27/09/2006: Dichiarazione del Coordinamento di Lotta Antimperialista del Medio Oriente


1) La scoperta del petrolio e il crescere della sua importanza come fonte di energia, hanno trasformato la regione mediorientale in un contesto strategico per l’incessante competizione tra le principali forze imperialiste. In seguito alla seconda mondiale, avendo assunto il ruolo di gendarme del mondo capitalistico, l’imperialismo Usa ha prevalso nella contesa con gli imperialisti britannici e francesi per il controllo del petrolio del Medio Oriente, affermandosi gradualmente come la potenza dominante nella nostra regione. Oggi l’imperialismo Usa sta provando a rafforzare e approfondire la sua egemonia.

2) L’imperialismo Usa – che intende controllare l’economia mondiale senza alcun rivale – prova a mettere fuori gioco i concorrenti sfruttando la sua superiorità economica e militare. Tuttavia, nonostante la sua superiorità, l’imperialismo americano si sente incalzato dalla competizione delle altre potenze imperialiste sue rivali. Pensare che le altre principali potenze imperialiste accettino l’egemonia unilaterale degli Usa in Medio Oriente, equivale solo a sognare. Le diverse altre potenze imperialiste – l’Unione Europea come insieme e i paesi imperialisti che, come Germania e Francia, sono all’interno di questa integrazione economica, la Cina, la Russia o il Giappone – vogliono avere voce in capitolo nella rispartizione del mondo e stanno provando a evitare che gli Usa utilizzino le risorse energetiche della regione mediorientale contro di loro. Di conseguenza, nella nostra regione le contraddizioni interimperialistiche sono estremamente aspre.

3) L’incessante lotta per l’egemonia sui diversi mercati mondiali e per il controllo delle materie prime, ci mostra come la competizione tra i principali paesi imperialisti e le contraddizioni interimperialistiche siano più acute in alcune regioni specifiche. Queste regioni sono: il Balcani, il Medio Oriente, il Caucaso/Bacino del Caspio e l’America Latina.

4) Le principali potenze imperialiste – come gli Usa e l’Unione Europea (Germania e Francia in primis) – e le altre potenze imperialiste, stanno competendo spietatamente l’una contro l’altra per dominare i mercati mondiali e – contemporaneamente – stanno agendo di comune accordo contro i popoli e le nazioni oppresse che resistono, che non si piegano all’occupazione e lottano per l’indipendenza nazionale, tentando di mantenerle sotto il loro giogo.

5) A causa delle risorse energetiche di cui sono dotate, il Medio Oriente e il Bacino del Caspio costituiscono delle regioni strategiche per le potenze imperialiste. Oggi come nel passato, le rappresentazioni geopolitiche virtuali che illustrano le strategie per il dominio mondiale, suggeriscono l’occupazione di queste regioni. Noi costatiamo che – sia per la dottrina geopolitica della Germania, del Regno Unito e della Francia, nel recente passato, sia per l’attuale dottrina geopolitica degli Usa e delle altre potenze imperialiste, oltre che per i più famosi esperti di geopolitica – l’egemonia mondiale passa per l’occupazione e il controllo di queste regioni.

6) Le contraddizioni tra i principali paesi imperialisti non si sono ancora acutizzate a tal punto da trasformarsi in guerra aperta. Come gli ultimi 10-15 anni hanno ampiamente dimostrato, attualmente le diverse potenze imperialiste pongono in atto le loro invasioni e perseguono le loro rispettive strategie, dando vita a coalizioni o approfittando ciascuna delle debolezze dell’altra. Questa contesa per l’egemonia tra le diverse potenze imperialiste, queste contraddizioni e questi conflitti, continueranno a porre il Medio Oriente di fronte a nuove relazioni e rapporti di forza, nuove alleanze e separazioni, nuovi conflitti e guerre, ancora per molti anni. Gli imperialisti se ne andranno solo quando i popoli della regione li scacceranno via.

