12/04/2006: Contributo per la manifestazione del 18/3 a Berlino


"La lotta per la libertà delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici è una necessità comune per coloro che rivendicano di far parte della lotta antimperialista e anticapitalista!"
Sono le parole di Joëlle Aubron, membro del gruppo di guerriglia Action Directe, che dopo quasi 17 anni di detenzione speciale ed in isolamento in Francia è uscita solo per il fatto, che lo Stato francese teme le rivoluzionarie ed i rivoluzionari che muoiono dietro le sbarre. Per un trattamento medico adeguato era troppo tardi, è deceduta il 1° Marzo. Fino all'ultimo ha lottato contro il cancro e per la liberazione delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici.
Oggi 18 marzo, mentre insieme portiamo in piazza la giornata delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici e la resistenza contro la guerra imperialista, a Parigi compagne e compagni di vari paesi si riuniscono sotto le mura del cimitero, dove il 18/3/1871 hanno avuto luogo le esecuzioni e le sepolture delle comunarde e dei comunardi di Parigi. Prendono commiato da Joëlle e con determinazione chiedono la liberazione dei suoi compagni e delle sue compagne gravemente ammalate/i.
Davanti al fatto che l'imperialismo ormai non ci può offrire che guerra e miseria, il significato delle parole di Joëlle è più importante ancora. Le aggressioni belliche dirette all'interno sono dirette anche contro le prigioniere rivoluzionarie ed i prigionieri rivoluzionari di tutto il mondo.
Con gran preoccupazione e furore prendiamo atto che questi attacchi sono portati particolarmente contro quelle prigioniere e quei prigionieri che, coerenti con la propria identità, da decenni continuano tuttora a resistere. Che sia in Francia, Italia, nello Stato spagnolo, in Svizzera, Germania, Turchia, Palestina o Colombia!
Così, per loro le porte delle galere rimangono sbarrate sia in Francia sia nello Stato spagnolo anche se hanno espiato da molto tempo le pene comminate dalla giustizia di classe borghese.
Questo non vale solo per coloro, gravemente malate/i, che facevano parte di Action Directe, ma anche per il rivoluzionario comunista libanese George Ibrahim Abdallah. Sarebbe liberabile da 7 anni. "Lei non è pentito e nemmeno dissociato, si comporterebbe tuttora politicamente, di conseguenza lei sarebbe troppo pericoloso perché essere liberato" ecco la motivazione della giustizia di classe!
Tuttora sono soggette/i a misure speciali.
La Francia non indietreggia nemmeno dall'estradizione a fine pena delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici di Spagna e dei Paesi Baschi agli aguzzini dello Stato spagnolo, anche se ufficialmente non esiste nessun motivo d'arresto!
Inoltre, su ordine dello Stato italiano, senza alcuna motivazione giuridica ufficiale i comunisti italiani del (n)PCI sono detenuti da mesi nelle più abiette condizioni di detenzione ed isolamento.
E alla fine ma non per ultimi/e, non dimentichiamo le giovani ed i giovani militanti dell'organizzazione giovanile basca SEGI, che in Francia sono dietro le sbarre solo perché lo Stato spagnolo ha fatto iscrivere l'organizzazione nella lista del nuovo mandato d'arresto europeo!
Anche in Italia possiamo osservare uno sviluppo simile:
Le prigioniere ed i prigionieri delle Brigate Rosse recentemente sottoposte/i a processo hanno subito il trasferimento nelle sezioni del 41bis. Il famoso e famigerato articolo 41bis, finora applicato solo ai massimi boss mafiosi, è stato allargato al cd terrorismo. L'articolo non è sottoposto a limiti temporali. Solo chi rinnega la propria storia ed identità avrà mai una possibilità di uscire da questo tipo di braccio della morte!
E: nell'ultimo anno grazie ad un nuovo ordine i prigionieri politici di Biella (quasi tutti con l'ergastolo) furono privati dei libri, della corrispondenza e d'ogni tipo di testo! Un libro in cella basta! Grazie ad una campagna tempestiva e determinata dall'esterno, questo attacco è stato per ora respinto! Giusto in questi giorni la giustizia di classe ci riprova: a partire dal mese d'aprile vogliono applicare l'isolamento diurno a Cesare di Lenardo. Il compagno delle BR sta scontando il suo 24esimo anno di prigionia e come altri/e continua a rivendicare pubblicamente la politica della propria organizzazione. È questo lo stadio preliminare per l'articolo 41bis per tutti i prigionieri politici e per tutte le prigioniere politiche?
Dobbiamo sostenere e collegare a livello internazionale le mobilitazioni e le lotte per/con le nostre compagne ed i nostri compagni in prigione, sia in Turchia, Palestina, nello Stato spagnolo, in Francia, Italia, Germania o in Svizzera. Le ragioni della loro lotta sono più attuali che mai; la loro fierezza non è soltanto il collegamento con la storia delle lotte di classe rivoluzionarie ma anche continuità e prospettiva!
Profondamente d'accordo con le parole di Joëlle, chiudiamo il nostro intervento con la parola d'ordine, più attuale che mai, delle comunarde e dei comunardi di Parigi:
PACE ALLE CAPANNE - GUERRA AI PALAZZI

Soccorso Rosso Internazionale

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