21/10/2006: 26/10 giornata di mobilitazione a San Giuliano: NO AI LICENZIAMENTI IN GENIA!
Si discute molto in città sul licenziamento di 5 netturbini di Genia Ambiente.
Da una parte per il vergognoso trattamento subito da lavoratori che per nove mesi hanno sudato (come e più degli altri) per garantirsi un futuro di 1.000-1.200 € al mese. Tutti con lo stesso problema: la quarta settimana!
Dall’altra l’attacco al servizio di igiene urbana della nostra città che
infatti, dopo un discreto inizio (diciamo fino a giugno), sta già nuovamente peggiorando. Basta pensare alla piazzola di via Pace dove è stato dimezzato il personale, alla limitazione del servizio di spazzamento, alle varie zone come minimo trascurate dal servizio.
Di fronte alle critiche su Genia spa, che cominciano a piovere da varie parti, il sindaco minaccia di tornare ad appaltare il servizio ad aziende private.
Ma noi, di fronte agli stipendi d’oro percepiti da un numero spropositato di consiglieri d’amministrazione (ben 19 cariche per meno di 100 lavoratori con redditi complessivi di oltre 500.000 € all'anno) ci chiediamo: qual’è la differenza tra pubblico e privato? Non sono forse gli stipendi d’oro che vanno tagliati invece che i posti di lavoro e gli stipendi?
La verità ormai emerge chiaramente: siamo di fronte ad un’azienda privata che utilizza la proprietà pubblica per trarre profitti e che, per i suoi interessi, cerca di aumentare lo sfruttamento dei lavoratori, peggiorando il servizio alla città.
Noi ci opponiamo a tutto questo e proponiamo che il servizio di raccolta rifiuti sia nelle mani della collettività, con una gestione totalmente pubblica, sotto il controllo diretto dei cittadini in collaborazione coi netturbini
Per questo, invitiamo tutti i firmatari della petizione ad essere presenti al prossimo consiglio comunale.
Facciamo sentire la nostra voce:
PER LA RIASSUNZIONE IMMEDIATA DEI LICENZIATI
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO PUBBLICO
GIOVEDI’ 26 OTTOBRE
MANIFESTAZIONE CITTADINA
PARTENZA ORE 18,30 DA PIAZZA ITALIA ARRIVO IN VIA DE NICOLA AL COMUNE
IL PRESIDIO PERMANENTE DI PIAZZA ITALIA
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LA MOBILITAZIONE DEI NETTURBINI A S.GIULIANO (CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI)
1) La nettezza urbana di S.Giuliano, è affidata a GENIA, azienda privata a capitale totalmente pubblico. Unico proprietario il sindaco Marco Toni, sostenuto da una coalizione di centro-sinistra a centralità DS. Genia è una spa con quattro rami d’azienda (tra cui Genia Ambiente fondata nel 2005 esattamente per occuparsi della raccolta rifiuti a S. Giuliano) attraverso i quali GENIA gestisce l’intero patrimonio pubblico (scuole, parchi, case, servizi ecc.). In altri termini a S. Giuliano è stata aperta la strada alla privatizzazione del patrimonio pubblico, pur essendo rimasto il comune di S. Giuliano unico proprietario formale. Dentro questo processo, sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra su cui si basa il potere del sindaco Marco Toni, si è andata formando una vera e propria rete di Consigli d’Amministrazione aziendali, con persone che non di rado ricoprono più di una carica e che, ovviamente, assorbe una quota considerevole di denaro. In totale si tratta di ben 19 cariche per un ammontare complessivo di introiti che supera abbondantemente la cifra di 500.000 € all’anno.
2) L’organico di Genia Ambiente, fino al 30 settembre di quest’anno, era composto da 34 operai, di cui 8 interinali e tre operanti sotto ditte esterne, per lo più cooperative.
Tutto il cantiere sapeva che il 30 settembre sarebbe stato un punto di svolta.
Un punto di svolta preceduto da mesi di acceso dibattito nelle assemblee governate dalla CGIL, a cui era sempre conseguito un totale immobilismo delle RSU continuamente alla ricerca di punti di intesa con l’azienda. Già a marzo, in realtà, era emersa la vera volontà di Genia Ambiente: portare a regime la raccolta rifiuti utilizzando al massimo le risorse fornite dalla manodopera altamente ricattabile fornita dalla Manpower, per poi cominciare a tagliare il personale accollando i corrispettivi carichi di lavoro sugli operai restanti, mentre le RSU aziendali, nonostante le indicazioni delle assemblee dei lavoratori, firmavano accordi che davano via libera alle dinamiche di flessibilità e precarietà volute da GENIA.
3) In realtà la certezza che si sarebbe aperto uno scontro tra l’azienda e i lavoratori interinali si era avuta il 30 giugno quando uno degli interinali era stato liquidato lo stesso giorno, alla scadenza del suo terzo contratto interinale (in sei mesi), mentre era in infortunio per un grave incidente sul lavoro in cui aveva perso una falange. Un caso assai emblematico che non macherà di far discutere nei mesi successivi.