7) Le lotte di liberazione nazionale non hanno perso la loro importanza e la loro giustezza. Le nazioni e i popoli oppressi stanno proseguendo la loro lotta contro l’occupazione, la guerra, la repressione e il saccheggio imperialista. La resistenza del popolo palestinese contro il sionismo e l’imperialismo, quella del popolo iracheno contro l’occupazione imperialista e quella della nazione curda contro l’oppressione nazionale, rappresentano un esempio per tutte le nazioni e i popoli oppressi.

8) Per quanto possa essere forte, l’imperialismo non è né invincibile né onnipotente. Ciò è provato dalle resistenze antimperialiste, dalle lotte di liberazione delle nazioni oppresse e dalle lotte di liberazione sociale dei popoli e del proletariato. In passato è stato dimostrato dal Vietnam. Oggi la resistenza palestinese ed irachena lo stanno comprovando nuovamente. Il fatto che le forze imperialiste definiscano a gran voce come "terroristi" le organizzazioni che lottano per la liberazione nazionale, non modifica in nulla la sostanza della questione. La rivoluzione in Nepal, la resistenza in Iraq, l’intifada in Palestina, le sollevazioni popolari e la guerriglia in Kurdistan, sono legittime e inevitabili.

9) In nessun luogo gli occupanti sono stati accolti come speravano e nessuno li ha considerati come liberatori. Ciò è in ogni caso molto significativo. Occupazione vuol dire dipendere dall’arbitrio di una potenza straniera. Occupazione significa essere privati della dignità. Di conseguenza, i popoli e le nazioni che non si sottomettono e che non accettano di essere privati della dignità, hanno scelto e continuano a scegliere il sentiero del combattimento contro gli occupanti, in una lotta che unisce i lavoratori, i contadini, i giovani, gli anziani, e l’insieme delle le loro forze vive.

10) L’imperialismo comporta l’unificazione delle lotte della classe operaia, delle masse lavoratrici e delle nazioni oppresse. Sotto qualsiasi sembianza si presenti, l’imperialismo significa reazione, aggressione, occupazione, guerra, saccheggio. I popoli del mondo sono ovunque esposti alla reazione, all’aggressione, all’occupazione, allo sfruttamento e al saccheggio. Tutto ciò dimostra che la nostra lotta è una lotta internazionale e che, di conseguenza, è necessario organizzarla comunemente, internazionalmente.

11) Il nostro primo compito è quello di creare diversi Coordinamenti Antimperialisti [sua base regionale, NdT], che si costituiscano e si collaudino nella lotta pratica e che siano capaci di centralizzare e guidare la lotta antimperialista nei Balcani, in Medio Oriente, nel Caucaso/Bacino del Caspio e in America Latina: le regioni dove le contraddizioni interimperialistiche si sono maggiormente acutizzate. In tutte queste regioni esistono le condizioni materiali per formare un tale Coordinamento. Nella regione dei Balcani è già stato costruito.

12) Indubbiamente esistono organizzazioni antimperialiste, centri di resistenza e strutture, che sono già attive a livello internazionale e regionale ["regione" è sempre da intendersi come un insieme continentale o che comunque abbraccia più Stati o nazioni, NdT]. Tuttavia, come la realtà ha ampiamente dimostrato, esse non sono in grado di mettere in pratica e svolgere effettivamente la funzione che avevano stabilito come loro obiettivo. Il compito di cambiare la situazione spetta innanzitutto alle forze comuniste, rivoluzionarie, antimperialiste, progressiste, di ciascuna regione. In questo senso, la creazione di un coordinamento regionale rappresenta una necessità affinché le forze comuniste e rivoluzionarie possano realizzare un intervento attivo in questi ambiti già esistenti. Come è stato dimostrato dagli sviluppi politici nella nostra regione, questo compito può essere assolto solo attraverso la creazione di un Coordinamento Antimperialista su base regionale.

