26/11/2005: MORTI A POZZALLO: IMMIGRATI UCCISI DA LEGGI ASSASSINE
Non possiamo chiudere gli occhi davanti all'ennesima tragedia umana che oggi ha visto morire in mare, nelle acque di Pozzallo, immigrati costretti alla clandestinità da leggi disumane e razziste. Il nostro governo è responsabile di quanto giornalmente accade a danno degli immigrati costretti a fuggire dai propri paesi perché vittime della cieca politica imperialista del mondo occidentale. La tragedia di oggi ci chiama tutti in causa e l'indifferenza diffusa ci rende responsabili in prima persona. Chi fugge dalla guerra, dalla carestia, dalla fame e dalla povertà non è un criminale, criminale è chi, impedendo la libera circolazione degli individui, favorisce le mafie che gestiscono il mercato dell'immigrazione clandestina. Coloro che riescono a sopravvivere alle pericolose traversate e a raggiungere le nostre coste, trovano ad "accoglierli" soltanto le braccia repressive delle forze dell'ordine che rinchiudendoli in carceri tristemente noti come Centri di Permanenza Temporanea (CPT) li privano della libertà e di ogni diritto. Prima di questa brutale deportazione, uomini, donne e bambini subiscono un umiliante processo di identificazione in strutture fantasma camuffate da centri di "primissimo soccorso".
A POZZALLO (RG)
All'interno di un capannone della dogana del porto di Pozzallo esiste un luogo illegittimo di detenzione dove gli immigrati appena sbarcati sono trattenuti con la scusa di identificarne l'identità. In realtà vengono trattati come bestie. Nessun di loro viene informato dei propri diritti in quanto la presenza di avvocati e interpreti, prevista per legge, è inesistente. Le forze dell'ordine, costantemente minacciose li sottopongono, manganello alla mano, ad un iter che ricorda quello subito nei campi di concentramento: perquisiti, spogliati dei propri averi (che non verranno loro restituiti!) costretti a camminare scalzi nonostante le pessime condizioni igieniche per evitarne la fuga, numerati e raggruppati in attesa di un fetido materassino di gommapiuma, una coperta e un pasto inadeguato, ignari del destino che li attende .
Facciamo appello alla coscienza di ogni cittadino affinché si opponga al perpetuarsi di tali barbarie nella propria città e altrove; ai volontari che hanno finora collaborato con le forze dell'ordine affinché trovino il coraggio di denunciare ciò di cui sono diretti testimoni.
NO ALLA BOSSI-FINI, NESSUNO E' CLANDESTINO!
18/11/05
Coordinamento Antirazzista Libertario
http://www.autprol.org/