23/02/2005: Al Comitato Promotore della manifestazione del 19 marzo contro la guerra in Iraq


Nella riunione tenuta il 15 febbraio dal Comitato promotore della manifestazione del 19 marzo, presenti esponenti di diverse forze politiche, un esponente dei Cobas si è espresso negativamente rispetto alla disponibilità dei CARC a impegnarsi direttamente nella promozione dell’iniziativa. Secondo l’esponente dei Cobas la presenza dei CARC nel Comitato promotore costituirebbe un ostacolo perché costringerebbe a dare spiegazioni e farebbe perdere consensi per la nostra “esposizione mediatica” sulla solidarietà ai rivoluzionari prigionieri e caduti e sulla clandestinità.
L’esponente dei Cobas, quindi, ammette implicitamente che nel nostro paese la libertà di espressione è limitata. Siamo liberi quindi di dire soltanto ciò che la borghesia ci lascia liberi di dire. Non è possibile dichiarare la propria solidarietà a comunisti e rivoluzionari prigionieri e caduti perché contro il sistema borghese hanno imbracciato le armi. Ne segue che 1) qualsiasi dibattito sulla questione della violenza, tema che entro il movimento comunista ed entro il movimento rivoluzionario è stato ed è centrale, è quindi blindato entro i termini prescritti dalla classe dominante nelle sue versioni di destra e di sinistra, da Berlusconi a Bertinotti, e 2) se anche si vuole solo parlare della questione oltre la blindatura imposta sarebbe necessario andare oltre quei termini, cioè organizzarsi clandestinamente anche solo per il dibattito.
Ecco quindi un altro motivo per riconoscere come interessanti e fondate le argomentazioni del (n)PCI, ampiamente illustrate nella rivista La Voce, sul carattere clandestino del partito. I CARC, tuttavia, sono fermamente convinti che per lo sviluppo della lotta di classe nel nostro paese sia necessaria la presenza di un’organizzazione politica legale dei comunisti, che utilizzi quanto resta degli spazi di agibilità politica e sociale conquistati con la Resistenza, per promuovere l’orientamento comunista delle masse popolari, la loro aggregazione attorno al partito comunista, la loro mobilitazione e partecipazione all’attività politica rivoluzionaria, alla lotta per fare dell’Italia un paese socialista. I CARC sono questa organizzazione legale, e in nome di quegli spazi di agibilità politica e sociale difendono il diritto a esprimersi liberamente sulle questioni di cui l’esponente dei Cobas ha parlato. In nome di quegli spazi di agibilità politica e sociale si rifiutano di ridursi a trattare tali questioni in ambienti di sette e conventicole che hanno la caratteristica di essere del tutto marginali rispetto al dibattito politico che la propaganda borghese offre alle masse popolari e del tutto sotto controllo da parte degli organi della repressione, polizia, carabinieri, magistratura e servizi segreti.
L’esponente dei Cobas, invece, si pone oggettivamente dal lato di chi nega la libertà di parola, di chi falsifica la realtà, di chi reprime le masse popolari e chi le rappresenta. L’esponente dei Cobas non dovrebbe dimenticare che le campagne propagandistiche ( e repressive) contro i CARC, (quelle che chiama “esposizione mediatica”) sono partite anche dal governo Berlusconi, quello che in Iraq partecipa attivamente alla repressione della resistenza e che in Italia promuove la propaganda di guerra, inondando il paese di menzogne. L’esponente dei Cobas pensa che Berlusconi dica il falso sull’Iraq e dica il vero sui CARC?
Non dovrebbe dimenticare che le campagne propagandistiche (e repressive) contro i CARC sono partite anche dalla sinistra borghese, che a Berlusconi si oppone in modo finto, che si è associata alla destra nel riconoscere legittimità alle elezioni in Iraq, che nel sessantesimo anniversario della vittoria della Resistenza ha sostenuto la destra in un’operazione propagandistica sulle foibe di cui si trova analogia solo nel periodo del fascismo in tempo di guerra. Invece lo dimentica, e per evitare la fatica di “dare spiegazioni” e il rischio di “perdere sostegno” si associa alla canea che contro la nostra organizzazione periodicamente viene scatenata da quando ci siamo costituiti e anche da prima.
Infine, l’esponente dei Cobas dovrebbe spiegare a noi e a tutti coloro che contro l’imperialismo si pongono senza compromessi e con trasparenza, a chi vorrebbe evitare di “dare spiegazioni” e di chi teme di “perdere il sostegno”.
Attendiamo risposta. Nel frattempo ringraziamo tutte quelle forze che entro e fuori il Comitato promotore della manifestazione del 19 marzo si esprimono e si esprimeranno per un’azione che raccolga tutte le forze che combattono contro l’imperialismo, in Italia e fuori d’Italia, e che contrasti veti e divisioni interne che permangono nel campo antimperialista e che sono alimentate dalla borghesia imperialista, che sono figlie di coloro che combattiamo.

Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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