13) Agire insieme per liberare il Medio Oriente dall’occupazione e dal saccheggio imperialista e per espellere l’imperialismo, è un compito ineludibile per i popoli della nostra regione. Il Medio Oriente è la regione nella quale le contraddizioni interimperialistiche sono divenute più acute e che sperimenta al suo interno sia l’occupazione imperialista che la resistenza. Agire insieme è un dovere, perché i problemi dei diversi popoli, i problemi dei turchi, dei curdi, degli arabi e dei persiani, sono diventati gli stessi. Il Medio Oriente continua ad occupare l’agenda politica mondiale, attraverso le vicende del petrolio, le rivalità e le aggressioni riguardanti gli oleodotti, l’occupazione dell’Iraq, le minacce lanciate dagli Usa e dalle forze della coalizione contro Iran e Siria, le questioni libanese, palestinese e curda, la lotta antimperialista, il movimento islamico, ecc.. Ciascuno di questi problemi sta producendo, direttamente o indirettamente, degli effetti sui diversi paesi della regione. Per ogni partito rivoluzionario e progressista della nostra regione è perciò una necessità ineluttabile prepararsi ad una lotta da articolarsi su scala regionale con un accresciuto spirito di solidarietà.

14) Il problema comune dei nostri popoli è fare in modo che gli occupanti abbandonino la nostra regione. Questo problema comune rende necessaria una lotta e un’organizzazione comune tra i nostri popoli. Le motivazioni e le opportunità per trasformare in una forza materiale la lotta rivoluzionaria e antimperialista già esistente a livello regionale, stanno crescendo; le condizioni politiche e sociali stanno diventando sempre più mature. Questa situazione ci indica il compito di coordinare la lotta contro l’imperialismo delle forze rivoluzionarie, antimperialiste e progressiste, per proseguire questa lotta in modo unitario. Pertanto, il Coordinamento di Lotta Antimperialista del Medio Oriente rappresenta uno strumento per adempiere a questa funzione. I partiti e le organizzazioni che, nella nostra regione, stanno combattendo contro l’imperialismo e i suoi servi, sono chiamate a partecipare a questo Coordinamento e a sostenerlo.

15) La realtà oggettiva che abbiamo di fronte sul piano mondiale sta accrescendo il livello di organizzazione e lotta internazionale necessario per la lotta antimperialista. Non c’è dubbio che la cosa migliore è la creazione di un fronte internazionale antimperialista. Tuttavia, la formazione di Coordinamenti Antimperialisti su base regionale rappresenta il primo passo necessario, che andrebbe realizzato nell’immediato, proprio per procedere alla costruzione di un tale fronte o coordinamento internazionale [mondiale, NdT].

16) La prima Conferenza del Medio Oriente si è svolta con successo nei giorni 11-12 giugno 2006. In tal modo le forze comuniste, rivoluzionarie e patriottiche del Medio Oriente hanno compiuto il primo passo per far avanzare la lotta antimperialista nella nostra regione. Per le forze comuniste, rivoluzionarie, antimperialiste e indipendentiste, dell’Iran, della Turchia, della Siria, del Libano, della Palestina, della Giordania, dell’Iraq, del Kurdistan, di Cipro, dell’Arabia Saudita, dell’Egitto, o per dirla in breve, di tutti i paesi che rientrano nel Progetto del Grande Medio Oriente, il prossimo compito è quello di prendere parte a questa struttura, per intensificare la lotta politica contro l’imperialismo in modo unitario e coerente.

17) La lotta antimperialista, il sostegno reciproco e la solidarietà devono superare una dimensione meramente astratta, generale e verbale; devono essere portate avanti attraverso compiti pratici, concreti e attuali, andando oltre il semplice protestare contro qualcosa. E’ necessario prendere di mira la presenza istituzionale, economica, politica e militare delle forze imperialiste. Oltre che con azioni contro il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, il G8 e la NATO, tale compito può essere eseguito anche organizzando azioni militanti che impediscano le visite dei capi imperialisti nei diversi paesi e la vendita o il trasporto di armi.

