07/08/2005: Giù mura giù box


Visto l'ottima partecipazione da parte dei/delle detenut*, vista la gioia che si prova nel sentire la risposta al di là del muro, non possiamo che ritornare tutti i martedì dalle 20:30 alle 22:30 sotto il carcere di forlì (v. della rocca, vicino al numero civico 3) portando musica e solidarietà a chi è privato della propria libertà fisica.
LIBER* TUTT*

Il carcere è lo specchio della società in cui viviamo. Di una realtà di sopraffazione in cui il benessere di pochi è garantito attraverso l'assurdo ruolo della democrazia, macchina di repressione delle minoranze che non lasciano spazio ad alcuna forma di espressione individuale.
Ed è proprio attraverso l'illusione di libertà della concessione di un voto che la democrazia mashera i suoi soprusi, nel palese intento di creare ricchi e poveri, sruttatori e sfruttati, potenti e sudditi, integrati ed emarginati, cittadini ed immigrati.
E' proprio dietro la sua facciata umanitaria che nasconde le sue abominevoli creature; fino a quando esisterà il potere esisteranno fuorilegge, finchè la superiorità fisica
sarà un fondamento della civiltà esisterà la violenza, fino a quando ci saranno sfruttatori e sfruttati ci saranno furti,finchè ci sarà denaro esisteranno privilegiati e disperati, la macchina di morte dell'autorità getta le basi su una spirale interminabile di violenza e repressione.
Il passo dalla trasgressione di regole imposte all'assegnamento di una punizione esemplare è davvero immediato, la democrazia isola immediatamente attraverso gabbie, chi non si adegua: è proprio tramite la segregazione fisica e l'annullamento totale della libertà , sia in senso fisico che psicologico, che essa si libera sbrigativamente del
proprio frutto marcio. Senza lo stato e le sue galere non esisterebbero criminali. La reclusione non risolve un problema, altro non fa che alimentare frustrazioni e situazioni sempre meno contenibili, prontamente soffocate con metodi sempre più sanguinari.
Per quanto inconcepibile possa sembrarci l'idea di vedere un essere vivente circondato da sbarre, la nostra criticha radicale al sistema carcerario non si ferma ad osservazioni di
carattere umanitario, al rammarico di assistere alle barbarie di uno stato che affligge torture peggiori di qualsiasi azione che esso possa catalogare come reato; non approda davanti ad un giudizio soggettivo di colpevolezza o innocenza delle sue vittime; non si focalizza in esclusiva sul carcere come luogo fisico, bensì sulla totalità della sua istituzione, sulla sua stessa natura, ormai troppo radicata e condivisa.
Non facciamo differenza tra penitenziario, riformatorio, manicomio, CPT, non vediamo distinzioni tra secondini, giudici, polizziotti, psichiatri, politici di qualsiasi schieramento.

Giù mura giù box è un gruppo di ragazzi e ragazze che portano musica capace di abbattere mura innalzate per recludere, reprimere, allontanare, nascondere e ri/educare.
Giù mura giù box sente il bisogno di manifestare la sua solidarietà verso tutti gli esseri viventi segregati in una gabbia, volendo far sentir loro che non sono soli; dischi, carta e penna le sue armi.
Giù mura giù box non nega la propria solidarietà ad alcun detenuto di qualunque sesso, età, nazionalità esso sia, qualunque sia la causa della sua prigionia, sia esso coscente
o meno della falsità della giustizia o dei suoi mandanti/esecutori.
Giù mura giu box non pensa che una simile istituzione possa essere riformata o riveduta, crede che un crimine civilizzato e legalizzato possa essere soltanto abolito, debellato.

http://www.autprol.org/