14/11/2005: LO SCERIFFO, L'UOMO AVVISATO E UN BACIO A MEZZANOTTE


Antefatto.
Pochi giorni fa vengo convocato presso la locale caserma dei carabinieri, dove mi consegnano un prestampato in cui qualche questurino alfabetizzato ha inserito i miei dati anagrafici. Come mi spiega il capo dei tutori dell'ordine, trattasi di un Avviso Orale, ex
art. 4 della legge numero 1423 del 1956 ("Misure di prevenzione nei
confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica
moralità"). In pratica il questore di Cuneo, tal Paris Di Sapio, mi manda a dire che dovrò "tenere una condotta conforme alla legge". In caso contrario mi cascheranno sul capo tuoni e fulmini, sotto forma di "una delle misure di prevenzione previste dall'art. 3 della legge nr. 1423/56 etc. etc.". Misure di prevenzione che vanno dallobbligo di
dimora nel comune di residenza, al divieto di uscire di casa nelle ore notturne, al divieto di frequentare locali pubblici, all'obbligo di firma in questura, al ritiro della patente, al divieto di espatrio. (A quando la fucilazione nella schiena?)
La spada di Damocle di questo "avviso" durerà per tre anni, durante i quali potrò essere sottoposto in qualunque momento, a discrezione del simpatico questore, a sorveglianza speciale.
Ovviamente ho fatto ricorso contro questo provvedimento assurdo e arbitrario.

Qualche breve considerazione.
- L'intimidazione della questura puzza di bluff. Lo si vede chiaramente dalla sproporzione del provvedimento preso nei miei confronti e dall'arroganza da stato di polizia con cui mi viene somministrata, senza alcuna motivazione esplicita, una limitazione della libertà personale. Credono che sia un modo semplice per spaventare e ammansire i non integrati?
- Sono incensurato, anche se forse questo non risulta dalle approfondite indagini dell'emerito Questore e dei suoi fidi. Allora perché tutto questo interesse nei miei confronti? Forse qualcuno non gradisce che il sonno omologato della tranquilla Cuneo venga smosso da qualche rompicoglioni che si permette di criticare. Meglio che tutto taccia, che si possa plaudire alla tivù in santa pace. E così il buon sceriffo arriva a mettere in riga i sovversivi.
- Lo stimatissimo signor questore e i pregiati questurini scrivono che sarei "dedito ad attività illecite dalle quali trae anche se in parte i proventi per il proprio sostentamento". Ho un lavoro fisso, cosa rara di questi tempi, e lo stipendio mi basta. Nonostante ciò tutta la mia simpatia va a chi ha scelto di rifiutare la schiavitù salariata e tutta la mia complicità a chi, con l'abilità delle mani, sputa in faccia alla sacrosanta Proprietà Privata.
- Infine, emerito signor Questore e questurini tutti, mi ritenete un "elemento pericoloso per la pubblica sicurezza". Se chiamate pubblica sicurezza i rastrellamenti e i lager per immigrati, le botte a chi chiede una casa, le prigioni che uccidono lentamente, le città militarizzate, la devastazione della natura, lo sfruttamento dei lavoratori, spero vivamente di diventare una minaccia per tutto ciò.
Al momento non lo sono ancora, spiacente. Mi applicherò di più.

Compagni e amici, non ci dobbiamo stupire del fatto che guardiani prezzolati sfruttino tutti i mezzi a loro disposizione (nello specifico una norma derivante direttamente dall'"ammonizione" riservata dal regime fascista agli oppositori politici) per intimidirci e cercare di fermarci.
Questa è la democrazia.
Nessuna sorpresa. E nessun rimorso. Solo schifo. E determinazione maggiore.

"ma come farò a non farmi tentar
luna luna tu
non mi guardar
luna luna tu
non curiosar
luna luna tu
non far la sentinella"

Cuneo, 12 novembre 2005
Insuscettibile di ravvedimento

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