14/04/2005: Solidarietà alle Brigate Autonome Livornesi (BAL) e a tutti i compagni livornesi!
Domenica 10 aprile, a Roma (in pieno stile Genova 2001) le forze della repressione si sono scagliate con violenza contro i compagni tifosi del Livorno. La ferocia dell'agguato (donne umiliate e maltrattate, gas lacrimogeni lanciati dentro i vagoni del treno, pestaggi sommari, minacce di morte pistola alla mano, sequestro di persona e privazione di cibo, acqua e bagno per un giorno, arresti e diffide di massa) dimostra quanto la
borghesia tema le contraddizioni che essi aprono con la loro presenza militante, di orientamento comunista, negli stadi italiani.
La borghesia ha il terrore del diffondersi di idee comuniste, per questo riserva un diverso trattamento alle tifoserie di orientamento comunista rispetto alle tifoserie dichiaratamente fasciste (gli striscioni dei livornesi sono stati sequestrati dagli sbirri subito all'ingresso dello stadio mentre i laziali hanno potuto mostrare indisturbati striscioni fascisti e svastiche).
I gravi fatti accaduti prima, durante e dopo la partita Lazio-Livorno rivelano una volta di più l'importanza della presenza dei comunisti in ogni ambito, specialmente nei luoghi di aggregazione delle masse popolari. Lo stadio è senz'altro uno di questi luoghi e la realtà concreta dimostra che negli stadi dove i comunisti sono assenti, i fascisti hanno mano libera.
I compagni livornesi combattono contro le tifoserie fasciste e innalzano in ogni stadio d'Italia i simboli vittoriosi della classe operaia in lotta per il potere, della gloriosa Resistenza antifascista e del primo grande paese socialista della storia dell'umanità: l'Unione Sovietica. I livornesi alzano orgogliosamente la bandiera rossa: la loro presenza e la loro difesa intransigente, senza se e senza, dei valori e dei simboli comunisti è un punto di forza ed è un segnale chiaro della mobilitazione rivoluzionaria
delle masse, rafforza quanti lottano per difendere gli interessi delle masse popolari e la lotta per fare dell'Italia un nuovo paese socialista. Per questo rappresentano un pericolo per la borghesia e tutti i suoi lacchè e per quanti, da sinistra, portano avanti varie operazioni di "unità nazionale", di denigrazione del comunismo e dell'URSS e di riabilitazione del fascismo. I compagni livornesi indicano una strada chiara e percorribile per i giovani e le masse popolari che vogliono praticare l'antifascismo
militante.
Contro i rigurgiti nazifascisti, contro l'avanzata della mobilitazione reazionaria prendiamo esempio dai compagni di Livorno e alziamo in ogni ambiente e situazione la rossa bandiera della classe operaia e delle masse popolari.
I CARC condannano la vile aggressione contro i compagni di Livorno orchestrata da sbirri e fascisti in combutta, esprimono la loro piena solidarietà e sono e saranno sempre al loro fianco.
Altro che nascondere la bandiera rossa, più comunisti negli stadi d'Italia!
Viva la rinascita del movimento comunista!
Viva le BAL!
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