04/03/2006: Il popolo iracheno ha bisogno della solidarietà internazionale. Intervista a Ahmed Karim


Il popolo iracheno ha bisogno della solidarietà internazionale. Intervista a Ahmed Karim
rappresentante della Corrente Democratica Patriottica del Partito Comunista Iracheno

Come ti collochi nello scenario politico iracheno?
Come cittadino iracheno sono oppositore dell’occupazione dell’Iraq e mi oppongo alla politica americana dall’epoca dell’embargo all’Iraq. Oggi tutto il mio lavoro è concentrato sull’appoggio e il sostegno morale al popolo iracheno, alla resistenza irachena. La mia partecipazione alla manifestazione del 18 febbraio è espressione di una grande stima per la solidarietà e il sostegno che il popolo italiano ha dato al mio popolo. Il popolo iracheno ha bisogno della solidarietà internazionale e ricorda benissimo tutte le manifestazioni fatte in Italia prima e durante la guerra all’Iraq.

Ecco, qual è l’importanza per il popolo iracheno di una mobilitazione internazionale al fianco della resistenza?
Il popolo iracheno aspetta l’unico appoggio che può venire dal mondo esterno e questo appoggio è la solidarietà internazionalista che fa sentire al popolo iracheno che non è da solo in questa sua lotta e in questa sua resistenza contro l’occupazione americana. La manifestazione era anche collegata alla lotta del popolo palestinese: noi siamo due paesi arabi sotto occupazione. Per questo il nostro destino è comune e il nostro sostegno è reciproco. Il sostegno dato oggi a Roma in questa manifestazione che ha visto cittadini italiani venuti da tutta l’Italia con la partecipazione di tantissime organizzazioni sociali e politiche italiane manda un messaggio di grande valore morale e di sostegno ai due popoli iracheno e palestinese. Questa è la coscienza del popolo italiano contrario alle aggressioni e che ama la pace e opera sempre per l’amicizia e la collaborazione con gli altri popoli e vuole una vita tranquilla non solo per gli italiani ma per tutti i popoli del mondo in particolare per quei popoli che vivono ancora sotto occupazione. Per questo ripeto che questa manifestazione avrà sul popolo iracheno e sul popolo palestinese un grande effetto di incoraggiamento morale. Sicuramente il popolo italiano non si ferma al corteo di oggi, il prossimo mese ci sarà un’altra manifestazione contro la guerra per l’amicizia e la pace tra i popoli.

Puoi farmi una panoramica sull’attuale situazione in Iraq?
La situazione in Iraq non è strana per chi segue i fatti politici ma anche per la gente comune in tutto il mondo. Il popolo italiano sa perfettamente cosa significa l’occupazione perché ha già sofferto del regime fascista e dell’occupazione nazista. L’occupazione è la cosa più odiosa e più terroristica che il mondo abbia conosciuto: significa proibire a un popolo tutti i fattori vitali, proibire tutto ciò che è necessario per la vita umana, dall’alimentazione, alle medicine, all’istruzione, oltre a impedire la libertà di muoversi sulla sua terra e la perdita della sua indipendenza e della sua libertà, e questa è la cosa peggiore che un popolo può affrontare. Quindi l’occupazione è il vertice del terrorismo.

All’occupazione il popolo iracheno risponde con la resistenza; la sinistra italiana si è divisa anche in questi giorni, in occasione di questa manifestazione, sul discorso resistenza/terrorismo. Cos’è la resistenza e cos’è il terrorismo?
La resistenza non chiede la vita di nessuno. La resistenza è espressione del fatto che i popoli sono coscienti, e in tutti i popoli ci sono gruppi che sono all’avanguardia e altri meno; questi primi sanno cosa significa l’occupazione e cosa significa anche l’aggressione contro un popolo che viveva tranquillo. Noi capiamo che ci sono altri gruppi che non sostengono la resistenza perché sono sotto l’influenza di tanti fattori e uno di questi è l’interesse economico; altri fattori più importanti sono la propaganda e l’informazione. Specialmente noi che stiamo vivendo un momento particolare della vita dell’umanità dove tutti i parametri sono stati rovesciati. I movimenti di liberazione nazionale sono un diritto che viene riconosciuto da tutte le convenzioni e le leggi internazionali. Oggi vengono chiamati terroristi. Ma l’uomo cosciente sa cos’è il terrorismo e sa che la guerra è un punto alto del terrorismo stesso, quindi ci dobbiamo domandare: c’è stato mai un iracheno che è andato ad ammazzare un americano a casa sua, sulla terra americana? E allora quale diritto hanno gli americani di venire sulla terra irachena portando i soldati e ammazzando iracheni sulla loro terra con dei pretesti basati sulla menzogna che l’Iraq era in possesso delle armi di distruzione di massa? Questa grande menzogna è stata smascherata. Il secondo pretesto era di salvare l’Iraq dalla dittatura ma ora siamo sotto la dittatura dell’occupazione e quella dei collaborazionisti dell’occupazione e queste sono peggio del vecchio regime anche se noi siamo contro tutti i tipi di dittatura.

