06/03/2006: Due prigionieri morti in una settimana,cariche contro i funerali
Vari ricoverati dopo le cariche poliziesche contro migliaia di manifestanti in Gasteiz. L'Ertzaintza reprime atti per le vittime della dispersione e del 3 marzo [Manifestazione nazionale contro il precariato indetta dal sindacato LAB, NdT].
Il decesso di Roberto Sáiz, in Aranjuez, segna la giornata di protesta per la morte di Igor Ángulo Quattro giorni dopo che Igor Ángulo apparisse morto nella prigione di Cuenca, il carcerato di Portugalete Roberto Sáiz è morto ieri ieri per un infarto in Aranjuez, settimane dopo aver avvisato i medici che sentiva dolori al petto. Appena giunta la notizia, in molte località basche incominciarono espressamente manifestazioni contro la politica carceraria che furono proibite dal Ministero dell’Interno che ordinò le cariche.
L'Ertzaintza si scagliò perfino contro migliaia di persone che omaggiavano in Gasteiz gli operai morti il 3 di marzo di 1976, fermando il portavoce dell'associazione e provocando vari feriti. Oggi si mantiene l'atto di Santurtzi ed il corpo di Sáiz sarà ricevuto in Portugalete. ETA accusò il PSOE e chi l'appoggia.
MADRID
Roberto Sáiz Olmos, carcerato di Portugalete di 41 anni, è morto ieri nel centro penitenziario Madrid VI Aranjuez, a conseguenza di un infarto. Sáiz che si trovava in prigione preventiva dopo essere fermato dall'Ertzaintza due anni fa e mezzo, avvisò il mese scorso il medico della prigione che soffriva dolori nel petto. Dopo avergli praticato un elettrocardiogramma, secondo fonti di Istituzioni Penitenziarie citate dalle agenzie Efe ed Europa Press, non si notò nessuna anomalia.
Il decesso del prigioniero, il secondo di questa settimana dopo che il lunedì trovarono morto Igor Ángulo nella sua cella della prigione di Cuenca, si produsse quando partecipava ad un'encartelada [protesta fatta portando addosso cartelli, NdT] nel patio in denuncia della morte del carcerato santurtziarra. Come informò Askatasuna, Sáiz sentì male nel corso della protesta, avvisò di ciò gli altri carcerati baschi e si diresse al bagno, dove, apparentemente, perse la conoscenza.
Poco dopo, un funzionario comunicò al compagno di cella di Sáiz pure prigioniero politico e che in quel momento partecipava all'encartelada, che era deceduto.
Fonti penitenziarie segnalarono che il cittadino di Portugalete fu immediatamente trasportato all'infermeria della prigione madrilena, dove la squadra medica, composta da tre medici, quattro ATS e due sostituti, cominciò ad effettuare manovre di rianimazione.
Dalla prigione avvisarono anche il servizio di pronto soccorso della Comunità di Madrid, SUMMA. Un'unità mobile di questo servizio si trasferì a Madrid Vide e cercò di rianimare il carcerato, senza successo. Alle 10.50, gli effettivi del SUMMA certificarono la sua morte.
Elettrocardiogramma "normale".
Sáiz Olmos era stato trasportato alla consultazione di Cardiologia dell'ospedale madrileno Gregorio Marañón il 12 febbraio, dopo che aveva comunicato al medico della prigione che soffriva di dolori al petto.
L'ospedale ordinò la pratica di un elettrocardiogramma che fu realizzato il giorno 27 di quel mese nel centro medico della prigione di Aranjuez e che diede "risultati normali", secondo le fonti penitenziarie.
Dopo aver avuto la notizia della morte del portugalujo, i suoi parenti ed amici, come un medico di fiducia e l'avvocato Arantza Zulueta, si trasferirono fino ad Aranjuez. Nell’obitorio di questa località madrilena fu realizzata, alle 17.00, l'autopsia, nella quale comunicarono tre medici forensi ed il medico designato dalla famiglia.
Askatasuna informò che i tramiti si allungarono "più del previsto", per cui il corpo sarà dato oggi ai parenti. L'arrivo dei resti mortali a Portugalete è previsto per le 19.00. L'organismo antirepressivo chiamò la cittadinanza ad accorrere a quell'ora alla cappella del cimitero per rendergli un ultimo addio.
Roberto Sáiz fu arrestato dall'Ertzaintza il 7 settembre di 2003 nella sua località; insieme a lui fu fermata la sua compagna Ana López Barrio, attualmente prigioniera, pure lei in situazione preventiva, in Soto del Real. Vicini di Portugalete spiegarono a GARA che l'avviso della morte del suo compagno fu trasmesso a López dall'assistente sociale. Alla prigioniera dovettero somministrare un tranquillante, al tempo stesso in cui la direzione della prigione decise di sospendere l'isolamento nel quale si trovava.
Entrambi i vicini di Portugalete furono imprigionati sotto l'accusa di formare un "gruppo di appoggio" al citato "comando Bizkaia" di ETA e di riparare nella loro casa un militante dell'organizzazione armata.
