13/02/2005: Spagna, dal compagno Yuma dal carcere La Moraleja
Comunicato internazionale di HAMED HAMED BELAID (Yuma)
7/02/05
In primo luogo voglio inviare un abbraccio e un saluto fraterno ai nostr@ compagn@ dell’Italia, della Francia, della Turchia e del resto del mondo che sono per la nostra causa.
Vi voglio dire che questo macellaio statale continua ad essere uguale o peggiora giorno per giorno. E’ molto triste vedere dei giovani che hanno avuto un problema in sezione e che vengono relegati qui dove li manganellano, li pestano in maniera tale da farli sanguinare da tutte le parti del corpo, minacciandoli di non riferire la verità sul pestaggio per non pregiudicare questi sicari.
Ciò è inammissibile. Sono qui da 18 mesi senza un rapporto disciplinare (per legge la detenzione nei moduli Fies non può superare i 6 mesi – ndt), da quasi 14 anni in isolamento e continuo a vedere questi sicari, siano essi secondini o amministrativi, che utilizzano lo stesso trattamento. Ci lasciano dimenticati qui in un pozzo, in cui è difficile vederne l’uscita, come 14 anni fa. Io non smetterò di lottare per vedere alla fine il secondo grado (in Spagna il secondo grado comporta la detenzione non più in isolamento, come nel primo grado - ndt). Mi trovo in questo sotto-mondo, pur non avendo ricevuto rapporti da 18 mesi. Perché non mi danno ciò che mi appartiene? Quali sono le mani che m’impediscono di stare, come la gran parte dei detenuti, in secondo grado? Non si stancano di tenere una persona così? Cosa aspettano? Che io cada nella trappola di questi sicari? Non lo vedranno, perché il loro secondo grado l’ho guadaganto. Essi vedono che io non entro negli sporchi giochi di questi fascisti che mi mettono nel modulo. Devono sapere che è inumano tenere una persona isolata per 14 anni. Che io, Hamed, con coraggio sto saltando come se mi trovassi di fronte ad una corsa ad ostacoli, con gli ostacoli che vengono posti sempre più in alto. Ma lo ribadisco: non ci riusciranno i bastardi a distruggere un cuore nobile che solo chiede i suoi diritti!
Qui i giorni trascorrono lentamente. Spesso è difficile scrivere le perversità di questi sbirri, perché questa banda di codardi fa il possibile per pestare i nuovi arrivati che non sanno che possono denunciarli e che tacciono per la paura. Per questo ci costa molto conoscere i casi. Ma ne verremo a conoscenza e li denunceremo tutti, per una lotta unita. Se i detenuti sono uniti per loro sarà più difficile. Per questo continuo, continuiamo nella lotta, perché sia conosciuta sia la mia che la situazione dei tanti altri.
Io, da qui, pretendo che su tutte le crudeltà di questa gente sia fatta luce e che non restino impunite. Qui, in questo macello statale con il consenso del ministero della giustizia.
Io, Hamed, continuerò nella breccia, non riposerò fino a che non cesseranno i maltrattamenti. E’ molto difficile, ma tutti uniti ci riusciremo. Che cessino inoltre la discriminazione e il razzismo. Che si possa camminare senza essere additati. Che si possa viaggiare senza essere insultati e maltrattati, che si possa avere la libertà per tutti. Sarà molto difficile, ma si riuscirà, con la forza, in gruppo e che si rispetti la libertà d’espressione. Perché è tutta una dittatura: fuori e ancor più dentro le galere. Saremo duri!
Ci resta molto per ottenere i nostri diritti, intanto manteniamoci fermi e facciamo quel che è possibile per ottenerli. Ciò che sì potete fare, intanto, è effettuare chiamate telefoniche al direttore di questo centro di sterminio affinché diano a me, Hamed Hamed Belaid, il secondo grado. Con l’aiuto di tutt@ voi, compagn@ e gente che simpatizzate con la nostra causa.
Vi lascio con un fraterno abbraccio e un saluto.
Hamed Hamed Belaid
CP La Moraleja
Ctra. Local P-120
34210 – Dueñas – Palencia
España
tel. – (0034) 979 71 63 00
Fonte: Uhuru
Traduzione: lubrijant@anarcotico.net
http://www.autprol.org/