18) La lotta antimperialista e contro la guerra va saldata alla lotta contro gli attacchi neoliberisti. Le aggressioni e le occupazioni messe in atto dall’imperialismo si riflettono all’interno degli stessi paesi imperialisti sotto forma di disoccupazione, restrizione delle libertà, razzismo e sciovinismo. In questi paesi, la presenza di immigrati è strumentalmente utilizzata per giustificare la disoccupazione e lo smantellamento dei diritti sociali, gli immigrati sono perfino trasformati in un pretesto per nuove leggi antiterrorismo e per operare trasformazioni delle istituzioni in senso fascista-reazionario.

19) Esistono gravi illusioni, politiche e ideologiche, riguardanti la lotta antimperialista nel mondo. Alcune forze di "sinistra", per esempio, ritengono che la resistenza e le azioni basate su motivazioni di carattere islamico non possano essere, per ciò stesso, parte della resistenza antimperialista. Oppure, altro esempio, nella lotta contro la guerra imperialista evitano di attaccare la NATO. Lo sviluppo di una forte lotta antimperialista rende inevitabile lottare anche contro tali interpretazioni.

20) La lotta antimperialista non può essere separata dalla lotta anticapitalista. Ma le due lotte non sono identiche e uguali. Per quanto riguarda gli elementi che le compongono, le piattaforme antimperialiste sono più flessibili e richiedono una molteplicità di forze diverse.

21) Non c’è alcun dubbio che la lotta antimperialista trarrà giovamento dall’appoggio di forze di riserva. Tuttavia, essa dovrà reggersi innanzitutto sulla propria forza e sulla propria spinta interiore.

22) Dar vita ad un Coordinamento Antimperialista regionale significa realizzare uno stretto coordinamento della lotta a livello regionale.

23) Il Coordinamento di Lotta Antimperialista del Medio Oriente contribuirà a rafforzare e far avanzare la lotta antimperialista a livello nazionale e internazionale.

24) Attraverso il Coordinamento la resistenza otterrà un attivo sostegno internazionalista nella regione e saranno compiuti i passi necessari per sviluppare una lotta antimperialista conseguente e unitaria.

25) La reciproca estraneità tra i partiti comunisti e rivoluzionari sta per finire, è la stessa necessità di intervenire negli attuali sviluppi politici che li spinge a riavvicinarsi.

26) Verrà sviluppato un intervento attivo nei vari ambiti esistenti su scala internazionale – come il Forum Sociale Europeo e il Forum Sociale Mondiale – attraverso un centro rivoluzionario.

27) Nel corso della lotta contro la guerra e l’occupazione imperialiste, il Coordinamento di Lotta Antimperialista del Medio Oriente metterà in pratica una posizione di principio contro le illusioni antimperialiste, lo sciovinismo, il socialsciovinismo e le forze reazionarie, avviando anche un'imponente lotta politica e ideologica al riguardo.

28) Al fine di trasformare la lotta antimperialista esistente nella nostra regione in una forza reale, al fine di "mediorientizzare" la battaglia antimperialista [renderla effettivamente e pienamente organizzata su scala regionale, mediorientale, NdT], sarà istituito un segretariato permanente del Coordinamento.

29) Sarà necessario allestire un ufficio centrale in un paese valutato idoneo a tal fine. L’ufficio dovrà essere dotato della tecnologia necessaria per assicurare le comunicazioni e dovrà essere fornito di persone in grado di parlare diverse lingue.

12 giugno 2006,

Conferenza mediorientale della Lotta Antimperialista
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Partito Comunista Maoista (Turchia/Kurdistan del Nord)
Partito Comunista della Turchia – Spark
Partito Comunista Marxista-Leninista (Turchia/Kurdistan del Nord)
Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina
Partito del Lavoro dell’Iran (Toufan)
Arab Platform – Berlino

Traduzione a cura del
Collettivo internazionalista di Napoli
kollintern@gmail.com
www.inventati.org/kollintern

http://www.autprol.org/