30/01/2006: PER ORGANIZZARE A PARMA UNA SERIE D’INIZIATIVE A SOSTEGNO DI UNA CAMPAGNA CONTRO L’ISOLAMENTO E IL 41 BIS
RELAZIONE SULL’ASSEMBLEA DEL 21 GENNAIO
Sabato 21 gennaio si è tenuto a Parma un incontro sul carcere e l’isolamento tra diverse realtà del nord d’Italia: erano presenti i compagni/e dell’OLGA (è Ora di Liberarsi da tutte le GAlere), Centro Ilic e Panetteria Occupata di Milano, Amici a Parenti dei prigionieri politici di Brescia, i Carc e lo Spazio Sociale Libera di Modena, c.s.a. Dordoni di Cremona, i compagni/e di Crema, Centro di documentazione proletaria di Genova e i compagni/e di Rivoluzione. I compagni di “Filarmonici”, del collettivo “Giù mura giù box” di Forlì e del coordinamento “Dentro e fuori le mura” di Firenze, sono stati impossibilitati a partecipare per iniziative concomitanti. Un documento di saluto all’assemblea ci è giunto da Paolo Dorigo e da SRP.
Nell’introduzione, come compagni di Parma, abbiamo riassunto le ragioni che ci hanno portato ad intervenire sul carcere cittadino e le difficoltà riscontrate a causa del regime di massima sicurezza imposto a tutta la struttura, per la presenza di una sezione in cui è applicato il 41 bis. I tre suicidi usciti alla luce solo un mese dopo sulla stampa, confermano le gravi condizioni d’invivibilità che accomunano il carcere di via Burla alla maggior parte degli istituti penitenziari - vedi l’escalation di violenze, abusi, strani suicidi avvenuti tra novembre e dicembre in varie carceri italiane.
L’urgenza e l’attualità dell’intervento sono però avvalorati da due considerazioni: in primo luogo, l’estensione del 41 bis ai militanti delle BR-PCC, applicato a dei comunisti prigionieri per la prima volta, e preludio per la sua futura estensione ad una fascia più vasta di compagni (in questo senso testimoniano le lettere provenienti dalle sezioni ad elevata sorveglianza disseminate sul territorio, in cui vengono denunciate condizioni anche peggiori rispetto al 41 bis ed in particolare il frequente ed arbitrario ricorso all’isolamento nelle modalità più svariate); in secondo luogo, è stato sottolineato come la differenziazione del sistema penitenziario sia uno dei cardini che permea e condiziona la vita carceraria, sia all’interno, dove la pace è mantenuta da criteri di premialità e dalla minaccia di sezioni punitive, ricatti, sanzioni di vario genere per chi non collabora, sia all’esterno, dove si fa strada la previsione di carceri ad hoc per tipologie diverse di detenuti. In questo senso, l’Emilia Romagna ne è un laboratorio, se pensiamo all’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, ai CPT di Modena e Bologna, al carcere per tossicodipendenti di Castelfranco.
La consapevolezza che il carcere rappresenti un “nervo scoperto” nelle dinamiche
politiche della città, visto e considerato lo sforzo che viene fatto istituzionalmente
per occultare quanto avviene dentro le mura, e la necessità di fare uscire la
questione da un piano puramente locale, ci portano a contribuire alla costruzione
di una campagna nazionale contro il 41 bis, e a cercare di stabilire un collegamento
con tutte quelle situazioni che in Italia promuovono lotte contro il carcere.
Nel corso della discussione sono stati toccati vari aspetti, tra cui la necessità di far emergere il nesso tra l’aumento della repressione delle avanguardie e l’inasprimento delle condizioni in carcere e fuori. Il contesto in cui tutto ciò accade infatti è quello della guerra “preventiva”, che si manifesta nel suo “fronte interno” attraverso la repressione a scopo preventivo delle possibili opposizioni sociali, la militarizzazione del territorio, la concessione di sempre più ampi poteri alla polizia. In questo senso vanno visti l’inasprimento dell’articolo 270 bis e l’approvazione bipartisan e a tempo record della "legge Pisanu", una nuova legge in materia di "lotta al terrorismo internazionale", finalizzata in primo luogo ad ostacolare chi lotta, chi si oppone nel nostro paese allo sfruttamento, quanti esprimono solidarietà e sostegno alle lotte dei popoli, alle loro avanguardie, nonché quegli stranieri che si oppongono in tutte le forme all'oppressione dell'imperialismo.
Rompere il terrore dell'isolamento significa impedire l'annientamento dei compagni prigionieri e il tentativo d'intimidire la determinazione a lottare. Per queste ragioni è stato promosso l’invito a mobilitarsi attraverso l'invio ai prigionieri di cartoline, lettere, telegrammi, riviste, giornali e libri, si è diffuso l’appello ai librai a contribuire in questo senso ed infine a rendere permanente la campagna contro il 41bis, attraverso iniziative concrete.
La presenza a Parma di uno dei militanti BR sottoposti al 41 bis, Marco Mezzasalma, è un’ulteriore occasione per denunciare con forza il regime a carcere duro e per riprendere quella battaglia già vinta in passato con l’abolizione dell’articolo 90. In questo senso esiste già un precedente grazie al presidio indetto per Marco dall’Asp a Napoli.
Si è quindi proposta la costruzione di un’iniziativa divisa in due momenti: un’assemblea pubblica ed un corteo che si concluda sotto il carcere di via Burla, da tenersi entrambe a Parma rispettivamente il 4 e il 25 marzo.
Ricordiamo che sono iniziati i volantinaggi nei giorni dei colloqui sotto il carcere di Parma e che tutte le realtà che partecipano alla campagna si muoveranno già da subito con iniziative e momenti di mobilitazione nei propri territori.
Si è pensato inoltre ad un manifesto unico che pubblicizzi le due iniziative, di cui nei prossimi giorni comunicheremo luoghi e orari precisi.
Compagni e compagne di Parma contro il carcere e l’isolamento.
No al 41bis!
olga2005@autistici.org
no41bis_parma@virgilio.it
http://www.autprol.org/