E’ chiaro il ruolo degli USA; come viene percepito invece il ruolo dell’UE in questa occupazione?
Noi sappiamo che questa aggressione non aveva solo l’Iraq come obiettivo; c’è il piano del grande nuovo Medio Oriente che significa realmente l’egemonia americana su tutta la regione che è molto ricca di risorse. Inoltre la sua posizione strategica è molto importante. Quindi questa aggressione ha toccato anche gli interessi dell’Europa. Come sappiamo i rapporti tra il mondo arabo e tutta l’Europa erano buoni rapporti basati sulla cooperazione economica perché questa regione era considerata un mercato per tutte le merci europee; in più questa è una zona anche turistica sia perché è la fonte di tutte le religioni (la Palestina) o la culla della civiltà (l’Iraq e l’Egitto). Se aggiungi a questo altri fattori che attiravano e attirano tutt’ora i cittadini europei… perché questi paesi con i loro popoli sono ospitali con tutti. Per questo tanti cittadini italiani ed europei capiscono i danni che ha fatto questa guerra e per questo sono contrari alla guerra e sono contrari alle aggressioni. Loro hanno una sola via per appoggiare e aiutare i popoli palestinese e iracheno: l’appoggio e il sostegno morale.

La resistenza del popolo iracheno contro l’occupante imperialista, la resistenza del popolo palestinese contro l’occupante sionista, possono costituire un imput per la resistenza di tutto il Medio Oriente, considerando che la Siria, il Libano, l’Iran sono i possibili prossimi obiettivi della guerra imperialista? Possono costituire un imput contro i tentativi di destabilizzazione dell’imperialismo occidentale?
Senza dubbio l’aggressione all’Iraq e l’occupazione israeliana in Palestina provocano una reazione grandissima in tutto il mondo arabo, specialmente l’aggressione all’Iraq. Specialmente da quando gli USA hanno annunciato che le loro azioni non si fermeranno solo all’Iraq, perché vogliono aggredire e occupare anche Siria e Iran. Nello stesso momento l’obiettivo è anche quello di spianare il terreno per Israele e per reprimere completamente il popolo palestinese tramite una soluzione fasulla che non dà ragione ai palestinesi. Ora il movimento politico nel mondo arabo è molto più attivo di com’era al momento dell’occupazione dell’Iraq perché la continua occupazione dell’Iraq ha i suoi effetti e i suoi riflessi anche su tutti i paesi arabi. I crimini commessi dagli americani in Iraq hanno mostrato la vera faccia dell’occupazione, e la tragedia che sta vivendo il popolo iracheno spinge ogni popolo arabo a pensare a come deve affrontare questo espansionismo dell’occupazione. E a pensare anche a come si può dare sostegno morale al popolo iracheno. Siamo arrivati al punto che certi governi arabi filoamericani cominciano ad avere paura per il loro destino perché l’occupazione come la stiamo vivendo in Iraq significa un cambio totale delle giunte che governano in vari paesi del mondo arabo, per questo dobbiamo affermare che ciò che vogliono gli Usa non è finalizzato al bene dei popoli arabi, e ciò lo tocchiamo con mano in Iraq. Al posto della democrazia che tanto hanno decantato hanno portato la falsificazione delle elezioni, come di tante altre cose. Hanno diffuso corruzione e malgoverno nelle strutture dello stato e hanno creato nuovi gruppi di comprador che stanno sempre al servizio degli interessi americani, come stanno facendo da anni anche vari governi del mondo arabo sempre al servizio degli interessi Usa. L’occupazione in conclusione significa il blocco dello sviluppo perché le risorse e le ricchezze di questi paesi occupati vengono rubate e portate via, specialmente il petrolio, usato come un’arma a doppio taglio: prima di tutto loro rapiscono i veri proprietari di questa ricchezza e dopo controllano le fonti energetiche del petrolio e ricattano e minacciano l’Europa. Noi sappiamo perfettamente che gran parte dell’Europa dipende tantissimo solo dal petrolio di quella regione.


*Ahmed Karim, dirigente della corrente del Partito Comunista Iracheno che si oppone alla politica filo-statunitense della leadership del partito, è intervenuto dal palco nel comizio finale della manifestazione nazionale del 18 febbraio a Roma.

di Mila Pernice



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