Sáiz e López denunciarono a loro tempo che il loro arresto fu molto violento, e la prigioniera raccontò maltrattamenti psicologici durante l'isolamento. È stato orribile", disse alla giudice dell'Udienza Nazionale, Teresa Palacios.
Ce li strappano "un giorno e ce li restituiscono morti"
Gari MUJIKA PORTUGALETE
Ce li strappano "un giorno e ce li restituiscono morti." Così denunciava ieri sera Carlos Xabier Rey la morte di chi fu per 15 anni il suo compagno sindacale e lavorativo nell'Ospedale di Basurto. Militante di LAB, Sáiz era "allegro, militante e fermo lottatore per i diritti dei lavoratori", sottolineava.
Gestora pro-Amnistia e la lotta sindacale furono il campo di militanza di Barullo come lo conoscevano nel paese dalla sua adolescenza. Una chiara dimostrazione del suo carattere, come indicarono a GARA i suoi amici di Portugalete, può trovarsi nella videocassetta relativamente alle lotte dei lavoratori dell'Euskalduna. In essa appare Roberto Saíz in prima linea, "facendo le sue prime pire nell'istituto", un giorno sé e l’altro anche.
Così l'afferma la sua amica Izarra Gisasola chi fu fermata insieme a Barullo, la compagna di questo Ana López ed il fratello minore di Sáiz dall'Ertzaintza nel 2003, "perché si confusero." Interpellata per lo pseudonimo, spiegava a GARA che si deve "alla sua condizione di lottatore acerrimo. Era una persona coraggiosa, senza paura, impegnato, disciplinato e lottatore"
"Roberto ed Ana, uno".
"Conosceva più le strade che i gatti." Ed è che da molto giovane fu impegnato nella lotta. Per la sua militanza in Gestora pro-Amnistia fu arrestato dalla Polizia spagnola almeno tre volte, benché, come risaltano i suoi parenti, il suo interesse era sempre centrato sulla lotta sindacale. Tanto che, dopo avere avuto distinti mestieri, decise di frequentare gli studi di Relazioni Lavorative per dedicarsi a quello che volle sempre.
Barrullo, come dettagliarono i suoi amici, era una persona "amica, leale, seria, volontaria, e che raggiungeva sempre gli obiettivi che si prefissava... e tifoso fino al midollo dell'Athletic."
"Roberto ed Ana erano uno", ricordava Gisasola. Conobbe Ana López nell'istituto quando "aveva 17 anni e lei 14. Ricorderò sempre che mi disse che andava ad essere sua moglie. Ed è la verità. È stata la sua unica compagna", rimarcava emozionata.
"Caffè e tabacco." Era il tandem basilare di Sáiz, perfino nei divertimenti. Mentre la banda si divertiva, raccontano che egli dormiva nell'automobile per poi fare da tassista per gli amici. "E perfino nelle gazzarre godeva dibattendo della situazione politica del paese."
Aggiungeva un ultimo dato emotivo: La madre di Sáiz venne a sapere della tragica notizia passeggiando di mattina in Portugalete, leggendo le scritte che due giovani scrivevano in un muro.
"Se fosse stato qui, seguirebbe vivo".
Il comitato di impresa dell'Ospedale di Basurto, dove lavorava ed era delegato di LAB Roberto Sáiz, emise ieri un comunicato nel quale segnala che "in un'altra situazione, per la sua forza e gioventù, siamo convinti che arebbe potuto evitare [la morte del suo compagno]." Nello scritto, al quale si diede anche lettura nel concentramento che portarono a termine alle 17.00 un centinaio di persone davanti al centro ospedaliero, manifesta la sua "più energica denuncia" per quanto successo ed esprime le sue condoglianze ai parenti di Sáiz. "Siamo lavoratori e lavoratrici della salute, conosciamo ogni processo ed i modelli per agire; pertanto, chiediamo che, col consenso della famiglia, la direzione dell'Ospedale di Basurto ed Osakidetza designino una squadra medica affinché si investighi sulle vere cause della morte del nostro compagno." In dichiarazioni ai media, sottolinearono in che "se fosse stato qui, tra noi, sarebbe ancora
vivo." .
DUE CARCERATI POLITICI BASCI MORTI IN LA PRIGIONE
Anche l'Ertzaintza reprime l'atto di addio ad Angolo e Sáiz.
Impedisce la protesta in Santurtzi, carica a proiettili di gomma e colpi contro chi avanzava verso il cimitero di Portugalete e attacca perfino l'arrivo del feretro del carcerato.
Come fece già la vigilia, l'Ertzaintza tornò a provocare numerosi feriti con una nuova carica poliziesca, questa volta tra Santurtzi e Portugalete, benché non potesse impedire che si tributasse l'ultimo addio ad Igor Ángulo e Roberto Sáiz. La Polizia autonomistica portò l'inseguimento agli atti di addio ai due carcerati fino al cimitero di questa seconda località dove fu trasportato, tra dimostrazioni di emozione e tensione contenuta, il feretro coi resti mortali di Roberto Sáiz.
***
Paesibaschiliberi mailing list
https://www3.autistici.org/mailman/listinfo/paesibaschiliberi
http://www.inventati.org/irrintzi
http://www.autprol.org/