14/11/2005: A PROPOSITO DI GUERRE UMANITARIE...


...LAGER TEMPORANEI, MANGANELLATE LEGALITARIE, RISTRUTTURAZIONI INDOLORI, RIQUALIFICAZIONI URBANE...

C’è un filo di sangue che lega alcuni recenti avvenimenti: partiamo da Baghdad, in Iraq, dove più o meno tutti sanno che è in corso una guerra, le bandiere della pace erano orgogliosamente esposte a tutti i balconi nei primi mesi dopo l’invasione. Dopo un po’ G.Bush ha detto che la guerra era finita, che iniziava il processo di pace, e finalmente la democrazia sarebbe germogliata forte e rigogliosa come il grano del Kentucky... ora le poche bandiere-arcobaleno rimaste appese, un po’ ingrigite dallo smog cittadino, coprono a malapena gli orrori, le torture, i mutilati, i morti; la costituzione celebrata da scialbi pennivendoli è già sepolta dalle macerie di camion-bomba e ancora più affondata dalle immagini degli iracheni perquisiti mentre vanno alle urne. L’esercito degli Stati Uniti ha usato anche il fosforo bianco (chiamato Willy Pete) e una nuova versione del Napalm (chiamata MK77) durante l'attacco a Fallujah del novembre del 2004. Gli agenti chimici ed incendiari, contrariamente a quanto affermato dal Dipartimento di Stato in una nota del 9 dicembre 2004, non sono stati usati per illuminare le postazioni nemiche, ma usati indiscriminatamente sui quartieri della città. Il fosforo brucia i corpi, addirittura li scioglie fino alle ossa, come ha dichiarato recentemente un veterano della guerra in Iraq.

I migliori mercenari, ossia la peggior feccia dell’umanità, si sta dando da fare per sterminare più terroristi possibili: peccato che le vittime siano decine di migliaia, donne, vecchi, bambini che non guardano l’isola dei famosi, ma forse un po’ si rallegrano sapendo che duemila soldati americani non mangeranno più cheese-burger... nonostante il sorriso di Condoleeza Rice, il pantano iracheno somiglia sempre più alla risaia vietnamita; la democrazia comincia a costare un po’ troppo, non è vero, mr. Bush?

Ma torniamo per un attimo a Parma, città un po’ addormentata ma non del tutto: ad esempio non è passato inosservato ai passanti del centro lo squallido tentativo da parte dell’amministrazione comunale di far passare l’occupazione militare dell’Iraq come una gita sul tipo “avventure nel mondo”, attraverso la mostra di fotografie di tal Pino Agnetti: un mix di mitra spianati, sorrisi idioti in uniforme, bambini impauriti e reperti archeologici. Un po’ come esporre cannoncini alla crema in macelleria...

Ad alcuni presenti, sinceramente disgustati dalla guerra e dal castello di menzogne costruito per farla accettare a tutti, la mostra di Pino Agnetti ha ricordato le celebrazioni coloniali del ventennio, il meno che si poteva fare è stato ricordare al sindaco nonché ai soliti due assessori di alleanza nazionale, di come i sogni imperiali di Mussolini siano poi rimasti appesi in piazzale Loreto.
Allo stesso modo, oggi vogliamo essere presenti alla presentazione in pompa magna del libro “Scritti per la libertà” del tal Agnetti, atteso compendio di due anni di propaganda sfacciata alla missione italiana in Iraq, alle bugie securitarie e imperialiste dei governanti.

Allarghiamo l’obbiettivo sull’Emilia rossa, dove regnano pace sociale e prosperità. A patto che le giunte siano saldamente rette da sindaci-sceriffi, appoggiati da tutti i poteri forti cittadini che vogliono fare a pezzi, sterminare, nascondere tutte le esperienze popolari di socialità a basso costo, di resistenza per la casa o spazi autogestiti, di aree verdi usufruibili da chiunque. A Modena, Bologna, Parma come in altre città d’Italia, la risposta a queste esigenze è l’utilizzo di blindati che occupano le strade, centinaia di carabinieri e celerini in tenuta anti-sommossa a sgomberare le case, gli spazi destinati a trasformarsi nell’ennesima banca, centro direzionale, appartamento di lusso, ipermercato. La ricetta, da Cofferati a Ubaldi non cambia: il manganello per chi vuole opporsi resistendo alla speculazione urbana.
Che dire poi della civiltà parmigiana dimostrata verso gli immigrati? Con la scusa del terrorismo aumentano i rastrellamenti, i controlli, le espulsioni, l’internamento in lager chiamati “centri di permanenza temporanea”. Questo è il ricatto che pende continuamente sulle teste degli immigrati.
Violenze, minacce, ricatti: questi i mezzi con cui amministrano i paladini della legalità.

A completare lo scenario di guerra non può mancare un riferimento ai lavoratori che in tutta Europa stanno protestando contro le privatizzazioni che si traducono invariabilmente in licenziamenti: blocchi di strade, binari, fabbriche sono all’ordine del giorno; di fronte all’ipocrisia dei vari politici, le dure lotte dei lavoratori marittimi in Corsica e a Marsiglia, degli operai del Belgio sono lì a dirci che non è il caso di accettare passivamente la crisi e le insindacabili esigenze della produzione o del mercato. Un pensiero e tutta la solidarietà vanno ai 63 operai della Manzini, che nonostante il presidio davanti alla fiera di Baganzola, sono ancora sotto minaccia di licenziamento, visto che la ristrutturazione, come ha detto padron-Catelli, è inevitabile…

PER COMPRENDERE CHE TRA ESERCITAZIONI ANTI-TERRORISMO, REPRESSIONE, CONTROLLO, RASTRELLAMENTI, L’UNICA SICUREZZA CHE FINORA CI HANNO DATO E’ QUELLA DI SAPERE CHE LA GUERRA E’ ARRIVATA ANCHE IN OCCIDENTE, E SIAMO SOLO ALL’INIZIO

VIA LE TRUPPE DALL’IRAQ

Parma, 11 novembre 2005
Collettivo di occupazione
xos Bunker via Pellico

http://www.autprol.org/