03/04/2006: SUGLI ARRESTI DEI COMPAGNI DI BRESCIA; LIBERE/I TUTTE/I LIBERE/I SUBITO
In tutta Italia negli ultimi anni abbiamo assistito all'avanzata dell'estrema destra su diversi fronti, dalle strade alle istituzioni, accompagnata da una repressione sempre più soffocante.
Da sempre lo stato usa, dove i manganelli e le galere non riescono, i gruppi di estrema destra per colpire le lotte sociali e politiche, eliminare individui e realtà scomodi, intimorire e restringere le lotte di piazza. Come negli anni settanta anche oggi la destra eversiva ha progetti molto chiari, oggi però con un particolare da non sottovalutare, sono alleati al più grande mafioso d'Italia; Berlusconi.
Dopo una serie di attentati, incendi, accoltellamenti, pestaggi e intimidazioni a danno di molti compagni e di molte realtà, scelgono di ripulirsi, tentando una sorta di legittimazione, candidandosi alle prossime elezioni, mossa tra l'altro che renderà molto difficile nei prossimi anni sbarazzarsi di questi individui.
In questi giorni l'ultimo passo; quello di acquisire visibilità e di uscire pubblicamente; sfilate, comizi e dibattiti televisivi sono ormai all'ordine del giorno, anche questo per ribadire che ormai non solo hanno potuto ricostituire il disciolto partito fascista, ma possono anche rivendicarlo pubblicamente nelle piazze inneggiando al duce e sventolando i fasci littori e in tv con affermazioni aberranti del tipo “meglio fascista che frocio” .
A questo si aggiunge una sinistra istituzionale che ormai è in balia dei deliri di Berlusconi e Prodi e invece di contrastare con tutte le armi istituzionali possibili l'avanzata dei neofascisti ci discute amabilmente nei salotti di Vespa e di Mentana.
E' in questo contesto politico che la sera del 31 marzo a Brescia la d.i.g.o.s. effettua due arresti.
In un clima da terrorismo anni settanta vengono sequestrati senza dare nessuna motivazione due antifascisti, vengono condotti in questura e solo qua gli viene notificato l'arresto.
Le motivazioni, futili e false, derivano da un'iniziativa indetta da tutte le forze antifasciste di Brescia dopo l'ennesima aggressione da parte dei fascisti; infatti la notte prima tre molotov furono lanciate contro il magazzino 47 e scritte xenofobe firmate “forza nuova” comparvero in tutto il centro, scritte inneggianti alla repubblica di Salò e alla strage fascista e di stato di piazza della Loggia.
Una delle risposte che si decise di dare quel giorno fu una denuncia nei confronti di alleanza nazionale, uno dei principali partiti della cdl che da sempre fomenta aiuta e finanza i gruppi xenofobi dell'estrema destra; si voleva denunciare le responsabilità politiche di un partito che nonostante sia in parlamento puzza di fascismo e che in questi 5 anni ha dato dimostrazione di se proponendo e approvando leggi degne del ventennio più buio per questo paese(legge sull'immigrazione e legge sulle droghe solo per citare le più famose).
Quella sera l'intento era quello di affiggere sui muri esterni del negozio elettorale di alleanza nazionale dei volantini contro il fascismo.
Sul posto, dove di solito sono presenti ingenti forze del disordine, solo 7 agenti della d.i.g.o.s., di cui alcuni mai visti e quindi non identificati come agenti dai compagni.
Le provocazioni non si fanno attendere, infatti subito i 6 o 7 militanti e consiglieri di a.n. escono con fare minaccioso dalla loro sede, la d.i.g.o.s. subito crea un improvvisato quanto inutile cordone protettivo, Mandelli Fabio, uno dei consiglieri provinciali di a.n. (già conosciuto come picchiatore fascista anche dalle forze del disordine) non attende e sferra dei colpi verso i compagni, il clima si accende, la d.i.g.o.s. invece di far rientrare i fascisti comincia a spintonare molto provocatoriamente i compagni che tentano di difendersi, alcuni attimi di tensione sfociati poi in qualche spintone, insulti e slogan.
Questo avvenne il 4 marzo, venerdì 31 invece gli arresti; l'accusa è quella di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per uno dei due compagni anche di lesioni; le considerazioni importanti da fare sono molteplici ma spiccano subito le più evidenti;
- la gravità degli eventi non giustifica assolutamente gli arresti (per altro il p.m. aveva chiesto il carcere e il giudice invece ha disposto i domiciliari proprio per la scarsa gravità dei fatti);
- l'accusa formulata per uno dei due compagni è quella di aver rotto il naso ad un agente, da cui deriverebbe l'accusa di lesioni, accusa falsa e tendenziosa visto che tutti i presenti hanno potuto constatare come nessuno avesse contusioni al volto (un naso rotto è facilmente visibile);
- gli agenti che avrebbero poi riportato le ferite non si sono fatti riconoscere come agenti della questura, ma anzi hanno minacciosamente spintonato e provocato i compagni;
- le perquisizioni personali e domiciliari erano entrambe mirate alla ricerca di armi, cosa di cui gli stessi agenti che hanno effettuato le perquisizioni erano sicuri di non trovare perchè consapevoli del fatto che le armi non le abbiano i compagni ma bensì loro e i fascisti.
Ma queste sono solo considerazioni rispetto a quanto notificato dalla d.i.g.o.s. di Brescia ai due compagni, in realtà quello che tutti dobbiamo denunciare e il disegno criminoso della magistratura e dei vertici delle questure che stanno tentando in ogni modo di montare assurde tesi per fermare un movimento antifascista che sta fortemente denunciando una situazione che si può ormai definire dittatura.
Non esistono reali motivi per cui i due antifascisti bresciani vengano privati di uno dei diritti essenziali e fondamentali per qualsiasi essere umano......... LA LIBERTA'!
Sono stati arrestati perchè antifascisti, sono stati arrestati perchè credono in un ideale, come hanno sequestrato i compagni a Milano, senza prove, senza colpevolezza da parte loro di alcun reato, ma solo perchè antifascisti!
E' questa la denuncia che deve essere fatta è questa la lotta che va portata avanti.
Nessun indagato da parte della questura per quanto riguarda le molotov al magazzino, nessun indagato per quanto riguarda l'aggressione a dei giovani e a degli immigrati da parte delle squadracce fasciste che marciavano col signor Borghezio in una Brescia in cui i militanti di estrema destra sono al massimo una ventina.
La lotta al fascismo, come tutte le altre, devono partire dal basso, non vanno delegate ai partiti e alle istituzioni ma va discussa e autorganizzata in tutte le realtà cosiddette antagoniste.
E' ora che si cominci veramente a discutere in concreto di come poter riguadagnare agibilità politica nelle città e di ritornare nelle strade e nelle piazze per poter cacciare i fascisti.
I metodi saranno sicuramente tanti e diversi ma non per forza incompatibili tra loro, chi oggi cerca di dividere ulteriormente il movimento è chi, per l'ennesima volta, fa il gioco del governo volendo dividere tra buoni e cattivi una serie di individui che credono e lottano per ideali comuni.
L'onda repressiva che si sta abbattendo su Brescia non si limita solo agli arresti effettuati venerdì sera, infatti nell'ultimo periodo la questura ha seguito diversi compagni appostandosi e controllando normali movimenti e comportamenti di individui che amano la libertà e ripudiano il fascismo.
LIBERE/I TUTTE/I LIBERE/I SUBITO
ANTIFA BS
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