E’ in seguito a questo primo licenziamento che si è arrivati ad un incontro formale tra la CUB e l'azienda. Si è trattato, allo stesso tempo, dell'inizio e della fine della trattativa. Di fronte alla sordità e all'arroganza della GENIA, la CUB ha infatti dichiarato che, di fronte a 5.000 ore complessive di straordinario, con un organico di 32 operai, senza la riassunzione del primo interinale licenziato e senza la conferma del posto di lavoro per tutti gli altri 7, si sarebbe aperta una battaglia pubblica sul territorio, si sarebbero intraprese tutte le vie vertenziali e legali del caso, e si sarebbe dichiarato lo stato di agitazione in cantiere.
4) Il 27 settembre viene comunicato verbalmente il licenziamento di altri 4 lavoratori interinali. Dopo mesi di sottomissione, paura, ricerca di una strada individuale per uscire (almeno in parte) dalla condizione di precarietà e cioè ottenere un'assunzione fissa, sono stati proprio loro, i lavoratori precari della Manpower, a scatenare un'azione diretta eclatante, bloccando cioè per oltre un'ora, l'intero cantiere di lavoro.
5) I licenziati hanno subito trovato l'appoggio attivo del comitato di base della CUB, già precedentemente costituito; dando così vita all'attuale Comitato di Lotta Operaio della GENIA, che ha deciso di intraprendere una mobilitazione ad oltranza, fino al reintegro.
La prima azione pubblica del comitato si ha il 28 settembre con un volantinaggio di denuncia al consiglio comunale che mette subito in agitazione le acque. In pochi minuti viene organizzato un incontro della delegazione degli operai con tutti i capigruppo locali da cui, oltre alla denuncia dei lavoratori è emerso che Genia aveva avuto un'indicazione vincolante da parte del consiglio comunale stesso (gennaio 2005), di non ricorrere al lavoro somministrato. GENIA si è affrettata a mettere in campo i rischi che il bilancio annuale potesse andare in rosso, negando al contempo, di aver ricorso all’arma del licenziamento in quanto si trattava di contratti a scadenza. Il comitato operaio ha risposto denunciando i lauti e ingiusitificati guadagni dell'attuale gruppo dirigente (la cifra complessiva di 500.000 € annui viene contestata solo dagli oppositori dell'attuale gestione GENIA, i quali affermano che... sono di più!) e mettendo in campo le proprie ragioni politiche (le indicazioni del consiglio comunale disattese da Genia) e soprattutto sindacali, di fronte a palesi violazioni del CCNL sia in merito alla % massima di interinali in servizio (30% del personale operativo ben oltre la soglia dell'8% prevista), sia rispetto alle motivazione fornita per ricorrere alla somministrazione lavoro (un picco di lavoro inesistente in quanto tutti i licenziati svolgevano mansioni del tutto ordinarie, in quanto legate alla raccolta domiciliare)
6) Si arriva quindi al 7 ottobre, quando si è svolta la giornata di sciopero, la prima nella storia della GENIA. Lo sciopero è stato preceduto da una grossa campagna sul territorio sia per denunciare i licenziamenti, sia per spingere la popolazione sangiulianese ad appoggiare la lotta dei netturbini, facendo leva sulla necessità di difendere e migliorare il servizio di igiene urbana, messo seriamente in discussione dalla politica di GENIA. La CGIL, dopo aver preso parte ad un incontro con la direzione GENIA, ha quindi deciso di prestarsi, ancora una volta, alle manovre padronali, firmando un accordo sul nuovo piano di lavoro conseguente ai licenziamenti e cantando le proprie lodi di fronte all'integrazione di 5 nuovi lavoratori; vale la pena aggiungere che non si è trattato di nuove assunzioni ma di una semplice integrazione di operai già attivi in cantiere anche se stipendiati da Manpower o da ditte esterne. L'assemblea ha finito per non votare lo sciopero e nemmeno l'accordo dei sindacati, tanto che il nuovo ordine di servizio per far fronte alla riduzione d'organico e per ridurre le ore di straordinario (con un ulteriore aumento dei carichi di lavoro individuali) è rimasto inapplicato.
Lo sciopero ha acquistato così un carattere prettamente politico, un'azione esercitata da una minoranza del cantiere che ha puntato tutte le sue carte sui risvolti pubblici della vicenda, su una tattica cioè di accerchiamento e isolamento territoriale di GENIA e che ha comunque avuto la sua efficacia
Durante la giornata si è svolto prima un presidio al mercato cittadino con una cinquantina di persone provenienti da diverse situazioni locali per poi dar vita ad un presidio permanente in piazza Italia.
