14/11/2005: Ancora infamie su Silvano Pelissero


Non si capisce perché, ma secondo, il velinaro della Repubblica Alberto Custodero, Silvano sarebbe braccato dai Servizi segreti.
Secondo lui si nasconde nei boschi “Se ne sta in Val Susa rintanato come un lupo”. Anzi “Ha vissuto per anni come un animale braccato nella foresta di larici” e i Servizi “lo cercano per saper cosa stia tramando”.
Quale ispettore dalla mente sconvolta ha dettato queste frasi sconclusionate a Custodero? I suoi amici della questura gli hanno fatto uno scherzo? O si tratta di allucinogeni?
Custodero, che il pelo del lupo ce l’ha sullo stomaco, non fa una piega. E’ appena stato riconosciuto colpevole di diffamazione nei confronti proprio di Silvano all’epoca della montatura dei Lupi Grigi, forse per questo ha il dente (o la zanna) avvelenato ed è pronto a pubblicare le più incredibili puttanate pur di calunniare una sua vittima che ha osato ribellarsi. E rispolvera le più miserabili. “Là in un pollaio di famiglia in mezzo a un bosco, gli scoppiò fra le mani un ordigno che stava preparando”. Visto che è un po’ poco questo falso ambientato nel lontano 1981, rincara la dose ripetendo dichiarazioni – mai provate – rese in tribunale da quello che oggi è il capo della Digos: Giuseppe Petronzi, l’ideatore della “beffa” del Seghino. “Nel ’92 (Pelissero) era stato controllato con esponenti della destra politica dell’MSI mentre affiggeva manifesti elettorali”. “Poi aveva frequentato la Lega Nord della Valle”. Tutto falso.
Ma Custodero la sa lunga, sa addirittura cosa “vagheggiava” Pelissero, i suoi pensieri reconditi e con grande intuito giornalistico, che sfiora facoltà paranormali, sente che Pelissero “aleggia” perché “La sua presenza è stata avvertita da alcuni segnali inequivocabili”. Quali, Boh?! Lo sa solo lui, o il suo burattinaio.
A noi risulta che da più di un anno Silvano vive in volontario esilio in un luogo che non tiene affatto segreto, disgustato da una montatura infame ordita dal procuratore Maurizio Laudi, che ha fatto morire i suoi due migliori amici, Sole e Baleno, e che gli ha tolto la libertà per 4 lunghi anni, anche se la montatura dalle “prove granitiche” raffazzonata da Laudi crollò persino in cassazione a Roma.
Ci sembra che per Custodero, o per chi lo manovra, Silvano sia un’autentica ossessione. Un’ossessione che lo porta ad affermazioni di pura fede come: “Pelissero fa e deve fare paura” in perfetta sintonia con le dichiarazioni stizzite di Laudi quando – troppo tardi – furono cassati i suoi teoremi terroristici.
Infatti sempre lo stesso grande giornalista si è preso la briga di tirare in ballo Silvano con un articolo dedicato a lui, in occasione dello sgombero di due case occupate, sul solito giornalaccio il 27/9/05. Qui raccontava tutt’altro che lo sgombero, ma un episodio di circa un mese prima, quando Laudi fu contestato in una pubblica assemblea, strabiliandosi che ci fosse anche Silvano e certificando che Pelissero si era ristabilito quaggiù. “Dopo un periodo di permanenza in Spagna, è tornato da circa un mese in città”, glielo aveva detto l’uccellino.
Ci sembra che nonostante evidenti problemi con la penna, nella costruzione logica di ciò che scrive, Custodero lavori indefessamente per i suoi fornitori di notizie e, identificandosi ormai completamente in loro ed assecondando una sua tendenza creativa visionaria, il nostro tenda a sbracare penosamente, rendendo alla fine un pessimo servizio ai pupari che lo animano.
La stessa ossessione del sinistro Custodero sembra possedere anche un neonazista che scrive sulla Stampa, un certo Massimo Numa, rinomato per snocciolare descrizioni di persone da dare in pasto ai suoi camerati accoltellatori. Una sindrome trasversale che presenta il sintomo comune di servilismo acuto.
Sulla Busiarda di lunedì 7 novembre anche il miserrimo neo-nazi si esibisce sugli argomenti cari al collega e afferma “Pelissero ritornò in Valle, di cui conosce ogni anfratto, e ha fatto perdere le sue tracce. Non ha una residenza ufficiale, ma tutti sanno che è lì con la sua antica e provata passione per gli esplosivi”.
Ci troviamo dunque di fronte ad una comune ossessione, condivisa da due figuri che pretenderebbero di fare giornalismo. Un’ossessione demenziale che manifestandosi denuncia chiaramente un’unica fonte ispiratrice che sgorga copiosa nelle caserme della questura e dei benemeriti e che si può ritrovare purissima in procura. Là dove lavorano gli assassini di Sole e Baleno.

Giornalisti sbirri, uscite dai cessi della procura della questura e dei CC.
Uscite dal tunnel dell’alta velocità. Vergognatevi. Ritiratevi.

Torino Squatter 8 novembre 2005
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