14/11/2005: Comunicato di Dentro e Fuori le Mura e lettera dai detenuti di Sollicciano
Nel carcere di Sollicciano continua la protesta dei detenuti e delle detenute contro le condizioni disumane in cui sono costretti/e a vivere, per l’indulto/amnistia e per un rovesciamento delle attuali politiche penali e penitenziarie, sull’immigrazione e sulle tossicodipendenze.
Ribadiamo la nostra solidarietà alla mobilitazione dei detenuti e invitiamo tutti/e ad esprimere il proprio appoggio, in qualsiasi forma, con la mobilitazione dei detenuti e delle detenute di Sollicciano. Anche facendosi portavoce delle loro richieste e partecipando alle prossime iniziative che verranno convocate.
Sovraffollamento, negazione del diritto alla salute, uso repressivo della psichiatria, autolesionismo, tentati suicidi, abuso della carcerazione preventiva e assenza del diritto alla difesa: sono queste le parole chiave della quotidianità a Sollicciano. Una realtà che, come spiegano i detenuti stessi nella lettera che riportiamo, non potrà che essere aggravata dalla sciagurata approvazione della cosiddetta ‘ex-Cirielli’: una legge apertamente classista, che concede l’impunità ai potenti mentre seppellisce in carcere gli esclusi della società.
Nel frattempo, a Sollicciano sono tornate in azione le ‘squadrette’. Alcuni giorni fa, almeno una quindicina di agenti hanno pestato un detenuto immigrato mentre da un cortile di passeggio lo portavano alle celle di isolamento; nella stessa occasione, altri cinque detenuti immigrati sono stati picchiati durante il trasferimento dal ‘cellone’ che occupavano ad altre sezioni. Si sono verificati anche altri atti di violenza su singoli detenuti. Chiediamo che la Magistratura di Sorveglianza indaghi su questi episodi, secondo quanto stabilito dalla legge.
Nell’incontro tenutosi in Palazzo Vecchio giovedì 10 novembre, tra gli altri il presidente del consiglio comunale Cruccolini, il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria De Pascalis, il direttore Cacurri e il comandante Masciullo si sono sforzati di descrivere Sollicciano come un ‘carcere trasparente’, i cui problemi sono in via di rapida soluzione. Un ottimismo incomprensibile, un’ironia tragica, un’ipocrisia pericolosa.
Firenze, 12 novembre 2005
Dentro e Fuori le Mura
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Lettera dai detenuti di Sollicciano
La protesta continua, e le forme pacifiche si susseguiranno cercando metodi sempre più incisivi fino alle conseguenze più estreme che ci vedranno revocare il mandato ai nostri legali! E questa volta chiederemo che loro scendano in piazza con noi, rivendicando la giusta applicazione delle leggi, con criteri univoci da parte di tutti i tribunali di Sorveglianza.
E’ l’appello che lanceremo in conferenza stampa giovedì 10 novembre, invitando tutti i compagni detenuti nelle altre carceri a unirsi a noi perché la nostra voce sia la voce di tutti i poveri cristi, che affollano gli istituti di pena dimenticati dai poteri forti che cercano immunità a nostre spese! Sì perché la ex-Cirielli, distraendo l’opinione pubblica con l’aggravio delle pene e l’esclusione dai benefici ai recidivi, di fatto concede un’amnistia privata a chi ha cercato ricchezza e potere sulla pelle degli italiani, corrompendo e ricattando.
Ma chi sono i recidivi? Basta fare un giro per i corridoi degli istituti di pena per rendersi conto della povertà, dello stato di indigenza di chi occupa le celle! Sono costoro i ‘recidivi per forza’, coloro che una volta fuori dal carcere restano esclusi da ogni opportunità lavorativa senza che abbiano alcun riferimento esterno che li aiuti a reinserirsi!
Esclusi da ogni possibilità di lavoro, non resta loro che tornare a delinquere, a rubare, a essere sfruttati da chi conduce le fila dei grossi traffici: questi sono i recidivi che vogliono seppellire nelle carceri!
E’ un terribile passo indietro che annulla di colpo gli effetti della legge Gozzini che anche se spesso disattesa, ha segnato la fine della violenza nelle carceri. E immaginiamo cosa accadrà quando al sovraffollamento di oggi si aggiungerà la crescita di circa 20.000 detenuti all’anno!
L’esasperazione di chi non crede più nel principio rieducativi e riabilitativo della pena porterà conseguenze terribili, e quando sarà ancora emergenza, chi oggi ha gettato le basi delle future ‘violenze del carcere’ dovrà rispondere agli uomini e a Dio.
Chiediamo quindi che tutti i compagni detenuti di tutta Italia si uniscano alla nostra forma pacifica di protesta, dimostrando più lungimiranza di chi oggi, giocando con la giustizia, ha fatto soltanto i propri interessi privati e quelli di chi impunemente vedrà aumentare le proprie ricchezze certo della copertura che questa ex-Cirielli comporta per i ricchi e i potenti.
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