Un presidio simboleggiato dallo striscione "CONTRO I LICENZIAMENTI IN GENIA. PIU' OPERAI MENO DIRIGENTI". Slogan che ha dato molto fastidio sin da subito tanto da spingere alcuni ignoti ad un attacco notturno con cui è stato bruciato lo striscione. Da quel momento non sono mai venute meno neanche le pressioni dei vigili urbani, comandate direttamente dal sindaco, al fine di smobilitare il presidio.
Tentativi ripetuti che, a distanza ormai di 15 giorni dall’insediamento, non hanno sortito alcun effetto. Il presidio permanente è divenuto ormai un soggetto politico agente sul territorio
7) La proposta del presidio si è sintetizzata nell’esigenza di un punto stabile in città, presidiato giorno e notte, per rafforzare la denuncia, ma soprattutto per cominciare a unire le forze territoriali disponibili a condurre la battaglia per la riassunzione dei 5 licenziati e fermare la privatizzazione operata da GENIA.
Questo ha permesso la nascita di un comitato cittadino di sostegno alla lotta che si è fatto promotore di una petizione sulla quale sono state finora raccolte 500 firme. Una petizione che ha dato continuità e ha esteso capillarmente la denuncia degli operai, che ha messo in movimento ulteriori energie e che, complessivamente sta creando pressioni sulle istituzioni, affinché costringano Genia alla riassunzione degli interinali licenziati
Il prossimo appuntamento, da questo punto di vista, sarà il 26 ottobre, data in cui è stato convocato un consiglio comunale con all’ordine del giorno esattamente la vicenda di Genia e del licenziamento dei 5 netturbini.
8) Adesso siamo praticamente giunti al termine della fase di denuncia e sensibilizzazione. Tutta la città è al corrente dell’accaduto e si è fatta un’idea piuttosto chiara di ciò che bolle in pentola. Adesso è evidente a tutti che la partita si comincerà a giocare sul terreno della mobilitazione e della lotta aperta, misurando le forze reali in campo, puntando a fare delle forzature capaci di costringere Genia ad un dietro-front.
Ma, d’altra parte, le numeroso discussioni sviluppate durante il presidio permanente, la rete di supporto alla lotta che si è creata comprendente organismi di differente natura (centri sociali, comitati di cittadini, organismi di lavoratori, ecc) e lo stesso acceso dibattito sui giornali locali (con la CGIL di categoria scatenata in un opera di diffamazione della lotta, di crumiraggio aperto e di difesa a spada tratta dell’azienda) hanno fatto emergere nodi che, oggettivamente, vanno ben al di là dei 5 posti di lavoro che sono in ballo.
9) Proviamo quindi, in conclusione, a fare alcune considerazioni generali, cercando di collocare questa esperienza ad un livello più generale, cioè in riferimento all’attualità su scala nazionale
a) Il processo di privatizzazione del patrimonio pubblico e delle attività di servizio sul territorio, per quanto mascherato da balletti politici spesso incomprensibili e da mozioni votate ma che restano inapplicate, porta con sé la precarizzazione dei rapporti di lavoro anche nel settore pubblico ed anche un conseguente inevitabile peggioramento dei servizi al cittadino. Si tratta di una dinamica ormai estesa a livello nazionale e che produrrà conflitto a livello sempre più generale. La vicenda di Aprilia, dove interi settori di popolazione sono insorti democraticamente contro la privatizzazione delle acque e le conseguenti stratosferiche bollette ne sono un esempio lampante. La vicenda di Genia e la lotta che si è aperta a S. Giuliano deve quindi inserirsi in questo solco, per poter mettere in discussione realmente il sistema di poteri che producono tutto ciò.
b) La crisi economica, come sempre subita esclusivamente dai settori proletari della cittadinanza, è un potente detonatore di fronte ad una politica istituzionale, sempre più additata da larghi settori di massa come la reale responsabile di un progressivo degrado e dell’affermazione di insopportabili logiche autoritarie. In altri termini, ciò che fino a ieri poteva in qualche modo essere sopportato (aumenti di tariffe di fronte al peggioramento dei servizi) oggi diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso. Anche se questo non produce meccanicamente lotta e mobilitazione, rappresenta senza dubbio un fattore di accelerazione del conflitto sociale, ponendo sul tappeto domande nuove.
c) Se una “semplice” denuncia verbale ha potuto scatenare una sequenza di prese di posizione a livello di massa (incluso alcuni settori istituzionali e, nel caso di S. Giuliano, persino delle forze dell’ordine locali), arrivando in qualche modo a questionare sempre più apertamente, senza peli sulla lingua, il potere politico cittadino, ciò può significare che dall’intreccio tra la lotta dei lavoratori e le rivendicazioni sociali ed economiche della cittadinanza, si possono e si debbono esprimere nuove forme di democrazia diretta, come unica soluzione per affermare un controllo effettivamente pubblico sulle risorse sociali ed economiche del territorio, aprendo al contempo una seria discussione sulle strade per affrontare la crisi economica le cui conseguenze ricadono sempre, e da sempre, unicamente sulle spalle dei proletari
COMITATO DI LOTTA OPERAI GENIA
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