02/07/2006: comunicato dei due anarchici in carcere a rovereto


Abbiamo trasgredito le vostre leggi non per caso ma per scelta, una scelta che rispecchia il nostro cuore e una coscienza che abbiamo ben tatuata addosso. Il rispondere spontaneamente di no alla richiesta di fornire i documenti è per noi un mezzo per riconfermare il nostro rifiuto verso ogni autorità e un ricordare tutte quelle persone che non hanno come noi la possibilità di scegliere ma si trovano a dover scappare continuamente per non essere rinchiusi.
Vogliamo ricordare:

Patrick, costretto a falsificare i propri documenti per poter restare vicino alla madre;
Vogliamo ricordare Alì, costretto a lasciare l’Italia in questi giorni per un decreto d’espulsione;
Vogliamo ricordare Alì, ricattato in maniera infame, costretto a scegliere tra l’andarsene dall’Italia o il restare in galera;
Vogliamo ricordare il ragazzo che a gennaio, scappando da un controllo dei carabinieri di Trento, si è gettato nelle acque gelide dell’Adige in Gennaio, e del quale non si è più saputo nulla;
Vogliamo ricordare chi per sfuggire a un controllo muore cadendo da un treno, o da un balcone, com’è successo a Genova e a Torino;
Vogliamo ricordare tutte le persone rinchiuse, affamate e torturate nei centri di permanenza temporanea in Italia e in tutti i lager del mondo;
Vogliamo ricordare tutte le persone giudicate da questi tribunali per non avere un pezzo di carta che per noi non vale una vita
Vogliamo ricordare tutti i morti senza nome per i quali accusiamo il razzismo e l’indifferenza di questa società.

Convinti che un allargamento di questa pratica possa servire a far sentire meno solo chi non ha i documenti, chi è colpito da un decreto di espulsione o chi ha ricevuto un foglio di via, rimaniamo “insuscettibili di ravvedimento” davanti alle vostre accuse, ai vostri giudizi, alle vostre galere.

Mike e Juan, dal carcere di Rovereto, 30 giugno 2006

http://www.autprol.org/