27/02/2006: Direzione aziendale e sindacati collaborazionisti: che l'ordine regni a Pomigliano!!


La decapitazione attuata dalla FIAT, attraverso una pesante procedura disciplinare, di un gruppo di attivisti e militanti dello SLAI/Cobas di Pomigliano d'Arco (Napoli) è un provvedimento di estrema gravità su cui è necessario sviluppare il massimo della controinformazione e della mobilitazione.
Questa nuova ondata di licenziamenti politici - una pratica mai negata e sempre attuata dai manager della FIAT - giungono all'indomani della bocciatura di massa, nel corso di due affollatissime assemblee, da parte della stragrande maggioranza dei lavoratori, del Contratto Nazionale dei metalmeccanici sottoscritto da FIOM, FIM e UILM.
Due assemblee nel corso delle quali è stato impedito ai funzionari di CGIL, CISL e UIL di continuare i loro vergognosi comizi nei quali, in barba a qualsiasi volontà dei lavoratori presenti, volevano far "ratificare di fatto" l'ipotesi di accordo con la Confindustria non ascoltando, né recependo qualsiasi critica che proveniva dalla massa degli operai presenti.
A distanza di qualche giorno da queste assemblee la FIAT ha emesso i suoi provvedimenti con il chiaro proposito di annientare qualsiasi espressione conflittuale organizzata dei lavoratori di Pomigliano.
Senza ritornare sui contenuti deludenti e peggiorativi - particolarmente in materia di precarizzazione del lavoro e di tutela dei diritti - del Contratto firmato da CGIL, CISL e UIL, la vicenda repressiva di Pomigliano d'Arco è paradigmatica del modello autoritario e blindato di relazioni sociali e sindacali che, di fatto, si stanno imponendo nei luoghi di lavoro. Del resto quello che sta accadendo a Pomigliano è stato anticipato, nei mesi scorsi, dal linciaggio mediatico e giudiziario a cui sono stati sottoposti i lavoratori del trasporto aereo che hanno contestato la ristrutturazione selvaggia del settore oppure da tutte quelle lotte e vertenze che per esprimersi compiutamente hanno dovuto infrangere la gabbia dell'articolo 146/90 (la regolamentazione/limitazione del diritto di sciopero).
Il sostanziale avallo delle Organizzazioni Sindacali verso questi veri e propri licenziamenti, l'agnostico silenzio del PRC oramai proiettato verso l'integrazione compatibilizzata nell'Unione Prodiana, la campagna stampa criminalizzante contro "..gli estremisti e facinorosi di Pomigliano" sono gli aspetti che si evidenziano di un dispositivo antioperaio che si è messo in moto per normalizzare e disciplinare una fabbrica ed un comprensorio intero (..il Contratto è stato bocciato non solo alla FIAT ma anche all'Alenia ed in numerose unità produttive terziarizzate e diffuse sul territorio) il quale è lungi dall'essere stato addomesticato al corso concertativo e supino alle direttive centrali della CGIL intrapreso anche dalla Camera del Lavoro Territoriale di Pomigliano.
Contro questa azione repressiva e per richiedere il totale reintegro dei compagni al loro posto lo SLAI/Cobas ha indetto uno stato di mobilitazione permanente che dovrebbe concretizzarsi in una Manifestazione a Napoli in cui - finalmente - le tematiche del lavoro, della condizione operaia, delle lotte per i diritti ed il salario dovranno investire la metropoli incontrando le altre Vertenze che, faticosamente, continuano il loro percorso di lotta.
Un appuntamento di mobilitazione a cui dovrà giungere il nostro appoggio e sostegno attivo con la consapevolezza che i fatti di Pomigliano riguardano tutti noi, le ragioni sociali e politiche che rappresentiamo e lo scenario istituzionale e di governo che si approssimerà nei mesi a venire.

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