono a manganellate così quando gli va.
In questo momento un uomo, chiuso a chiave e separato dai suoi compagni, è in sciopero della fame e della sete da più giorni, per protestare contro il fatto che non li lasciano uscire all’aria da una settimana (molti altri lo appoggiano facendo a loro volta lo sciopero della fame), misura eccezionale divenuta permanente. Nel cpt tutto, dalle ore d’aria alle assistenze, è a discrezione dei tre operatori della Misericordia.
Questi lager della democrazia (non troviamo altro modo per definire un luogo in cui persone di etnie diverse vengono internate e recluse in condizioni disumane solo perché sprovviste di un pezzo di carta) contano sul complice silenzio di quella zona grigia che, attivamente o passivamente, contribuisce al mantenimento di questo moderno sistema di eliminazione degli indesiderabili.
Un’opposizione reale ai cpt non può che passare che per la messa in discussione del mondo che li ha generati, con la consapevolezza che non si parla di un’entità astratta ma formata da realtà concrete ed individuabili.
OGNI SABATO DALLE 14.00 PRESIDIO AL CPT DI VIA MATTEI (autobus 14A)
In solidarietà con i/le reclusi/e per farla finita con questi campi d’ internamento
Nemici di ogni frontiera
Per contatti: scheggia@canaglie.net casella postale 228, 40124 Bologna centro
BASTA CPT
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