03/04/2006: Giù le mani dalla compagna Marina. Libertà per gli\le antifascisti\e detenuti per i fatti dell'11 marzo


Ci risiamo, come successe ormai quattro anni fa, dopo che decine di compagni e compagne in tutto il paese vennero arrestati\e per i fatti del G8 di Genova, anche oggi, all'indomani degli scontri fra manifestanti e polizia a Milano un manipolo di giornalisti asserviti ai poteri vorrebbe diffamare e infangare la dignità umana e sociale della compagna Marina Cugnaschi, ballabiese, militante anarchica, lavoratrice e fiera assertrice dei principi libertari, descrivendola come un'eroina dei violenti, leader e addirittura terrorista!
La presenza di Marina l'11 marzo a Milano per impedire la squallida manifestazione di un pugno di neofascisti legati al movimento sociale Fiamma Tricolore dimostra, come in occasione del G8 di Genova, il coraggio, la coerenza e la voglia di lottare contro un'organizzazione sociale iniqua ed ingiusta che difende solo gli interessi di Lor Signori e dei Padroni, gli stessi che la storia ha condannato quali finanziatori, armatori e sostenitori del fascismo.
Certo è che nella democrazia a "reti unificate" e nel pensiero unico borghese coraggio e coerenza sono virtù che si pagano caro e si scontrano nelle patrie galere.
Per i fatti del G8 Marina, pur essendo incensurata, ha passato lunghi mesi nel carcere genovese di Pontedecimo e altrettanti agli arresti domiciliari e, ora si prospetta un nuovo periodo di carcerazione.
Nell'Italia berlusconiana e imperialista i processi si svolgono su tv e giornali e, i mostri di turno vengono dati in pasto all'opinione pubblica succube e rimbambita dal bombardamento elettorale con lo scopo di coprire i veri misfatti delle classi dirigenti: le collusioni mafiose dei premier, i crack finanziari (Parmalat, Cirio, Bond Argentini...), le scalate bancarie (Fiorani, Fazio, Eurocredinord, Unipol), le gigantesche speculazioni edilizie (Ricucci & Company), la corruzione (le bustarelle di Caltagirone per la costruzione dell'ospedale A. Manzoni di Lecco); ciò a testimoniare il senso unico della cosiddetta giustizia, tanto abile e spietata a perseguire oppositori politici, ladri di polli e cittadini extracomunitari, quanto leggera e comprensiva quando sul banco degli imputati si trovano i Signori Potenti dell'industria e della finanza.
Anche sulle accuse rivolte a Marina e agli altri compagni, (devastazione e saccheggio, guarda caso anche le stesse del G8), crediamo sia utile ragionare, poiché si è di fronte a un paradossale artificio retorico ordito dagli alfieri dell'ordine costituito che, capovolgendo il significato delle parole, vorrebbero assolvere nei fatti le lobbies dei costruttori, loro si colpevoli della devastazione indiscriminata e continuata di interi territori e dell'ecosistema e, le multinazionali sostenute dai governi collaborazionisti, soggetti attivi del saccheggio delle risorse perpetrato ai danni dei popoli, basti pensare alla privatizzazione dell'acqua o al vero e proprio furto di petrolio operato ai danni del popolo irakeno.
Facciamo appello ai lavoratori, alle lavoratrici e a tutto il proletariato della Valsassina e del territorio per stringere in un abbraccio fratemo Marina e la sua famiglia, in modo da rompere l'assedio mediatico e l'isolamento sociale che gli apparati repressivi, col beneplacito del padronato, vorrebbero creare attorno a tutti i proletari che, come Marina, per autodeterminarsi scelgono la lotta diretta e fiera, senza la mediazione dei partiti democratici.

Solidarietà a Marina e a tutti i compagni e le compagne detenuti\e per i fatti dell'11 marzo a Milano!

Gli Anarchici lecchesi

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