19/09/2005: Prima udienza processo Cervantes


Il 26 settembre si terrà l'udienza preliminare a porte chiuse per l'inchiesta Cervantes.
Come si ricorderà per questa inchiesta sono rinchiusi nelle galere di questo Stato otto compagni (+ uno ai domiciliari), di cui 3 rinchiusi da 14 mesi perchè "gli indizi sono labili, con queste prove sarebbero assolti da qualsiasi tribunale e allora li teniamo dentro in attesa che arrivino le prove" (Tribunale del Riesame). In sostanza, come denunciava Massimo, uno dei compagni arrestati davanti al Gip, il famigerato Muntoni, i compagni sono dentro perchè anarchici, visto che per i cosiddetti reati specifici non
ci sono né prove né indizi, ma solo sospetti sui quali il solito Vitello ha costruito l'ennesimo teorema di associazione sovversiva. E, per ora, solo per loro il PM ha chiuso l'inchiesta, per gli altri indagati continua. Non lasciamo i compagni da soli in questa udienza, che dovrà decidere il loro rinvio a giudizio.
Loro sono nostri compagni, con cui abbiamo diviso anni di militanza politica e con cui intendiamo continuare a dividere esperienze di militanza politica.
Non ci interessa il giudizio dei servi di questo Sistema per cui non intendiamo disquisire sull'innocenza o colpevolezza dei compagni, visto che il metro che vogliono usare per dare un giudizio sono le leggi di questo Stato di cui è sempre più urgente liberarsi.
Come si vede se l'accusa è di voler sovvertire questo Sistema la loro eventuale colpevolezza è anche la nostra: siamo complici!
Solo che quella che per il Potere e i suoi servi è una colpa, per noi è un dovere morale, un impegno che ci sforzeremo di portare a termine.
Per questo raccogliamo e facciamo nostre le indicazioni che venivano da molti compagni presenti ai presidi di Napoli e di Benevento invitando tutti ad essere presenti davanti al Tribunale di Roma a Piazzale Clodio per il 26 Settembre prossimo. Non potremo assistere all'udienza, visto che essa si terrà rigorosamente a porte chiuse con l'accesso vietato anche agli altri indagati. Ma sicuramente i compagni si sentiranno supportati, sapendo che fuori ci saranno i compagni ad abbracciarli, da lontano, ma ad
abbracciarli.
Dimostriamo anche in questa occasione che non sarà la repressione a fermare la nostra voglia di libertà e di lotta.

Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo
L'Avamposto degli Incompatibili

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