03/10/2006: Basta con i tribunali speciali contro gli antifascisti
Il processo del 19 luglio contro i 27 antifascisti che a Milano l’11 marzo scorso hanno cercato di impedire una parata di neofascisti autorizzata dalle autorità milanesi, si è concluso con 6 assoluzioni e 18 condanne a quattro anni di carcere. Dopo essere stati brutalmente caricati dalla polizia ed avere subito quattro mesi di carcerazione preventiva ora gli antifascisti condannati si trovano a dovere scontare la pena agli arresti domiciliari..
La magistratura milanese, nel tentativo di celare le motivazioni politiche che hanno spinto le centinaia di giovani, lavoratori, studenti a scendere in piazza l’11 marzo in difesa degli spazi di libertà conquistati dalla Resistenza, ha condannato gli antifascisti per il reato di devastazione e saccheggio dipingendo quindi quei giovani come teppisti, rendendo così evidenti le rinnovate simpatie che certi ambienti del padronato, della magistratura, delle forze dell’ordine e della politica (che avvallano l’eliminazione dei diritti e delle conquiste dei lavoratori e delle masse popolari e le devastazioni ambientali) hanno dimostrato in più occasioni per il fascismo e i suoi criminali esponenti, ieri in camicia nera e oggi con le teste rasate e le svastiche che scorrazzano per le nostre città accoltellando vigliaccamente comunisti, anarchici e antimperialisti, lanciando molotov contro i centri sociali e le sedi di quei partiti o di quei sindacati che, ancora minimamente, si rifanno ai valori della Resistenza e dell’antifascismo.
Il processo di Milano ricorda, neanche tanto vagamente, i processi che i tribunali speciali fascisti conducevano contro gli oppositori del regime, i comunisti e i sinceri democratici.
Così come a Milano, a Torino il 2 ottobre verrà celebrato un altro processo da tribunale speciale che tenterà di condannare gli antifascisti torinesi che l’anno scorso sono scesi in piazza per manifestare contro gli accoltellamenti e le aggressioni fasciste nella nostra città e che sono stati anch’essi caricati e barbaramente pestati dalla polizia.
La magistratura torinese, seguendo lo stesso copione di quella milanese, vuole fare apparire, agli occhi dei cittadini e dell’opinione pubblica, gli antifascisti come una banda di vandali e di delinquenti e, non potendoli processare esplicitamente per antifascismo perché in Italia è ancora in vigore una legge costituzionale che persegue la ricostituzione del partito fascista e l’apologia del fascismo stesso, li accusa di reati che non hanno nulla a che vedere con il vero motivo per cui altri lavoratori, giovani e studenti, sono scesi in piazza a gridare il loro sdegno e la loro indignazione contro il rigurgito del fascismo e le scorribande dei suoi criminali esponenti. Ma i veri delinquenti che dovrebbero essere perseguiti penalmente sono i fascisti e i loro fiancheggiatori. I veri devastatori sono i padroni e i politici che eliminando le conquiste e attaccando i diritti dei lavoratori e delle masse popolari devastano le nostre vite e minacciano il nostro futuro utilizzano servizi segreti, magistratura, polizia e carabinieri, contro chi non accetta i soprusi, le ingiustizie e si organizza per combatterle.
Come durante il ventennio fascista, i tribunali speciali moderni servono alla borghesia (industriali, banchieri, affaristi, speculatori, ecc.) da monito per chiunque intenda lottare contro i suoi crimini e i suoi soprusi, sono strumento per criminalizzare le lotte delle masse popolari e trattarle alla stregua di reati comuni perseguibili penalmente. Con questo strumento la borghesia tenta di colpire ogni forma di lotta che potrebbe essere presa da esempio da più ampi settori delle masse popolari e del proletariato e che potrebbe estendersi sino a mettere a serio rischio il suo sporco e infame sistema di guerre e di sfruttamento. Il processo contro gli antifascisti è un processo politico. La vasta mobilitazione contro la criminalizzazione degli antifascisti e le migliaia di persone che sono scese in piazza a Milano in corteo in solidarietà con gli arrestati dell’11 marzo ha, in una certa misura, impedito che gli antifascisti subissero pene più gravi estendendo le mobilitazioni in solidarietà con gli arrestati.
Dobbiamo partire da quelle mobilitazioni di solidarietà e sostegno trasformando anche il processo di Torino in una grande mobilitazione popolare contro il fascismo e i suoi fiancheggiatori. E’ un dovere di ogni cittadino e di ogni sincero democratico!
Esprimiamo solidarietà agli antifascisti condannati e sotto processo!
Mobilitiamoci contro i tribunali speciali! Inviamo lettere, e-mail e telefonate di protesta alla procura presso il tribunale di Torino.
Il 2 ottobre alle ore 9 in corso Vittorio Emanuele 130 partecipiamo numerosi al presidio di fronte al tribunale.
Partito dei CARC
sez A.Gramsci - Torino, via Cruto 18
347 6558445
carctorino@yahoo.it
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