28/01/2006: AZIONI SOLIDALI CONTRO TUTTI I CONFINI
In seguito all'inizio del processo contro gli anarchici di Lecce il 10 gennaio 2006, si sono svolte azioni solidali in tutto lo stato belga. Abbiamo espresso la nostra solidarietà a questi compagni colpiti dalla repressione attraverso volantini e opuscoli in modo autentico: riconoscendo nella loro lotta contro tutti i confini, i centri di permanenza e le deportazioni la nostra lotta e diffondendola e proseguendola qui e ovunque possiamo.
Finora sono stati distribuiti opuscoli e incollati manifesti a Ieper, Kortrijk, Ghent, Geel, Genk, Sint-Niklaas, Antwerp, Louvain-la-Neuve, Leuven, Brugge and Hasselt. Ad Antwerp, una persona è stata posta in stato di fermo per 10 ore a causa della distribuzione degli oupuscoli.
Continuiamo sulla via della solidarietà e facciamola crescere.
19 Gennaio 2006
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Testo del volantino:
SOLIDARIETA' CON TUTTI COLORO CHE LOTTANO CONTRO I CAMPI DI PERMANENZA E LE DEPORTAZIONI
Il 12 maggio 2005 cinque anarchici sono stati arrestati in Italia nel corso dell'”Operazione Nottetempo”. Oggi, 19 gennaio 2006, inizia il loro processo. Essi hanno lottato senza sosta contro il centro di permanenza temporanea di Lecce, contro la deportazione di persone prive di permesso di soggiorno, contro gli assalti polizieschi, ...Essi hanno scelto di combattere direttamente i responsabili dei centri di permanenza temporanei e coloro che rendono possibili le deportazioni - i gestori dei centri, le banche che li finanziano, i collaboratori, ...Essi non hanno esitato a supportare i migranti imprigionati nel centro di permanenza di Lecce nelle loro rivolte...
Due compagni sono ancora in galera, altri due sono agli arresti domiciliari e un terzo ha restrizioni e l'obbligo di dimora. I nostri compagni sono chiamati “terroristi”, ma noi sappiamo bene che a diffondere il terrore sono coloro che imprigionano, picchiano e deportano.
Questo volantino intende soprattutto spiegare le ragioni della lotta contro le politiche di asilo europee che hanno combattuto e combatteranno. Essi non hanno permesso che la loro lotta fosse accecata da vane parole come diritti umani, carità, ...usate dai politici e dalle organizzazioni ufficiali dei rifugiati, ma hanno considerato tutti coloro che sono coinvolti nelle politiche di asilo responsabili delle incarcerazioni, dei maltrattamenti e delle deportazioni dei migranti privi di permesso di soggiorno.
Essi non hanno esitato a smascherare e denunciare il coinvolgimento della Croce Rossa, delle Organizzazioni Non Governative, dei politici, delle organizzazioni caritatevoli ... nella gestione dei centri di permanenza temporanea.
Ogni giorno delle persone annegano, soffocano, congelano nel tentativo di raggiungere o di sopravvivere nella fortezza Europa . Ogni giorno delle persone vengono deportate per difendere gli Stati “sviluppati”...
Ciononostante la lotta contro le politiche di asilo sta infiammando. In numerosi campi di detenzione europei scioperi della fame, insurrezioni e rivolte si susseguono una dopo l'altro. Le deportazioni sono ostacolate da una resistenza sempre più militante, determinata ed efficace. Le maschere dei collaborazionisti stanno cadendo a terra. Non siamo soli! In ogni luogo ci sono fratelli e sorelle che stanno lottando contro i confini e il filo spinato. Anche qui: l'occupazione della chiesa di san Bonifacio da parte dei sans-papier a Bruxelles, le azioni contro le deportazioni e le razzie a Bruxelle e Antwerp, la crescente autorganizzazione dei sans-papier (es: UDEP – Unione in difesa dei sans-papier).
La nostra solidarietà con i compagni arrestati in Italia, consiste nello spiegare la loro lotta, e nel continuarla e nel diffonderla localmente, qui e in ogni luogo possibile.
SOLIDARIETA' CON GLI ANARCHICI ARRESTATI IN ITALIA
Come anarchici vediamo sorgere nelle strade la lotta contro le politiche di asilo, i centri di permanenza temporanea e le deportazioni. Ora come non mai è possibile costruire la solidarietà nelle strade. Con la complicità nel resistere agli assalti polizieschi; con la lotta contro il costante controllo che militarizza le nostre periferie; con il costante rifiuto di ogni nazionalismo e segregazione razziale che i governanti di questa società vorrebbero imporci (belgi contro stranieri, immigranti legali contro immigrati illegali...)
Finché i nostri fratelli e sorelle saranno imprigionati in centri di permanenza e saranno assassinati come i rifugiati che tentano di raggiungere con mezzi di fortuna le coste europee, finché saranno deportati perché privi di permessi di soggiorno, finché gli Stati e i confini esisteranno, noi continueremo a combattere e a lottare per un mondo senza recinzioni, senza dogane, senza polizia e senza governanti. A voi che leggete questo opuscolo chiediamo di essere nostri complici nella lotta per un mondo libero. Troppo spesso i politici hanno cercato di recuperare la nostra lotta da un lato protestando contro la “situazione antidemocratica” o le “tragedie umanitarie”, e dall'altro approvando in parlamento la costruzione di nuovi centri di detenzione per migranti. Troppo spesso la carità di coloro che hanno perso ogni ritegno ha distrutto la nostra dignità e militanza. La nostra battaglia senza compromessi per la libertà sta prendendo piede – non solo qui, ma in tutta Europa e nel resto del mondo.
Che sia chiaro a tutti noi: i centri di detenzione dei migranti sono lager.
“Definire lager i 'centri di permanenza temporanea e di assistenza' per immigrati in attesa di espulsione — centri introdotti in Italia nel 1998 dal governo di sinistra con la legge Turco-Napolitano, in conformità con gli accordi di Shengen — non è un’enfasi retorica, come in fondo pensano anche molti di coloro che utilizzano tale formula. Si tratta di una definizione rigorosa. Prima di diventare centri di sterminio metodico, i lager nazisti sono stati campi di concentramento in cui venivano rinchiusi individui che la polizia considerava, anche in assenza di condotte penalmente perseguibili, pericolosi per la sicurezza dello Stato. Questa misura preventiva — definita 'detenzione protettiva' (Schutzhaft) — consisteva nel togliere tutti i diritti civili e politici ad alcuni cittadini. Fossero profughi, ebrei, zingari, omosessuali od oppositori politici, spettava alla polizia, dopo mesi o anni, decidere sul da farsi. I lager, cioè, non erano prigioni a cui si veniva condannati per qualche reato (nella sua più o meno aberrante definizione totalitaria), né un’estensione del diritto penale. Si trattava di campi in cui la Norma stabiliva la propria eccezione; in breve, una sospensione legale della legalità.”
Un estratto da: 'Chiamiamo lager un lager'
Periodico Tempi Di Guerra
NO CONFINI, NO NAZIONI; STOP DEPORTAZIONI
AMORE E RESISTENZA PER TUTTI I PERSEGUITATI, I FUGGITI E I RIBELLI
29/01/2006, Closed Centre Vottem, 14h,
Manifestazione contro i centri di permanenza
25/02/2006, Bruxelles-North Station, 14h,
Manifestazione contro le politiche di asilo.
Potete trovare un versione digitale dei volantini e dei poster (in inglese, francese, olandese) qui: http://ovl.indymedia.org/news/2006/01/9016.php
CNA Antwerp
http://www.autprol.org/